da Giulia Ceschi | Set 25, 2025 | Meta Ads, Strategia
Ti sei mai chiestə perché alcune persone riescono a vendere consulenze, corsi, servizi o prodotti con Instagram… mentre tu, pur postando ogni giorno, ottieni solo qualche like e clienti che non arrivano mai?
Spoiler: non dipende dall’algoritmo, né dal “talento” per le stories.
La differenza la fa la strategia.
E una strategia Instagram marketing efficace non nasce per caso, ma si costruisce con metodo (e con una bella dose di test).
In questa guida trovi tutto quello che ti serve per costruire un sistema di marketing Instagram che funziona anche se non sei un influencer e non vuoi passare la giornata a ballare davanti alla fotocamera.
Cos’è una strategia Instagram marketing?
Partiamo subito dai fondamentali.
Fare una strategia Instagram marketing non significa postare tutti i giorni a caso, rincorrere i follower o copiare i contenuti “virali” degli altri.
Strategia vuol dire sapere esattamente perché fai ogni cosa, con quale obiettivo e con quale percorso porti le persone da “non ti conosco” a “ti scelgo come consulente/freelance”.
Una strategia Instagram efficace è fatta di:
- Obiettivi chiari e misurabili
- Scelta del pubblico giusto (niente “parlo a tutti”)
- Pianificazione dei contenuti in base alle fasi del percorso cliente
- Mix di contenuti organici e sponsorizzati
- Misurazione continua e adattamento (sì, anche i migliori sbagliano e aggiustano il tiro)
Se vuoi vedere come questo approccio cambia tutto, dai un’occhiata a Promuovere post Instagram funziona? La guida pratica per coach e consulenti, dove troverai la differenza tra azioni casuali e sistema.
Step 1: Definisci chi vuoi attrarre e perché dovrebbe seguirti
La domanda “a chi vuoi parlare?” è la base di tutto.
Se non hai ancora chiaro il tuo cliente ideale, ti consiglio di leggere subito Identikit del cliente ideale: smetti di cercare il cliente perfetto.
Domande chiave:
- A chi vuoi davvero vendere? (età, genere, area geografica, interessi, pain point)
- Perché questa persona dovrebbe seguirti, leggere i tuoi contenuti, sceglierti tra mille competitor?
- Qual è il suo problema principale (che tu risolvi meglio di chiunque altro)?
Senza queste risposte, tutto il resto (piano editoriale, copy, ads) serve a poco.
Step 2: Scegli gli obiettivi (misurabili, non “vorrei crescere”)
Strategia senza obiettivi chiari = caos.
Un obiettivo deve essere concreto e quantificabile.
Ti faccio qualche esempio pratico:
- Raccogliere 10 richieste DM qualificati al mese
- Vendere 5 consulenze/servizi ogni mese tramite Instagram
- Far iscrivere 50 persone a una newsletter o a una challenge
- Portare 100 utenti a una landing page (che converte!)
Un obiettivo “giusto” ti fa capire subito se stai andando bene o se devi cambiare rotta.
Se vuoi vedere come collegare obiettivi, offerte e azioni, ti consiglio di approfondire nell’articolo Funnel marketing: come trasformare sconosciuti in clienti paganti.
Step 3: Progetta il percorso cliente (da follower a cliente pagante)
Il percorso non è lineare, ma deve essere guidato da te.
Esempio classico per chi vende servizi:
- Una persona ti scopre grazie a un reel, una storia, una sponsorizzata.
- Ti segue, inizia a interagire, salva o commenta contenuti.
- Si iscrive a una risorsa gratuita (lead magnet), ti scrive in DM, partecipa a una challenge.
- Riceve contenuti di valore, sente che “parli proprio a lei/lui”.
- Decide di prenotare una consulenza (o acquistare un prodotto/servizio).
Tutto questo non succede per caso.
Ogni step va pensato, con contenuti che parlano a diverse fasi del percorso.
Step 4: Scegli il mix di contenuti (organici e sponsorizzati)
Non esiste una formula unica, ma ecco le linee guida più efficaci:
- Contenuti organici:
- Reel/Video brevi per farsi scoprire da nuovi utenti
- Post di valore (guide, mini-casi studio, checklist) per posizionarti come esperto
- Storie quotidiane e interattive per “scaldare” i follower e mostrare il dietro le quinte
- Caroselli per spiegare processi, errori, strategie
- Testimonianze e risultati
- Contenuti sponsorizzati:
- Promozione di reel/post che hanno già performato bene
- Storie sponsorizzate con CTA chiara (DM, prenotazione, risorsa gratuita)
- Campagne di retargeting su chi ha interagito, visitato il profilo, lasciato like
- Ads su offerte specifiche (challenge, consulenze, webinar, promozioni lampo)
Vuoi un confronto approfondito tra organico e adv? Leggi Nel 2025 meglio contenuti organici o sponsorizzare?
Step 5: Crea un piano editoriale intelligente (non serve postare ogni giorno!)
Non è la quantità che fa la differenza, ma la qualità.
Non serve postare 7 giorni su 7 per ottenere risultati.
Meglio 2-3 contenuti forti a settimana, con obiettivo chiaro per ciascuno (far conoscere, far agire, far riflettere, far prenotare).
Consiglio:
Sfrutta le rubriche settimanali, pianifica i temi (problemi frequenti, errori, casi studio, domande ricorrenti), lascia sempre spazio all’attualità o ai trend del momento.
E se non sai che tipo di contenuti usare, approfondisci in Come creare contenuti coinvolgenti per la promozione su Instagram.
Step 6: Misura, analizza, aggiusta (la parte che nessuno fa!)
Una strategia senza dati non è una strategia, è un’illusione.
Controlla ogni settimana le metriche chiave:
- Quanti nuovi follower (qualificati!) hai attratto?
- Quanti DM/richieste/lead hai ottenuto?
- Quale tipo di contenuto ti ha portato più risultati (non solo like, ma richieste vere)?
- Quanto ti è costato ogni contatto/lead/conversione?
Se vuoi capire dove stanno andando i tuoi soldi, e come leggere i dati senza impazzire, leggi Come leggere i dati di Instagram Ads: la guida semplice.
Errori da evitare (li fanno tutti, ma tu non più)
- Copiare i competitor senza capire perché fanno certe cose
- Cercare “la ricetta perfetta” quando invece serve testare e adattare alla propria nicchia
- Puntare tutto su un solo tipo di contenuto (solo reel, solo post, solo storie…)
- Pensare che il risultato sia “avere tanti follower” invece che clienti veri
- Non collegare Instagram a un sistema più ampio (newsletter, blog, sito, altri canali social)
Se vuoi capire come distinguerti davvero, approfondisci in Analisi concorrenza: come sbaragliare i competitor (senza copiarli).
Checklist pratica: la strategia Instagram in 7 step
- Definisci il tuo cliente ideale (niente “parlo a tutti”)
- Scegli 1-2 obiettivi misurabili
- Disegna il percorso cliente (dalla scoperta alla conversione)
- Costruisci il mix di contenuti più adatto (organico + adv)
- Pianifica il piano editoriale (meno, ma meglio)
- Monitora i dati che contano davvero
- Adatta la strategia ogni mese: quello che funziona oggi, magari tra 2 mesi non va più
Se vuoi trasformare Instagram in una vera macchina di acquisizione clienti (e non solo in una vetrina per like) puoi scaricare Adscheck 7 (la checklist pratica per capire dove perdi soldi e cosa devi migliorare subito) o prenotare una consulenza strategica: analizziamo insieme il tuo sistema, i tuoi dati e ti aiuto a costruire la strategia su misura per te.
Ricorda:
Se vuoi risultati veri su Instagram, non ti basta pubblicare “a caso” o copiare chi ha più follower.
Serve una strategia cucita addosso a te, che evolve ogni mese con il tuo business.
E quella, credimi, è tutta un’altra storia.
da Giulia Ceschi | Set 22, 2025 | Meta Ads
Hai mai aperto il pannello delle inserzioni di Instagram e ti sei sentito come di fronte a un geroglifico egizio?
Impression, click, CPM, CTR, risultati che sembrano alti ma clienti che non arrivano…
Beh, sappi che non succede solo a te.
Il 90% dei freelance, coach e consulenti che conosco confonde le metriche “belle” (vanity metrics) con quelle che fanno davvero la differenza sul business.
Ma capire i numeri delle tue sponsorizzate è fondamentale per sapere se stai investendo bene i tuoi soldi o se stai solo “pagando Instagram per farti vedere”.
E la verità è che leggere i dati è molto più semplice di quello che credi (se sai dove guardare e cosa ignorare).
Perché leggere i dati delle ads è l’arma segreta di chi vende davvero
Quando capisci come funziona la dashboard di Meta Ads, ti accorgi che la differenza tra chi “spera” che arrivi un DM e chi riceve richieste ogni settimana sta tutta nei numeri.
Eppure, la tentazione è grande: ci si ferma ai numeri grossi (quante persone hanno visto la storia, quanti like, quante impression). Ma nessuno vive di visualizzazioni: quello che ti interessa davvero è quanti hanno fatto l’azione che ti porta clienti.
Se vuoi capire come ottimizzare davvero le tue campagne prima di guardare i dati, leggi Promuovere post Instagram funziona?: ti aiuta a distinguere tra numeri che servono e quelli che illudono.
Le metriche che devi conoscere (e quelle che puoi ignorare)
Partiamo subito dalle basi.
Le metriche di Instagram Ads sono tante, ma per il 90% dei freelance e coach, te ne servono davvero solo 5:
1. Impression e copertura
- Impression: quante volte la tua ads è stata visualizzata (anche due volte dalla stessa persona).
- Copertura: quante persone uniche hanno visto la tua ads almeno una volta.
Copertura > Impression = pubblico “fresco”, Impression > Copertura = stai raggiungendo sempre gli stessi (rischio saturazione).
2. CPM (Costo per Mille Impression)
Quanto paghi per 1000 visualizzazioni.
Utile per capire la competitività del target: CPM alto? Forse il pubblico è troppo generico, la concorrenza alta, o la creatività poco interessante. CPM basso? Stai pagando meno per essere visto.
3. CTR (Click Through Rate)
La percentuale di persone che ha cliccato sul link o sulla CTA dopo aver visto l’annuncio.
Un buon CTR (per servizi/freelance) sta tra lo 0,8% e il 2%.
CTR basso? Probabilmente la creatività non è abbastanza coinvolgente, o il messaggio non risuona.
4. CPC (Costo per Click) / Costo per Risultato
Quanto paghi ogni volta che qualcuno fa l’azione che vuoi (click, DM, prenotazione, ecc).
Da tenere sott’occhio se vuoi capire quanto ti costa ottenere un contatto vero.
5. Conversioni (DM, richieste, lead)
La vera metrica che conta: quanti hanno effettivamente scritto, prenotato, lasciato i dati, chiesto informazioni.
Questi sono i “numeri che mangiano”, tutto il resto è solo traffico.
Se vuoi un confronto tra diversi obiettivi e metriche, puoi trovare esempi concreti nell’articolo Quanto costa promuovere su Instagram?.
Come leggere la dashboard senza farti fregare dai “numeri belli”
Apro la dashboard.
Vedo: Impression 24.000, CPM 4€, Click 211, DM ricevuti 5.
Sembra una buona campagna? Solo in parte.
Quello che devi chiederti sempre è: quanti risultati reali (DM, prenotazioni, lead) ho avuto? E quanto mi sono costati davvero?
Se spendi 100€ per avere 5 DM, stai pagando 20€ per ogni richiesta.
Il che può andare bene solo se il valore del cliente è alto, altrimenti c’è da cambiare rotta.
Se vuoi una checklist pratica per capire dove perdi soldi, scarica subito Adscheck 7.
Come usare i dati per migliorare le campagne
Il segreto è non fissarti mai su una sola metrica.
Ecco un processo semplice che puoi applicare ogni settimana:
- Guarda prima i risultati (DM/lead/richieste).
- Se sono bassi, guarda CTR: se <1%, la creatività va cambiata (testa una versione con messaggio più chiaro o visual diverso).
- Se CTR buono ma conversioni basse: forse l’offerta o la pagina di atterraggio non convince.
- Se CPM alto: cambia target o restringi pubblico.
- Se CPC sale giorno dopo giorno: la campagna si è “esaurita”, serve cambiare il pubblico o rinnovare la creatività.
Quando testi nuove campagne, non cambiare tutto insieme: varia un solo elemento per volta (copy, visual, target), così capisci davvero cosa funziona.
Hai bisogno di esempi di test e ottimizzazione? Li trovi nell’articolo Come scegliere il target delle sponsorizzate Instagram.
Errori comuni (e come evitarli)
- Guardare solo le visualizzazioni: Un numero alto di visualizzazioni non significa nulla se nessuno agisce.
- Cambiare tutto insieme: Se modifichi creatività, target e budget contemporaneamente, non saprai mai cosa ha davvero migliorato i risultati.
- Non tracciare le conversioni reali: Tieni traccia manuale dei DM, delle richieste arrivate, delle vendite generate dalla campagna.
- Fissarsi sui like: Non servono a nulla (a meno che il tuo business sia… “vendere like”).
- Non avere un obiettivo chiaro: Non puoi ottimizzare se non sai esattamente cosa vuoi ottenere da ogni campagna.
Per evitare di cadere in questi errori, puoi rileggere la guida Meglio promuovere post o reel?, dove trovi tutte le domande strategiche da porti prima di cliccare “avvia”.
Cosa fare se i dati non ti convincono
Hai lanciato una campagna, hai letto tutti i numeri e… qualcosa non torna.
A questo punto puoi:
- Fermare la campagna, duplicarla e testare una variante (cambia un solo elemento).
- Chiedere feedback ai clienti: spesso una DM sincera (“Hai visto la mia storia/ads? Cosa ti ha colpito?”) vale più di mille metriche.
- Guardare cosa fanno i competitor: come sono le loro call to action, le loro storie sponsorizzate? Spesso si impara più da un’analisi di 5 inserzioni della concorrenza che da ore di studio.
- Ripartire dai fondamentali: hai scelto il target giusto? L’offerta è davvero chiara? Per approfondire la differenza tra strategia e tattica, puoi leggere Marketing strategist: perché il 95% delle aziende sbaglia tutto (e come rimediare).
Come iniziare ad usare i dati come un professionista
- Scarica sempre i dati delle tue campagne a fine promozione: puoi confrontare con quelle vecchie, vedere l’evoluzione, individuare i pattern.
- Non esiste “campagna perfetta”: l’ottimizzazione è continua. Quello che ha funzionato a giugno, magari a settembre non va più.
- Crea un file Excel/Google Sheet dove annoti costi, risultati, azioni fatte e cosa cambieresti la prossima volta.
- Ogni 2-3 campagne, fermati e fai un mini bilancio: quali metriche migliorano, quali peggiorano, dove stai “regalando” soldi a Meta.
Tieni sempre a mente questo: Instagram Ads non è una slot machine.
Chi vince è chi ragiona, testa, aggiusta e… non si accontenta dei numeri belli in dashboard.
Se vuoi finalmente capire dove stanno andando i tuoi soldi (e come trasformare le metriche in clienti veri), scarica Adscheck 7 – La checklist pratica per freelance, coach e consulenti che vogliono più clienti e meno sprechi con le sponsorizzate.
E se vuoi qualcuno che ti aiuti a leggere i tuoi dati e a costruire una strategia personalizzata, puoi sempre prenotare una consulenza: ti aiuto io, con un linguaggio chiaro e senza “vanity metrics”.
Ricorda:
Se vuoi davvero far crescere il tuo business con Instagram Ads, non ti basta “guardare i numeri che brillano”. Serve capire cosa c’è dietro ogni dato.
E quella, credimi, è tutta un’altra storia.
Le tue campagne pubblicitarie non portano nuovi clienti?
Inserisci i dati qui sotto per una consulenza e scopriamo insieme perché le tue campagne non stanno convertendo come dovrebbero.
da Giulia Ceschi | Set 18, 2025 | Meta Ads, Strategia
Quanti soldi hai già speso su Instagram Ads sperando che “prima o poi qualcuno risponda”?
Sei in buona compagnia: ogni mese, migliaia di freelance e consulenti investono in campagne che parlano… al pubblico sbagliato.
Il problema? Scegliere il target delle sponsorizzate su Instagram non è un dettaglio tecnico, è IL fattore chiave che separa le campagne che portano clienti da quelle che fanno solo “visualizzazioni”.
In questa guida impari, passo passo e con esempi pratici, a costruire il target giusto per ogni tua campagna, senza dover essere un media buyer, ma con la logica da strategist (cioè quella che funziona).
Perché sì, puoi anche avere la creatività più bella del mondo, ma se la mandi alle persone sbagliate… hai solo sprecato tempo, soldi e pazienza.
E se vuoi capire quanto incide il target sul costo finale, ti consiglio di leggere prima Quanto costa promuovere su Instagram?.
Perché il target è tutto (e nessuno te lo spiega mai davvero)
C’è una cosa che la maggior parte dei “tutorial” sulle ads non ti dice: Instagram non è la TV.
Non puoi permetterti di parlare a “tutti”.
Se scegli un pubblico troppo ampio, le tue inserzioni vanno a persone che non ti fileranno mai, ma che costano comunque.
Se invece riesci a parlare a chi davvero può diventare cliente (o almeno, vero fan), ogni euro speso torna indietro con gli interessi.
La verità scomoda: Il target “tutti 18–65 Italia” esiste solo nei corsi basic di Instagram (e nelle campagne di Coca-Cola).
Per chi vende servizi, consulenza o coaching, serve un pubblico molto più specifico (e un metodo per costruirlo).
Come scegliere il target per le sponsorizzate Instagram: step-by-step
1. Definisci il tuo cliente ideale (prima ancora di aprire il Gestore Inserzioni)
Qui non si scappa.
Non esiste target efficace se non sai chi vuoi davvero attrarre.
Hai già letto la guida? Se no, ti consiglio questa: Identikit del cliente ideale: smetti di cercare il cliente perfetto
In pratica:
- Chi sono i tuoi clienti migliori oggi?
- Dove vivono? Che età hanno? Che lavori fanno? Quali sono le loro passioni, paure, desideri?
- Qual è il loro problema principale (quello che tu risolvi)?
Solo dopo aver risposto, puoi aprire Meta Ads.
2. Scegli la modalità di targetizzazione più adatta
Instagram (tramite Meta Ads) ti permette diversi tipi di pubblico.
Ecco le principali:
a) Pubblico Personalizzato (Custom Audience)
Qui puoi “ripescare” chi già ti conosce:
- Persone che hanno visitato il tuo profilo Instagram negli ultimi 365 giorni
- Chi ha interagito con i tuoi post/storie
- Chi ha visitato il tuo sito
- Chi è iscritto alla tua newsletter (se hai caricato la lista)
Quando usarlo:
Per offerte calde, follow-up, promozioni speciali, lancio servizi, retargeting.
b) Pubblico Simile (Lookalike)
Instagram può trovare persone “simili” ai tuoi clienti migliori, partendo da una tua lista (clienti, iscritti, interagenti).
- Ti serve almeno una base di 100 clienti/interagenti.
- Ottimo per allargare il pubblico rimanendo comunque nel tuo “mondo”.
Quando usarlo:
Per lanciare offerte a persone che non ti conoscono, ma hanno caratteristiche simili a chi già compra.
c) Target per interessi e dati demografici
La classica segmentazione:
- Età, sesso, località
- Interessi (es: business, coaching, marketing, beauty, benessere, fitness…)
- Comportamenti (chi acquista online, chi ha interagito con determinati tipi di contenuti)
Quando usarlo:
Per campagne di acquisizione fredda, test di nuovi servizi, lanci di prodotti.
d) Target locale o iper-locale
- Utile se hai uno studio, organizzi eventi fisici, lavori solo in una città o area geografica.
- Puoi selezionare raggio anche di pochi chilometri da un indirizzo specifico.
Quando usarlo:
Promozione di eventi, aperture, promozioni flash “solo per chi è qui vicino”.
3. Segmenta e restringi il più possibile (ma senza esagerare!)
L’errore classico è passare da “tutti” a “pochissimi”.
Devi trovare il giusto equilibrio:
- Un pubblico troppo ampio = spese inutili.
- Un pubblico troppo ristretto = la campagna non parte o non dà dati utili.
Consigli pratici:
- Sotto le 10.000 persone, spesso l’ads non gira bene (tranne in campagne iper-locali).
- Sopra i 100.000 rischi dispersione (a meno che tu non abbia budget alto).
- Per campagne di test: 20–60k è spesso la dimensione migliore.
4. Testa sempre almeno due varianti di pubblico
Non dare mai per scontato che “funziona solo questo target”.
- Crea due versioni: una più ampia, una più specifica.
- Cambia UN solo parametro alla volta (es: solo località, solo interesse, solo età).
- Dopo 3 giorni confronta i risultati: quale CPM, CPC, conversion rate ottieni?
Qui trovi una checklist utile per confrontare le performance: Adscheck 7 – La checklist lampo che ti dice dove perdi soldi con le ads
5. Usa i dati delle campagne precedenti per migliorare il target
Instagram ti dà una marea di dati… se li guardi!
- Chi ha cliccato? Che età hanno? Dove vivono? Che device usano?
- Quali storie/post hanno avuto più interazioni?
Dopo ogni campagna:
- Entra in Gestore Inserzioni → Report dettagliato.
- Analizza: il pubblico che converte è lo stesso che avevi immaginato?
- Cambia i parametri in base ai dati, non alle intuizioni.
Vuoi imparare a leggere i dati come un professionista? Leggi anche Quanto costa promuovere su Instagram?
Esempi pratici di target che funzionano (davvero)
Esempio #1 – Coach che vende sessioni 1:1 online
- Pubblico: Donne 30–45 anni, Italia nord, interessi coaching, crescita personale, mindset.
- Test: Custom audience (chi ha visitato sito negli ultimi 90 giorni) VS lookalike (simili a chi ha prenotato sessione)
- Risultato: Lookalike 2x più economico per lead, ma custom audience più facile da chiudere in call.
Esempio #2 – Consulente marketing per negozi fisici
- Pubblico: Uomini/donne 28–55 anni, città specifica (es: Roma), interessi imprenditorialità, business, retail.
- Test: Target città + interessi VS solo raggio 5km dallo studio
- Risultato: Raggio 5km ha portato più DM con meno spesa, ma pochi hanno chiuso: serviva prequalificare meglio con copy.
Esempio #3 – Psicologa che promuove gruppo terapeutico
- Pubblico: Donne 25–35, interessi psicologia, salute mentale, residenti nella stessa città
- Test: Pubblico “caldo” (chi ha interagito su Instagram negli ultimi 30 giorni) VS pubblico freddo
- Risultato: DM da pubblico caldo costati il 40% in meno.
Errori da evitare (li fanno quasi tutti)
- Target troppo generico (“Italia, 18–65”)
Vuol dire solo sprecare soldi.
- Cambiare mille parametri insieme
Così non capirai mai cosa funziona davvero.
- Targetizzare solo per interessi “macro”
“Business”, “coaching”, “marketing” sono troppo ampi: prova interessi più di nicchia o incrocia più interessi.
- Dimenticare i custom audience
Spesso chi è già passato dal tuo profilo o sito converte meglio (e costa meno!).
- Non aggiornare mai il target
I dati cambiano: aggiorna le audience ogni 1–2 mesi, elimina quelle che non performano.
- Non segmentare tra mobile e desktop
Soprattutto per servizi che si prenotano da smartphone: meglio separare.
Domande frequenti
Come faccio a sapere se ho scelto il target giusto?
Se ricevi DM, richieste, prenotazioni con costi sostenibili (cioè in linea con il valore del cliente), sei sulla strada giusta. Se ottieni solo visualizzazioni, cambia subito!
Posso usare lo stesso pubblico per post, reel e storie?
Dipende: storie spesso funzionano meglio su pubblico caldo o localizzato. Testa e monitora.
Ogni quanto devo aggiornare il target?
Almeno ogni 1–2 mesi, o dopo ogni campagna importante.
Quanti target devo testare per ogni campagna?
Almeno due, ma non più di 3–4 per non disperdere il budget.
E se non so da dove partire?
Usa i tuoi clienti attuali come base: crea un pubblico simile su Meta Ads (lookalike) o chiedi una consulenza per una strategia personalizzata.
Vuoi capire davvero quale pubblico scegliere per le tue sponsorizzate (e smettere di buttare soldi su target casuali)?
Scarica gratis Adscheck 7, la checklist pratica per chi vuole più clienti e meno sprechi su Instagram.
Oppure prenota una consulenza strategica: ti aiuto io a trovare il pubblico più giusto per te e a impostare una campagna che converte davvero.
Ricorda:
Se vuoi clienti veri dalle tue campagne su Instagram, non ti basta scegliere un pubblico a caso o copiare quello degli altri.
Serve metodo, dati e la volontà di migliorare ogni volta.
E quella, credimi, è tutta un’altra storia.
Le tue campagne pubblicitarie non portano nuovi clienti?
Inserisci i dati qui sotto per una consulenza e scopriamo insieme perché le tue campagne non stanno convertendo come dovrebbero.
da Giulia Ceschi | Set 15, 2025 | Meta Ads, Strategia
Dimmi la verità: quante volte hai pensato: “Ok, voglio far partire una sponsorizzata su Instagram… ma quanto devo spendere per avere risultati veri?”
Se anche tu sei finitə a googlare “budget minimo Instagram”, “quanto costa sponsorizzare post Instagram”, “costo storia sponsorizzata Instagram”, allora questo articolo è la cosa migliore che leggerai oggi.
La risposta breve? Dipende (e chi ti dà una cifra fissa sta solo semplificando troppo).
La risposta lunga (e quella che ti farà davvero risparmiare soldi) la trovi qui sotto.
E alla fine ti spiego perché il vero costo di Instagram non è solo il budget pubblicitario, ma tutto quello che ci sta intorno.
Perché capire i costi è (quasi) più importante del messaggio
Partiamo dal problema più grande: Molti freelance e consulenti si convincono che “basta mettere 5 euro” per iniziare a vedere risultati.
La realtà è che la spesa pubblicitaria è solo una parte del costo reale.
Se non sai come funziona la piattaforma, il rischio è di buttare soldi in campagne che non portano nulla…
E allora tanto vale leggere Promuovere post Instagram funziona? La guida pratica per coach e consulenti per capire dove stai sbagliando prima di spendere anche solo 1 euro.
Quanto devi spendere per promuovere su Instagram
1. Budget minimo giornaliero
- Dall’app Instagram: puoi partire anche da 1€ al giorno, ma onestamente sotto i 3–5€ non hai dati utili.
- Dal Gestore Inserzioni Meta: Instagram ti suggerisce almeno 1€ al giorno, ma per vedere risultati reali consiglio minimo 5–10€ al giorno per ogni campagna, meglio se la tieni attiva almeno 3–5 giorni.
Non è solo il budget a fare la differenza, ma anche messaggio e target (ne parliamo qui: Identikit del cliente ideale: basta cercare il cliente perfetto).
2. Costo per risultato (CPC, CPM, CPL, DM…)
Cosa paghi, in concreto?
- CPM (costo per 1000 visualizzazioni): in Italia spesso tra 3 e 10€ (dipende dal settore, dalla stagione e dal pubblico).
- CPC (costo per click): in media 0,20–0,70€ (ma se il pubblico è molto di nicchia, può salire).
- Costo per DM o per lead: può variare tantissimo: da 1–2€ se la campagna è ben impostata e il messaggio è forte, a 10–20€ se “spari nel mucchio” (leggi qui Come sponsorizzare una storia su Instagram per vedere come ottimizzare).
Attenzione:
Non esiste un prezzo fisso. Una promo a gennaio può costare la metà della stessa promo a dicembre (Natale = concorrenza massima = costi più alti).
3. Durata della campagna
Non me lo dire: la tua tentazione in questo momento è quella di dire: “Metto tutto il budget in un giorno così vedo subito cosa succede”.
Errore classico.
Le campagne Instagram hanno bisogno di un po’ di “rodaggio”.
Questo significa, in parole povere, che l’algoritmo deve capire chi reagisce davvero.
Consiglio:
- Mai meno di 5 giorni.
- Meglio ancora campagne da 7–10 giorni, soprattutto se il pubblico è piccolo.
I costi nascosti delle Meta Ads
Oltre al budget “visibile” (ossia quello che abbiamo visto nel paragrafo precedente), ci sono altri costi (spesso sottovalutati) che fanno la differenza tra “gioco a sponsorizzare” e “faccio marketing serio”.
1. Il costo della creatività
Non basta un selfie e via:
- Se vuoi risultati, servono video/foto ben pensati, con testi chiari, branding coerente e CTA efficace.
- Se ti affidi a un grafico o videomaker, metti in conto da 50 a 200€ a creatività, a seconda della qualità.
- Se fai da solo, il costo è il tuo tempo (e il tempo, per un professionista, vale più del denaro).
Vuoi idee di contenuti efficaci? Leggi: Contenuti organici per vendere: perché battono le ads (e come usarli)
2. Il costo dell’ottimizzazione
- Se ti limiti a promuovere senza mai guardare i dati, il costo reale è “opportunità persa”.
- Ogni campagna va seguita, aggiustata, migliorata (modifiche su pubblico, creatività, orari, offerte).
- Anche qui: il tempo che dedichi vale oro, soprattutto se sei un freelance.
Ti manca una checklist di controllo?
Scarica Adscheck 7 – La checklist che in 15 minuti ti dice dove perdi soldi con le ads.
3. Il costo della strategia
Il costo maggiore è “non avere una strategia”:
- Se sponsorizzi post o storie “a caso”, spendi poco per volta ma tanto alla fine, senza mai capire cosa funziona davvero.
- Senza una visione chiara, spesso si brucia budget su vanity metrics (like, visualizzazioni) invece che su conversioni vere (DM, appuntamenti, clienti).
- Meglio investire un po’ di più per avere una consulenza o una strategia personalizzata che ti fa risparmiare errori, tempo e denaro nel medio periodo.
Scopri perché la strategia fa la differenza:
Marketing strategist: perché il 95% delle aziende sbaglia tutto (e come rimediare)
Errori da evitare quando calcoli il budget
Non è solo “quanto metto” — ecco dove sbagliano tutti:
- Pensare che più spendi = più risultati
Senza messaggio/target/creatività ottimizzati, spendere di più significa solo… sprecare di più.
Approfondisci qui: Promuovere post Instagram funziona?
- Scegliere il pubblico troppo ampio
Se hai budget basso, devi restringere molto il target. Meglio pochi, ma “giusti”.
- Ignorare la stagionalità
Durante eventi, Black Friday, feste, i costi salgono anche del 40–60%.
- Non avere un obiettivo chiaro
Vuoi DM, prenotazioni, iscritti? Fissa UN obiettivo e misura solo quello. Se vuoi approfondire, leggi anche Come sponsorizzare una storia su Instagram: la guida completa
- Non monitorare le campagne
Il “metti e dimentica” non funziona: serve guardare i dati ogni 24 ore, fare piccoli aggiustamenti.
Domande frequenti
Qual è il budget minimo consigliato?
Almeno 5€/giorno, meglio 7–10€ se il target è ristretto o vuoi risultati rapidi.
Meglio una campagna lunga o breve?
Meglio almeno 7–10 giorni: l’algoritmo ha bisogno di tempo per “capire” a chi mostrare la promo.
Si può partire con piccoli budget e poi aumentare?
Sì, anzi: testare con poco è intelligente. Ma se vedi che funziona, aumenta gradualmente il budget (non tutto insieme, per evitare shock all’algoritmo).
Quanto devo spendere per ottenere un cliente nuovo?
Dipende dal tuo settore e dalla qualità del funnel. Con una strategia mirata, spesso bastano 10–30€ per un lead qualificato.
Se vuoi capire quanto dovresti investire nel tuo caso, puoi usare la Guida al funnel marketing per fare due calcoli.
Quando NON ti conviene promuovere su Instagram?
- Se non hai ancora una pagina/profilo ottimizzato (bio, contenuti organici, highlights) — leggi Identikit del cliente ideale: smetti di cercare il cliente perfetto per capire chi vuoi attrarre.
- Se vuoi solo “più follower” senza strategia di conversione.
- Se non hai un’offerta o una CTA chiara.
- Se il tuo pubblico non usa Instagram (succede ancora in alcuni settori).
Vuoi evitare di buttare via il budget sulle ads?
Scarica subito Adscheck 7, la checklist pratica che in 15 minuti ti mostra dove le tue campagne Instagram (e Facebook) stanno perdendo soldi.
Se vuoi una strategia su misura, prenota una consulenza con me: analizziamo insieme il tuo caso, costruiamo il budget giusto e ti aiuto a trasformare i numeri in clienti veri.
Ricorda
Se vuoi davvero ottenere risultati dalle promozioni su Instagram, non ti basta “decidere il budget e sperare”.
Serve una strategia, una creatività giusta, e la capacità di leggere i dati (e cambiare strada se non funziona).
E quella — fidati — è tutta un’altra storia.
da Giulia Ceschi | Set 11, 2025 | Meta Ads
Ammettilo: almeno una volta hai cliccato sul pulsante “Metti in evidenza” sotto una storia, hai investito 5 euro “per provare” e… niente.
Zero richieste, zero DM, forse solo qualche visualizzazione in più.
E lì è sorto il dubbio: “Sono io che sbaglio? Funziona davvero sponsorizzare le storie o è solo una trovata per farci spendere?”
La verità è questa: sponsorizzare una storia su Instagram può essere una delle strategie più efficaci per freelance, coach, consulenti e piccoli business… ma solo se sai davvero cosa stai facendo.
Ma te lo dico già: non basta mettere una storia a caso, scegliere un pubblico a caso e sperare in qualche like.
In questa guida trovi tutto quello che serve per sponsorizzare storie Instagram in modo strategico, senza buttare via un euro, senza cadere nei soliti errori e senza illusioni da “guru”.
Perché sponsorizzare una storia su Instagram?
Facciamo chiarezza: le storie sono il formato più consumato e “intimo” di Instagram.
Ogni giorno più di 500 milioni di utenti guardano le storie. Le scorrono per abitudine, spesso anche distrattamente, ma proprio per questo diventano uno spazio ideale per farti notare — se sai colpire nel modo giusto.
Ecco perché dovresti considerare seriamente le storie sponsorizzate:
- Visibilità immediata: Le storie sono in cima all’app. Il tuo contenuto non finisce sepolto tra i post, ma compare subito tra le prime cose che vede il tuo pubblico.
- Formato autentico: Le storie sono percepite come “meno patinate” rispetto ai post. Un messaggio diretto, una call to action chiara, un’offerta lampo: qui funzionano.
- Interazione facile: Sondaggi, domande, swipe up, box link… tutto pensato per far agire chi guarda, non solo per “guardare”.
- Costo contenuto (se sai cosa fai): A parità di budget, spesso una storia sponsorizzata ti costa meno di una sponsorizzata classica sul feed. Ma il segreto è il target giusto, il messaggio giusto, il momento giusto.
E se il tuo dubbio è quello che qualcuno guardi le tue storie in anonimo, ti consiglio di approfondire in questo articolo Storie Instagram in anonimo: come vendere quando non sai chi ti guarda
Quando funziona DAVVERO una storia sponsorizzata?
Quando hai un obiettivo preciso: raccogliere DM, spingere a una prenotazione, promuovere un’offerta-lampo, annunciare un evento.
Se “speri” solo in qualche follower in più, non aspettarti magie: meglio essere chiari subito.
Come sponsorizzare le storie dall’app Instagram
Questo è il metodo rapido, amato da chi “va di fretta”:
- Pubblica una storia come sempre.
- Clicca su “Metti in evidenza” (o “Promuovi”).
- Scegli obiettivo, pubblico, budget.
- Invii.
Quando usarlo?
Solo se vuoi testare velocemente una promo, se non hai tempo di andare su Gestore Inserzioni, o per micro-offerte locali.
Limiti:
- Personalizzazione minima.
- Targeting meno avanzato.
- Non puoi scegliere tutte le metriche, né fare test A/B reali.
- Attenzione: molte funzioni (come retargeting avanzato, pubblico simile, obiettivi lead) NON sono disponibili qui.
Come sponsorizzare le storie dal Business Manager
Questo è il metodo “da strategist” che puoi fare da pc.
Sì, richiede più tempo, ma solo qui hai tutto il controllo che ti serve per campagne serie.
Ecco come fare:
Step 1 – Crea la storia come contenuto organico
Prepara la tua storia come se la dovessi pubblicare “normale”:
- 15 secondi massimo (puoi fare anche caroselli di storie, ma in adv meglio una).
- Video verticale 9:16 (1080×1920 px).
- Copy super breve: la gente non legge più di due righe.
- CTA chiara (es: “Scrivimi in DM”, “Scopri di più”, “Prenota ora”, “Fai swipe up”).
- Branding visibile (logo, colori, tono, per essere riconoscibile).
Tip da strategist:
A volte funziona meglio creare una storia “dedicata” solo per la sponsorizzata, diversa da quella organica.
Sii intenzionale: pensa come deve sentirsi chi la guarda (“Questa storia mi parla proprio!”).
Step 2 – Accedi al Gestore Inserzioni
- Vai su Facebook Ads Manager.
- Clicca su “Crea Inserzione”.
- Scegli l’obiettivo: “Traffico”, “Interazioni”, “Messaggi” o “Lead” (scegli quello che porta più vicino al tuo vero obiettivo).
Step 3 – Imposta il pubblico
Questa è la vera svolta rispetto al tasto “metti in evidenza”.
- Puoi usare custom audience (chi ha visitato il profilo, chi ha interagito con i tuoi post, chi ha visto almeno il 50% delle tue storie negli ultimi 30 giorni, chi ha visitato il sito, ecc.).
- Puoi creare pubblici simili (“lookalike”) ai tuoi clienti migliori.
- Puoi segmentare per località (utile per attività locali, studi, professionisti che lavorano in una zona).
- Segmenta per interessi reali (coaching, benessere, business, marketing, crescita personale, ecc.).
- NON usare “tutti Italia, 18-65”, a meno che tu non abbia davvero un prodotto per tutti.
Step 4 – Scegli il posizionamento “Solo Storie Instagram”
- Vai su “Modifica posizionamenti”.
- Deseleziona tutto tranne “Storie Instagram”.
- Così il budget va solo dove vuoi tu.
Step 5 – Carica la creatività (video/foto)
- Formato: 9:16, meglio se video breve (anche selfie, ma professionale!).
- Usa sottotitoli: l’80% guarda storie senza audio.
- Visual accattivante: colori vividi, testo grande, pochi elementi.
- CTA visiva chiara e ripetuta (es: freccia che indica swipe up, o “Scrivimi ora”).
Step 6 – Imposta budget e calendario
- Anche 5–10€ al giorno possono bastare per testare.
- Meglio almeno 5 giorni di campagna (se troppo breve non hai dati validi).
- Tieni d’occhio la frequenza: se il pubblico è ristretto, la stessa persona vedrà la tua storia più volte (non sempre un male, ma occhio!).
Step 7 – Monitoraggio & ottimizzazione
- Controlla dopo 24-48 ore: il tasto “duplicare e migliorare” è il tuo migliore amico.
- Guarda le metriche: CPM (costo per mille visualizzazioni), CTR (quanti cliccano), CPC (costo per click), DM ricevuti, richieste.
- Se una storia non funziona, cambia una cosa per volta: pubblico, visual, CTA, copy.
Errori da evitare se vuoi sponsorrizare una storia su Instagram
Qui vado dritta al punto.
Hai mai visto chi sponsorizza una storia con la scritta “Ciao ragazzi oggi sono in diretta!” a caso?
Ecco i 7 errori più diffusi tra freelance, coach e consulenti che vogliono vendere con le storie:
- Nessun obiettivo concreto: “Faccio vedere la mia giornata”.
—> Ok, ma vuoi DM, prenotazioni, iscrizioni? Scegli UN obiettivo chiaro.
- Pubblico troppo ampio o troppo generico:
—> Se vendi servizi a donne 35–55 appassionate di benessere a Milano, NON selezionare tutta Italia 18–65!
- Storytelling troppo “confessionale” (senza collegamento all’offerta):
—> La gente si connette alle emozioni, ma deve capire cosa fare dopo!
- Sponsorizzata con immagini o video di bassa qualità:
—> Sì, i selfie funzionano, ma devono essere curati: luce, audio, scritte grandi, logo, colori brand.
- Non inserire una CTA visibile:
—> Non aspettarti che la gente “capisca cosa vuoi”: diglielo!
- Budget troppo basso per pubblico troppo grande:
—> 5€ su 100.000 persone? Non basta. Meglio piccolo pubblico e messaggio forte.
- Non misurare i risultati (o misurare le vanity metrics):
—> Non guardare solo le visualizzazioni. Guarda i DM, le prenotazioni, i click.
Leggi anche: Compra follower Instagram e Instagram ti manda in shadowban
Domande Frequenti
Quanto costa sponsorizzare una storia su Instagram?
Puoi partire anche con 1€ al giorno, ma per avere dati “veri” ti consiglio almeno 5–10€ al giorno per 3–5 giorni. Più il pubblico è ampio, più serve budget. In una fase di test è inutile investire in cifre troppo alte: meglio rimanere contenuti, vedere cosa funziona, ottimizzare e poi scalare.
Quanto tempo serve per vedere i risultati?
Se hai iniziato a sponsorizzare una storia su Instagrma, normalmente già dopo 24-48 ore hai i primi dati. Se la campagna è “giusta”, i DM arrivano subito. Ma dai almeno 3 giorni per ottimizzare.
Che formato devo usare?
Sempre 9:16 (verticale), meglio video. Testo grande, CTA chiara, niente fronzoli.
Posso sponsorizzare una storia su Instagram già pubblicata da più di 24 ore?
No: puoi solo storie pubblicate di recente (nelle ultime 24h). Oppure caricare la creatività direttamente in Gestore Inserzioni.
Meglio promuovere storie, post o reel?
Dipende da cosa vuoi ottenere. Trovi un confronto dettagliato a questo articolo “Meglio promuovere post o reel?”
Serve un account business?
Sì. Ma anche da un account Creator è possibile. E ti consiglio di collegarlo a una pagina Facebook per usare tutte le funzioni avanzate di Meta.
Come scelgo il pubblico migliore?
Parti dai tuoi clienti attuali: crea pubblici simili, usa le custom audience, restringi per interessi reali. Se vuoi una guida pratica, qui trovi una checklist gratuita Ads Check 7.
Elementi per storie che convertono
Perché una storia funzioni DEVE colpire subito e guidare all’azione.
Ecco alcuni consigli utili che applico anche per i miei clienti:
- Testo grande, pochi elementi: la storia va letta in 2 secondi, non in 10.
- Colore dominante: meglio colori vivi, che si notino nel flusso delle storie.
- Video meglio di foto: movimento attira di più (anche se è un boomerang o una transizione).
- Branding discreto ma visibile: non serve il logo gigante, basta una palette coerente.
- CTA sempre presente: “Scrivi ORA”, “Scopri come”, “Fai swipe up”, “Blocca la promo”, ecc.
- Testa più versioni: cambia un dettaglio alla volta (test A/B) per capire cosa funziona meglio.
Approfondisci qui: Nel 2025 meglio contenuti organici o sponsorizzare?
Checklist operativa: controlla qui prima di promuovere
Prima di sponsorizzare una storia su Instagram, verifica qui sotto di aver completato tutti i passaggi:
- Scelto UN obiettivo chiaro (DM? Click? Prenotazioni?)
- Preparato la creatività in 9:16, testo grande, CTA visibile
- Impostato il pubblico giusto (no “tutti”, sì nicchia/target simile ai tuoi migliori clienti)
- Inserito il budget giusto (minimo 5€ al giorno, almeno 3 giorni)
- Fatto attenzione ai posizionamenti (solo “Storie Instagram”)
- Monitorato ogni 24 ore (e cambiato UNA cosa per volta se non funziona)
- Salvato i dati e i risultati per ottimizzare le prossime campagne
Se vuoi trasformare ogni euro speso in una storia sponsorizzata in veri clienti (e non in semplici visualizzazioni che spariscono), puoi:
- Scaricare Adscheck 7 (la checklist pratica che in 15 minuti ti mostra dove le tue campagne Meta perdono soldi)
- Prenotare una consulenza strategica con me: analizziamo insieme la tua prossima campagna e ti mostro come impostarla per risultati reali, non solo numeri belli in dashboard.
Ricorda:
Se vuoi clienti veri dalle storie Instagram, non ti basta schiacciare il tasto ‘promuovi’ a caso.
E quella, credimi, è tutta un’altra storia.
da Giulia Ceschi | Lug 29, 2025 | Meta Ads
Meglio promuovere post o reel?
Se stai ancora facendo questa domanda, probabilmente stai sbagliando approccio fin dall’inizio.
Perché la vera domanda non è “quale formato scegliere”, ma “come testare tutti i formati per capire cosa funziona meglio per ME”.
E te lo dimostro subito con un caso pratico che conferma quello che ho già spiegato nella mia guida completa su come promuovere post Instagram funziona.
Venerdì pomeriggio, ore 15:00. Lancio una campagna per un centro estetico. Abbiamo testato sia post che reels con messaggi diversi ma strategia integrata.
Risultato dopo 5 giorni: 11 contatti.
- 4 hanno prenotato subito la sessione di prova
- 3 erano interessati a servizi più costosi di quello promosso
- 1 fuori zona (ma comunque interessato)
- 2 non hanno risposto (mannaggia! ma ehi, dobbiamo pure dire le cose quando non vanno bene!)
Il segreto? Non abbiamo puntato tutto su un formato. Abbiamo testato entrambi, applicando quella strategia integrata che funziona sempre meglio dell’approccio “tutto o niente”.
Perché tutti sbagliano quando scelgono tra post e reels
Prima di entrare nel dettaglio di cosa funziona meglio, parliamo di perché la maggior parte dei professionisti ottiene risultati deludenti.
Il problema principale? Pensare che esista UN formato magico che risolve tutto.
La verità è che non esiste il formato perfetto. Esistono formati che funzionano meglio per obiettivi specifici, in momenti specifici, per audience specifiche. E questo è strettamente collegato a come definisci il tuo identikit del cliente ideale.
Ecco gli errori più comuni:
La maggior parte dei professionisti prende decisioni sui formati pubblicitari basandosi su convinzioni sbagliate o consigli generici. Questi errori costano tempo, budget e soprattutto opportunità di business. Riconoscerli è il primo passo per evitarli, esattamente come abbiamo visto quando parliamo di come definire correttamente il cliente ideale.
- Scegliere il formato basandosi su mode del momento
- Copiare quello che fanno i competitor senza testare
- Puntare tutto su un solo formato invece di diversificare
- Non considerare che pubblici diversi preferiscono formati diversi (e questo si ricollega direttamente alla definizione delle buyer personas)
- Focalizzarsi sul formato invece che sul messaggio
Ma quando inizi a testare con metodo, i risultati cambiano completamente.
Qual è il migliore tra reel e post da sponsorizzare?
Ora entriamo nel pratico.
La risposta è: dipende dai tuoi obiettivi e dal tuo pubblico.
Proprio come ho spiegato nel dettaglio nel mio articolo su quando e come promuovere post Instagram funziona.
Quando i POST funzionano meglio
Per awareness e branding:
I post sponsorizzati eccellono quando devi costruire credibilità e fiducia. Sono ideali per contenuti che richiedono approfondimento e riflessione, dove il pubblico ha bisogno di tempo per elaborare il messaggio.
- Messaggi educativi complessi
- Testimonianze dettagliate
- Spiegazioni approfondite
- Contenuti che richiedono riflessione
Per lead generation:
Quando l’obiettivo è raccogliere contatti qualificati per servizi ad alto valore, i post permettono di presentare informazioni dettagliate e costruire la fiducia necessaria per convincere qualcuno a lasciare i propri dati. Questo processo funziona meglio quando hai chiaro il tuo identikit del cliente ideale e sai esattamente a chi stai parlando.
- Pubblici più maturi (35+ anni)
- Servizi ad alto valore
- Decisioni ponderate
- B2B e consulenze
Vantaggi dei post sponsorizzati:
I post offrono maggiore controllo sulla comunicazione e spesso performance più stabili nel tempo. Sono particolarmente efficaci quando devi spiegare concetti complessi o costruire autorevolezza.
- Più spazio per il testo
- Migliore per spiegazioni dettagliate
- Costi spesso più bassi
- Audience più profilata
Quando i REELS funzionano meglio
Per engagement e viralità:
I reels sfruttano la natura immediata e visiva del contenuto per catturare l’attenzione rapidamente. Sono perfetti quando vuoi mostrare trasformazioni, dimostrazioni pratiche o creare un collegamento emotivo istantaneo.
- Contenuti emozionali
- Dimostrazioni pratiche
- Behind the scenes
- Trasformazioni visibili
Per conversioni rapide:
Quando il tuo servizio o prodotto può essere compreso e desiderato velocemente, i reels eccellono nel creare quel senso di urgenza e desiderio che porta all’azione immediata.
- Pubblici più giovani (18-35 anni)
- Prodotti/servizi immediati
- Decisioni impulsive
- E-commerce e servizi beauty
Vantaggi dei reels sponsorizzati:
I reels beneficiano del supporto algoritmo di Instagram per i contenuti video e della maggiore propensione degli utenti a interagire con contenuti dinamici e visualmente accattivanti.
- Maggiore copertura organica
- Più coinvolgimento
- Ideali per dimostrazioni
- Formato nativo del feed
Il caso del centro estetico: secondo te è stato meglio promuovere post o reel?
Nel caso che ti ho raccontato all’inizio, non abbiamo scelto.
Abbiamo testato.
La strategia:
Invece di scegliere un formato e sperare che funzioni, abbiamo creato una strategia integrata che sfruttasse i punti di forza di entrambi per raggiungere lo stesso obiettivo con approcci complementari.
- Reel: Trasformazione prima/dopo di un trattamento
- Post: Spiegazione dettagliata dei benefici del trattamento
- Messaggio coerente: Stessa offerta, approcci diversi
- Target diversificato: Audience leggermente diverse per formato
Risultati per formato:
Analizzando le performance separatamente, abbiamo scoperto che ogni formato ha attirato tipologie diverse di clienti, confermando che la diversificazione era la scelta giusta.
- Reel: Più reach, pubblico più giovane, decisioni più rapide
- Post: Conversazioni più approfondite, clienti più qualificati
Il bello? Alcuni contatti arrivavano dai reels, altri dai post. Se avessimo scelto solo un formato, avremmo perso metà delle opportunità. Questo conferma ancora una volta l’importanza di non fossilizzarsi su un approccio unico, come spiego anche nel mio articolo sull’importanza di definire correttamente il cliente ideale.
Stai puntando tutto su un solo formato e perdendo clienti potenziali? [Prenota una consulenza strategica] e ti mostro come creare campagne multi-formato che massimizzano i risultati.
Come sponsorizzare al meglio un reel su Instagram
I reels hanno regole diverse dai post. Di conseguenza, se li tratti allo stesso modo, il risultato sarà un disastro.
Le regole d’oro per reels sponsorizzati efficaci
I reels seguono logiche completamente diverse dai post statici. La velocità di fruizione, l’attenzione ridotta e la natura immersiva del formato richiedono un approccio specifico per massimizzare l’efficacia pubblicitaria.
1. Hook nei primi 3 secondi Non hai tempo per introduzioni. Devi catturare l’attenzione immediatamente.
Esempio che non funziona: “Ciao a tutti, oggi vi parlo di…”
Esempio efficace: “Ho perso 5 kg in 30 giorni senza dieta”
2. Ritmo veloce Cambi di scena ogni 2-3 secondi. L’attenzione su Instagram dura pochissimo.
3. Audio strategico Usa trend audio popolari o voce originale chiara. L’audio fa il 50% del successo.
4. Call to action integrata Non aspettare la fine del video per dire cosa fare. Integrala nel contenuto.
5. Sottotitoli sempre Il 70% delle persone guarda i video senza audio.
La struttura che funziona
Questa struttura è il risultato di centinaia di test su reels sponsorizzati. Ogni fase ha un obiettivo specifico e una durata ottimale per mantenere l’attenzione e guidare verso l’azione.
- 0-3 secondi: Hook irresistibile
- 3-10 secondi: Problema/risultato
- 10-20 secondi: Soluzione/dimostrazione
- 20-30 secondi: Call to action + benefit
Quando conviene sponsorizzare su Instagram
Timing is everything.
Soprattutto con i budget pubblicitari.
I momenti migliori per lanciare campagne:
Il timing delle campagne non è casuale.
Ogni settore ha i suoi picchi di attenzione e disponibilità di budget.
Scegliere il momento giusto può triplicare l’efficacia della stessa identica campagna.
Quelli che ti ho messo di seguito sono delle indicazioni di massima.
Per servizi professionali e consulenze:
- Settembre (rientro dalle ferie, nuovi progetti)
- Gennaio (buoni propositi, budget freschi)
- Marzo-Aprile (preparazione estate/progetti primavera)
Per servizi beauty ed estetici:
- Marzo-Maggio (preparazione estate)
- Settembre-Ottobre (cura post-estate)
- Prima delle feste (Natale, matrimoni, eventi)
Per servizi business:
- Evita Agosto e prima settimana di Gennaio
- Ottimi Settembre, Ottobre, Febbraio, Marzo
Il timing settimanale che funziona
La programmazione settimanale delle campagne segue i ritmi comportamentali del tuo pubblico. Intercettare i momenti di maggiore attenzione e disponibilità mentale fa la differenza tra una campagna che converte e una che viene ignorata.
Questo timing, ovviamente, deve essere allineato con le caratteristiche del tuo cliente ideale.
Giorni migliori per lanciare:
- Martedì-Giovedì: Audience più attenta e disponibile
- Venerdì pomeriggio: Funziona per servizi leisure (come nel nostro caso studio)
Giorni da evitare:
Questi momenti sono caratterizzati da bassa attenzione, stress elevato o focus su altre priorità. Lanciare campagne in questi slot significa sprecare budget su un pubblico distratto.
- Lunedì mattina: Troppo stress lavorativo
- Domenica sera: Preparazione settimana lavorativa
Quali sono i giorni migliori per sponsorizzare su Instagram
La programmazione delle campagne può fare la differenza tra successo e spreco di budget.
Per pubblici B2C (consumatori finali)
I consumatori hanno ritmi diversi dai professionisti. La loro attenzione segue i momenti di pausa, relax e disponibilità emotiva piuttosto che gli orari lavorativi strutturati.
Migliori performance:
- Martedì 14:00-17:00: Pausa pomeriggio, alta attenzione
- Mercoledì 11:00-13:00: Pre-pranzo, momento di pausa
- Giovedì 15:00-18:00: Fine settimana lavorativa in vista
- Venerdì 13:00-16:00: Mood più rilassato (come nel nostro caso studio)
Da evitare:
Questi slot coincidono con momenti di stress, transizione o scarsa disponibilità mentale per i consumatori. L’attenzione è focalizzata su altre priorità e la predisposizione all’acquisto è minima.
- Lunedì 8:00-10:00 (troppo stress)
- Domenica sera dopo le 20:00
Per pubblici B2B (professionisti)
Migliori performance:
- Martedì-Giovedì 9:00-11:00: Orario lavorativo, focus alto
- Mercoledì 14:00-16:00: Pausa post-pranzo
Da evitare:
I professionisti si disconnettono dal lavoro nei weekend e nei periodi di pausa. Raggiungere qualcuno con un’offerta business quando è in modalità relax è controproducente.
- Weekend (bassa attenzione professionale)
- Agosto e periodo natalizio
Il caso del centro estetico: perché il venerdì ha funzionato
Nel nostro caso studio, abbiamo lanciato venerdì alle 15:00.
Perché questa scelta strategica:
Il timing non è stato casuale ma frutto di un’analisi precisa del target e del momento psicologico ottimale per proporre un servizio di bellezza e benessere.
- Target femminile 35-50 anni
- Servizio beauty/benessere
- Fine settimana = momento di cura personale
- Budget disponibile per “coccole”
- Meno competitor attivi il venerdì pomeriggio
Risultato: 11 contatti in 5 giorni con budget contenuto.
E per contenuto stiamo parlando di massimo 10 euro al giorno.
Quanto deve essere lungo un reel per essere sponsorizzato
La durata del reel può determinare il successo della campagna.
Durate ottimali per obiettivi diversi:
La durata del reel deve essere calibrata sull’obiettivo della campagna e sulla complessità del messaggio.
Ogni secondo in più deve essere giustificato da un valore aggiunto concreto per chi guarda.
15-20 secondi: Per awareness e branding
- Messaggio semplice e diretto
- Una sola idea chiave
- Massima attenzione garantita
20-30 secondi: Per lead generation
- Spazio per problema + soluzione
- Call to action chiara
- Ancora gestibile l’attenzione
30-45 secondi: Per conversioni complesse
- Servizi che richiedono spiegazioni
- Testimonianze complete
- Solo se il contenuto è avvincente
Oltre 45 secondi: Solo per contenuti eccezionali
- Rischio alto di abbandono
- Solo con hook incredibile
- Meglio dividere in più reel
La regola del 3-10-20
Questi sono i momenti critici dell’attenzione di un utente durante la visione di un reel.
Superarli significa aver creato un contenuto davvero coinvolgente, fallire significa perdere l’opportunità.
- 3 secondi: Se non catturi qui, hai perso
- 10 secondi: Momento critico di abbandono
- 20 secondi: Durata ideale per la maggior parte dei contenuti
Perché conviene sponsorizzare
Molti professionisti sono ancora scettici sulla pubblicità a pagamento.
Capiamoci: se non sai cosa stai facendo, è meglio che non la fai.
Ma quando la fai bene, i risultati sono questi:
Vantaggi della sponsorizzazione
Molti professionisti che vendono servizi sottovalutano il potere della pubblicità a pagamento, ma quando è fatta strategicamente, trasforma completamente le dinamiche di acquisizione clienti rispetto al solo organico.
1. Controllo del pubblico Puoi decidere esattamente chi vede i tuoi contenuti, invece di sperare nell’algoritmo.
2. Risultati misurabili Sai esattamente quanto spendi per ogni contatto, ogni consultazione, ogni cliente.
3. Scalabilità Quando trovi la formula che funziona, puoi moltiplicare i risultati aumentando il budget.
4. Velocità L’organico richiede mesi per costruire audience. Le ads portano risultati in giorni.
5. Targeting preciso Puoi raggiungere persone che non ti seguono ma sono perfette per i tuoi servizi.
Il ROI del caso studio:
Questi numeri dimostrano come una campagna ben strutturata possa generare ritorni immediati e creare opportunità future che moltiplicano l’investimento iniziale nel tempo.
- Investimento in Ads: 50€ in 5 giorni
- Risultati diretti: 4 prenotazioni immediate sul servizio promosso in campagna che fa parte di un percoso di trattamenti = 276€ di fatturato (+ potenziali
- Risultati indiretti: 3 interessati a servizi premium = potenziali 210 €
- ROI immediato: in 5 giorni
Ma attenzione: Questi risultati arrivano solo con strategia, messaggio e targeting giusti. Non basta premere “promuovi” e sperare, come spiego anche nel mio articolo su come far funzionare davvero le promozioni Instagram.
Vuoi replicare risultati simili per il tuo business? Clicca qui per fissare la tua consulenza e analizziamo come strutturare campagne che portano clienti reali, non solo like.
Cosa succede se promuovi un post su Instagram
Promuovere un post non è solo “pagare per più visibilità”. È aprire la porta a una serie di dinamiche che devi conoscere.
Gli effetti immediati:
Appena attivi la promozione, il tuo contenuto entra in una dinamica completamente diversa dall’organico. I cambiamenti sono visibili già nelle prime ore e influenzano tutta la strategia futura.
Aumento della copertura:
- Il tuo contenuto raggiunge molte più persone
- Puoi superare i limiti dell’algoritmo organico
- Arrivi anche a chi non ti segue
Targeting controllato:
- Scegli esattamente chi vede il contenuto
- Puoi escludere pubblici non pertinenti
- Risparmi budget su impression inutili
Feedback accelerato:
- Raccogli dati su cosa funziona più velocemente
- Puoi testare messaggi diversi contemporaneamente
- Ottimizzi basandoti su risultati reali
Gli effetti a medio termine:
Questi benefici si manifestano nelle settimane successive e rappresentano il vero valore della sponsorizzazione: non solo risultati immediati, ma miglioramento dell’ecosistema digitale complessivo.
È lo stesso principio che applico quando spiego come costruire una strategia di acquisizione clienti sostenibile.
Crescita dell’audience:
- Nuove persone scoprono il tuo profilo
- Aumentano follower qualificati
- Migliora l’engagement organico futuro
Miglioramento dell’algoritmo:
- Instagram “impara” chi è interessato ai tuoi contenuti
- Migliora la distribuzione organica
- Crea audience simili più precise
Gli effetti negativi (se sbagli):
La sponsorizzazione amplifica tutto: se il contenuto è buono, amplifica i risultati positivi.
Se è sbagliato, amplifica anche gli errori con conseguenze che vanno oltre il budget sprecato.
Spreco di budget:
- Targeting sbagliato = soldi buttati
- Contenuti non coinvolgenti = bassa performance
- Obiettivi confusi = risultati deludenti
Danneggiamento del brand:
- Messaggi sbagliati al pubblico sbagliato
- Contenuti di bassa qualità associati al tuo nome
- Perception negativa difficile da recuperare
Il caso studio: cosa è successo realmente
Nel caso del centro estetico, ecco cosa è successo step by step:
Giorno 1 (Venerdì):
- Lancio alle 15:00
- Prime impression su pubblico lookalike
- 2 commenti e 1 messaggio privato
Weekend (Sabato-Domenica):
- Ottimizzazione automatica di Instagram
- 6 nuovi contatti tra commenti e messaggi
- Budget che si sposta sui post più performanti
Lunedì-Martedì:
- Picco di conversazioni
- 3 prenotazioni confermate
- 2 richieste per servizi premium
La lezione: Una campagna ben strutturata crea un effetto domino che va oltre i numeri immediati.
La strategia vincente: testa, misura, scala
Dopo anni di gestione campagne per professionisti, ecco la verità:
Non esiste il formato perfetto. Esiste il formato che funziona meglio per TE.
Il framework che uso per i miei clienti:
Questo approccio strutturato elimina l’improvvisazione e sostituisce le “speranze” con dati concreti.
Ogni fase ha obiettivi specifici e metriche chiare per decidere come procedere.
Settimana 1-2: Test Phase
- 3-4 creatività diverse (mix post/reels)
- Budget basso ma distribuito
- Raccolta dati su performance
Settimana 3-4: Optimization Phase
- Focus sui formati che convertono meglio
- Aumento budget sui vincitori
- Refinement del targeting
Settimana 5+: Scale Phase
- Moltiplicazione delle creatività vincenti
- Budget significativo sui formati provati
- Diversificazione dell’audience
Errori da evitare assolutamente
Questi errori sono frutto dell’analisi di centinaia di campagne fallite. Riconoscerli e evitarli può fare la differenza tra una campagna che porta clienti e una che brucia solo budget.
- Puntare tutto su un formato senza testare
- Cambiare strategia dopo 2 giorni di test
- Copiare i format altrui senza adattarli
- Non tracciare le conversioni reali
- Fermarsi ai primi risultati senza scalare
Stai ancora chiedendoti se promuovere post o reels? Smetti di perdere tempo con domande sbagliate. [Prenota una consulenza strategica] e costruiamo insieme una strategia multi-formato che porta risultati concreti.
La verità che nessuno ti dice sui formati sponsorizzati
E, quindi, ricapitolando, meglio promuovere post o reel?
Ecco, sappi che se te lo stai chiedendo, non stai combattendo la battaglia giusta.
La battaglia giusta è: strategia vs improvvisazione.
Il centro estetico del caso studio non ha avuto successo perché ha scelto il formato giusto. Ha avuto successo perché:
- Ha testato più formati contemporaneamente
- Ha creato messaggi coerenti ma adattati (seguendo principi simili a quelli che uso per definire buyer personas efficaci)
- Ha targetizzato con precisione
- Ha misurato tutto
- Ha ottimizzato in base ai dati
Prima di chiederti quale formato sponsorizzare, assicurati di avere:
- Un messaggio che converte organicamente
- Un’offerta che le persone vogliono
- Un sistema per gestire i contatti che arrivano
- Un modo per misurare i risultati reali
Solo allora post e reels sponsorizzati funzionano davvero.
E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di continuare a sperimentare a caso con i formati, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come far funzionare davvero le campagne per i professionisti che vendono servizi come te.
Perché la verità è questa: non hai bisogno del formato perfetto.
Hai bisogno di una strategia che funziona.
E quella è tutta un’altra storia.