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Non sei semplicemente stufə di sentire “devi fare un business plan” senza che nessuno ti spieghi come farlo davvero?

Soprattutto quando vendi servizi, non prodotti fisici?

Benvenuto nel club di migliaia di professionisti che si sono ritrovati a combattere con template da 50 pagine pensati per startup tech che cercano milioni di finanziamenti.

La verità brutale: il 90% dei business plan è carta straccia inutile.

Pagine e pagine di proiezioni inventate, analisi di mercato copiate da internet, grafici che sembrano importanti ma non dicono niente di concreto.

Il business plan che ti serve come professionista che vende servizi è completamente diverso. 

Deve essere uno strumento strategico che ti aiuta a prendere decisioni, non un documento per impressionare investitori inesistenti.

Come strategist specializzata nel lavorare con coach, consulenti e freelance, prima di iniziare a mettere le mani su un nuovo progetto faccio sempre un business plan.

Non documenti da cassetto, ma roadmap operative che generano risultati.

Perché il 90% dei business plan è tempo sprecato

Prima di spiegarti come fare un business plan che funziona, capiamo perché la maggior parte sono completamente inutili.

Gli errori più comuni nei business plan:

  • Copiare template generici: usare modelli pensati per manifatture, retail o startup tech quando vendi consulenze o coaching. È come usare la ricetta della pasta per fare una torta.
  • Focalizzarsi sui numeri inventati: “Nell’anno 3 fatturerò 500k€” basato su… cosa? Sogni e speranze? I numeri devono essere basati su strategie concrete, non su wishful thinking.
  • Scrivere per impressionare invece che per decidere: business plan di 40 pagine pieni di termini tecnici che nessuno leggerà mai, nemmeno tu tra 6 mesi.
  • Non considerare la realtà del business servizi: i servizi hanno dinamiche completamente diverse dai prodotti: niente scorte, niente produzione, tutto basato su tempo e competenze.
  • Fare il piano una volta e dimenticarselo: il business plan che rimane nel cassetto per 2 anni non serve a niente. Deve essere un documento vivo che usi per prendere decisioni.

Business Plan come farlo male

Quando un business plan fallisce, è perché, generalmente, la sua esecuzione viene preceduta da una mentalità del tutto sbagliata.

Ti riporto qui sotto gli atteggiamenti più tossici che ho visto di recente adottati da freelance, creator di corsi e aziende che vendono servizi:

  • “Devo impressionare qualcuno” Se non stai cercando finanziamenti, l’unico che deve essere convinto sei tu. Il business plan è per te, non per gli altri.
  • “Più lungo = più professionale” Falso. Più lungo = più tempo sprecato. Un business plan efficace è conciso e actionable.
  • “Devo prevedere tutto” Impossibile. Il business plan deve essere flessibile e adattabile, non una profezia.
  • “È un esercizio accademico” No. È uno strumento strategico che deve guidare le tue decisioni quotidiane.

Cosa succede quando il business plan è sbagliato

Paralisi da analisi: passi mesi a scrivere invece di agire e testare sul mercato reale.

Decisioni basate su ipotesi sbagliate: investi tempo e soldi in strategie che non funzionano perché partivi da presupposti errati.

Mancanza di focus: senza una direzione chiara, sprechi energie in attività che non portano risultati.

Frustrazione e abbandono: quando i risultati non arrivano come previsto, pensi che sia colpa tua invece di capire che il piano era irrealistico.

Ma esiste un modo completamente diverso di approcciare il business plan.

Quali sono i 4 componenti di un business plan?

Dimenticati i 15 capitoli che trovi nei template tradizionali.

Un business plan per professionisti che vendono servizi ha solo 4 componenti essenziali.

Componente 1: POSIZIONAMENTO STRATEGICO

Cosa include:

  • Chi sei e cosa fai (in modo specifico, non generico)
  • A chi lo vendi (il tuo cliente ideale definito con precisione)
  • Perché dovrebbero scegliere te invece della concorrenza
  • Qual è la trasformazione che offri ai clienti

Esempio concreto: ❌ Generico: “Sono un business coach che aiuta le aziende a crescere”

✅ Specifico: “Aiuto founder di startup B2B con 10-50 dipendenti a passare da ‘capo che controlla tutto’ a ‘leader che delega risultati’, aumentando il fatturato del 40% in 12 mesi senza lavorare più ore”

Domande chiave da rispondere:

  • Quale problema specifico risolvi?
  • Per chi lo risolvi esattamente?
  • Come lo risolvi diversamente dagli altri?
  • Quale risultato concreto garantisci?

Componente 2: MODELLO DI BUSINESS

Cosa include:

  • Come generi ricavi (tipologie di servizi e prezzi)
  • Struttura dei costi principali
  • Margini attesi per ogni servizio
  • Capacity planning (quanti clienti puoi gestire)

Struttura ricavi per servizi:

  • Consulenza oraria: €X/ora × ore fatturabili/mese
  • Progetti a forfait: €Y per progetto × progetti/mese
  • Retainer mensili: €Z/mese × clienti attivi
  • Programmi/corsi: €W × partecipanti

Costi principali da considerare:

  • Tools e software (CRM, marketing, produttività)
  • Formazione continua e certificazioni
  • Marketing e advertising
  • Spese operative (ufficio, telefono, trasporti)
  • Tasse e contributi

Componente 3: STRATEGIA DI ACQUISIZIONE CLIENTI

Cosa include:

  • Canali di marketing principale e secondari
  • Budget marketing e CAC (Customer Acquisition Cost) target
  • Funnel di vendita e processo di conversione
  • Timeline per costruire ogni canale

Canali primari per servizi professionali:

  • Referral e passaparola: Sistema per stimolare raccomandazioni
  • Content marketing: Blog, LinkedIn, YouTube per posizionamento
  • Networking strategico: Eventi, community, partnership
  • Advertising mirato: Meta Ads e Google per amplificare

Esempio di strategia integrata:

  • Mesi 1-3: Foundation content marketing + networking
  • Mesi 4-6: Amplificazione con advertising + sistema referral
  • Mesi 7-12: Ottimizzazione e scale dei canali che convertono meglio

Metriche da trackare:

  • Lead generati per canale/mese
  • Conversion rate lead → consultation
  • Conversion rate consultation → cliente
  • CAC per canale
  • Lifetime Value medio cliente

Componente 4: ROADMAP OPERATIVA

Cosa include:

  • Obiettivi specifici per ogni trimestre
  • Milestone misurabili
  • Resource allocation (tempo e budget)
  • Plan B per scenario pessimistici

Esempio di roadmap trimestrale:

Q1: Foundation

  • Obiettivo: Validare offering e primi 3 clienti
  • Attività: Content strategy + networking + pricing test
  • Investimento: 20h/settimana marketing, €500 budget ads
  • Milestone: 3 clienti paganti, €3000 MRR

Q2: Growth

  • Obiettivo: Scale a 8-10 clienti stabili
  • Attività: Advertising strategico + referral system
  • Investimento: 15h/settimana marketing, €1500 budget ads
  • Milestone: 10 clienti, €8000 MRR

Q3: Optimization

  • Obiettivo: Sistemazione processi e premium pricing
  • Attività: Automation + upsell + testimonial
  • Investimento: 10h/settimana marketing, €2000 budget ads
  • Milestone: 12 clienti, €12000 MRR

Q4: Scale

  • Obiettivo: Preparazione anno successivo
  • Attività: Team building + new services + partnership
  • Investimento: Variabile basato su risultati Q1-Q3
  • Milestone: 15 clienti, €18000 MRR

Come integrare i 4 componenti:

Tutto deve essere coerente:

  • Il posizionamento determina la strategia di acquisizione
  • Il modello di business definisce i prezzi e la capacity
  • La roadmap allinea tutto nel tempo
  • Ogni componente influenza e rinforza gli altri

Test di coerenza: Se cambi il posizionamento, devi aggiornare acquisizione clienti, prezzi e roadmap. Se cambi la strategia marketing, devi verificare impact su costi e timeline.

Come strategist, mi è capitato di vedere spesso business plan dove i 4 componenti non sono allineati. Il risultato? Confusione, sprechi, risultati under-performance.

Vuoi iniziare a lavorare sulla lead generation con un business plan che funziona davvero per il tuo settore specifico? Prenota una consulenza strategica e sviluppiamo insieme una roadmap operativa che trasforma visione in risultati concreti.

Quanto tempo ci vuole per fare un business plan?

Questa è una delle domande più frequenti, e la risposta dipende da cosa vuoi ottenere dal tuo business plan.

Come fare un business plan strategico

Settimana 1: Research e discovery

  • Analisi del tuo posizionamento attuale (8 ore)
  • Studio della concorrenza (6 ore)
  • Definizione cliente ideale (4 ore)
  • Raccolta dati finanziari esistenti (2 ore)

Settimana 2: Strategia e modello

  • Definizione posizionamento differenziato (6 ore)
  • Sviluppo modello di business (8 ore)
  • Pricing strategy e capacity planning (4 ore)
  • Prima draft dei numeri (2 ore)

Settimana 3: Marketing e vendite

  • Strategia acquisizione clienti (8 ore)
  • Funnel design e conversion process (6 ore)
  • Budget marketing e CAC calculation (4 ore)
  • Content strategy overview (2 ore)

Settimana 4: Roadmap e finalizzazione

  • Roadmap trimestrale dettagliata (6 ore)
  • Scenario planning (what-if analysis) (4 ore)
  • Review e ottimizzazione finale (4 ore)
  • Setup tracking e KPI (2 ore)

Fattori che influenzano il timing

Acceleratori (riducono i tempi):

  • Hai già dati storici da analizzare
  • Conosci bene il tuo target e la concorrenza
  • Hai una strategia marketing che già funziona
  • Sei chiaro sui tuoi obiettivi e priorità

Complicatori (aumentano i tempi):

  • Stai cambiando posizionamento o target
  • Entri in un mercato che non conosci
  • Devi validare ipotesi con ricerche di mercato
  • Hai partnership o modelli di business complessi

L’approccio “agile” che raccomando

Prima di fare tutto perfetto subito, usa l’approccio iterativo:

Sprint 1 (1 settimana): MVP del business plan ossia versione base con le decisioni più importanti per iniziare ad agire.

Sprint 2 (2 settimane dopo): Prima ottimizzazione inizia con i primi aggiornamenti basati sui primi risultati e feedback del mercato.

Sprint 3 (1 mese dopo): Versione matura inizi ad avere dei dati reali, non solo ipotesi.

Review trimestrale: Aggiornamento strategico fai una revisione completa basata sui risultati raggiunti vs pianificati.

Business plan come farlo in modo efficace

Considera che esiste una regola d’oro nel timing.

È meglio un business plan buono implementato subito che un business plan perfetto implementato mai.

Il mercato ti darà feedback migliori di qualsiasi analisi da tavolino. Inizia con una versione funzionale e migliorala con i dati reali.

Come strategist che lavora con professionisti sempre di corsa, il mio approccio è sempre: minimum viable plan → azione → ottimizzazione basata su risultati.

Quante pagine dovrebbe avere un business plan?

Ecco la verità che nessuno ti dice: il numero di pagine è inversamente proporzionale alla probabilità che qualcuno lo legga.

Incluso tu, tra 6 mesi.

Devi avere il focus sulla densità, non sulla lunghezza

❌ 30 pagine con contenuto diluito:

  • Paragrafi generici copiati da template
  • Grafici che non aggiungono insight
  • Analisi ovvie del tipo “il mercato è competitivo”
  • Proiezioni irrealistiche senza spiegazione della strategia

✅ 8 pagine con contenuto denso:

  • Ogni frase aggiunge valore decisionale
  • Numeri specifici basati su ricerca o esperienza
  • Strategie concrete e actionable
  • Timeline realistiche con milestone verificabili

Come strutturare ogni sezione per massima efficacia:

Regola del “So What?” Dopo ogni paragrafo, chiediti: “E quindi? Quale decisione mi aiuta a prendere questa informazione?”

Principio della piramide invertita Inizia sempre con la conclusione, poi vai nei dettagli. Come nei giornali.

Esempio: ❌ “Il mercato del coaching in Italia è cresciuto del 15% negli ultimi 3 anni, con particolare sviluppo nel segmento business coaching che rappresenta il 34% del totale…”

✅ “Opportunità: Mercato business coaching da 340M€ in crescita del 15% annuo. La mia nicchia (startup scaling) è sotto-servita con solo 12 competitor diretti.”

La checklist della lunghezza ottimale

✅ Ogni sezione ha uno scopo decisionale chiaro

✅ Posso leggere tutto in 30-45 minuti

✅ Posso spiegare i punti chiave senza guardare il documento

✅ Ogni grafico/tabella aggiunge insight non ovvi

✅ Le proiezioni sono spiegabili e difendibili

✅ Include solo informazioni che influenzano decisioni

Se tutti i punti sono ✅, hai la lunghezza giusta indipendentemente dal numero di pagine.

La verità sulla lunghezza ideale

Il business plan migliore è quello che usi davvero.

Un documento da 5 pagine che consulti ogni settimana vale infinitamente più di uno da 50 pagine che rimane nel cassetto.

Come strategist che deve essere pratica, non accademica, il mio obiettivo è sempre: massimo valore strategico nel minimo tempo di lettura.

Come faccio a fare un business plan se vendo servizi?

Questa è la domanda chiave.

Perché il 90% dei template e delle guide sono pensati per prodotti fisici o startup tech, non per professionisti che vendono competenze e tempo.

Quindi non perdiamo tempo e vediamo subito un business plan come farlo in modo indolore se vendi servizi.

Le differenze fondamentali dei servizi

I servizi sono intangibili: non puoi toccarli, provarli, o restituirli come un prodotto. Il cliente compra fiducia e risultati promessi.

Il “prodotto” sei tu: la tua competenza, disponibilità, e capacità sono il core dell’offering. Non puoi scalarli infinitamente.

Delivery personalizzata: ogni cliente riceve un servizio adattato alla sua situazione. Non puoi vendere lo stesso identico “prodotto” a tutti.

Relationship-based: i servizi si basano su relazioni di fiducia che si costruiscono nel tempo, non su transazioni spot.

Struttura adattata ai servizi:

SERVICE OFFERING:

  • Core service: Risolve problema principale
  • Support services: Aumentano valore e retention
  • Delivery method: Come erogli (1:1, gruppo, online)
  • Outcome: Risultati misurabili garantiti

CAPACITY PLANNING: Formula: Ricavo max = Ore fatturabili × Tariffa × Tasso occupazione

Esempio:

  • Ore disponibili: 25/settimana
  • Tariffa: €150/ora
  • Occupazione: 80%
  • Ricavo settimanale: €3.000

REVENUE STREAMS:

  • 60% retainer (stabilità)
  • 30% progetti (growth)
  • 10% programmi premium

Che documenti servono per fare un business plan?

Documenti essenziali:

1. Dati finanziari storici

  • Fatturato ultimi 12-24 mesi
  • Costi operativi per categoria
  • Tempo medio per progetto

2. Analisi concorrenza

  • 5-10 competitor principali
  • Loro pricing e posizionamento
  • Punti forza/debolezza

3. Ricerca target

  • Interviste 5-10 clienti ideali
  • Survey su problemi e budget
  • Feedback su pricing attuale

4. Proof of concept

  • Case studies con risultati
  • Testimonials verificabili
  • Metrics soddisfazione cliente

Documenti che NON servono: 

❌ Studi mercato da migliaia di euro

❌ Business canvas da 20 pagine

❌ Proiezioni a 5 anni irrealistiche

Il business plan è obbligatorio per i freelance?

Legalmente: No Nessuna normativa obbliga freelance a redigere business plan.

Strategicamente: Sì È uno strumento di sopravvivenza e crescita.

Problemi freelance senza plan:

Pricing casuale: Si vendono sotto-prezzo 

Nessuna direction: Vanno a progetto senza vision 

Cash flow imprevedibile: Alternanza pieno/vuoto 

Burnout: Accettano tutto senza criterio

Business plan “lite” per freelance:

POSITIONING (1 riga): “Sono [ruolo] che aiuta [target] a [risultato] attraverso [metodo]”

SERVICE MENU:

Servizio: Core
Durata: 2 settimane
Prezzo: 2.500 €
Capacity: 4 al mese

Servizio: Collaterale
Durata: 1 settimana
Prezzo: 800 €
Capacity: 8 al mese

FINANCIAL TARGETS:

  • Monthly recurring: €X
  • Project revenue: €Y
  • Target margin: Z%

Quando diventa “obbligatorio”:

  • Fatturato > €50k/anno
  • Vuoi crescere oltre survival mode
  • Vuoi pricing premium
  • Vuoi prevedibilità cash flow

La verità finale: strumento di crescita, non burocrazia

Il business plan migliore è quello che usi per prendere decisioni migliori.

Differenza tra burocratico e strategico:

Burocratico:

  • 40 pagine che nessuno legge
  • Proiezioni inventate
  • Rimane nel cassetto

Strategico:

  • 5-10 pagine dense
  • Numeri basati su validazione
  • Consulti ogni settimana

Elementi non negoziabili:

Posizionamento differenziato Cosa vendi, a chi, perché scegliere te vs concorrenza

Modello sostenibile Ricavi, costi, capacity, margini devono tornare

Acquisizione clienti validata Come arrivano, quanto costa acquisirli, come ottimizzare

Roadmap actionable Obiettivi specifici, timeline realistiche, milestone misurabili

L’integrazione strategica:

Il business plan si integra con:

Errore finale da evitare:

Confondere pianificazione con procrastinazione.

Red flag che ti fanno capire che stai procrastinando:

  • Più tempo a perfezionare che implementare
  • Cerchi sempre “più informazioni”
  • Piano più importante del business
  • Non hai parlato con potenziali clienti

La regola d’oro:

Plan → Act → Measure → Adjust → Repeat

Non: Plan → Perfect → Re-plan → Never Act

Quando aggiornare:

  • Annualmente: Check numeri e KPI
  • Trimestralmente: Review obiettivi
  • Annualmente: Revisione strategica
  • All’occorrenza: Cambi di mercato significativi

Prima di sprecare tempo in planning infinito, assicurati di avere:

  • Definizione chiara cliente ideale
  • Strategia posizionamento differenziato
  • Sistema per trasformare plan in azioni
  • Disciplina per usarlo operativamente

Solo allora il business plan diventa la roadmap che trasforma visione in realtà.

Prenota una consulenza strategica se hai bisogno di sviluppare una strategia di acquisizione clienti che sia efficace, invece di continuare con template generici.

Perché la verità è questa: non hai bisogno di un business plan più dettagliato.

Hai bisogno di un business plan più utilizzabile.

E quella è tutta un’altra storia.