Dimmi la verità: quante volte hai pensato: “Ok, voglio far partire una sponsorizzata su Instagram… ma quanto devo spendere per avere risultati veri?”
Se anche tu sei finitə a googlare “budget minimo Instagram”, “quanto costa sponsorizzare post Instagram”, “costo storia sponsorizzata Instagram”, allora questo articolo è la cosa migliore che leggerai oggi.
La risposta breve? Dipende (e chi ti dà una cifra fissa sta solo semplificando troppo).
La risposta lunga (e quella che ti farà davvero risparmiare soldi) la trovi qui sotto.
E alla fine ti spiego perché il vero costo di Instagram non è solo il budget pubblicitario, ma tutto quello che ci sta intorno.
Perché capire i costi è (quasi) più importante del messaggio
Partiamo dal problema più grande: Molti freelance e consulenti si convincono che “basta mettere 5 euro” per iniziare a vedere risultati.
La realtà è che la spesa pubblicitaria è solo una parte del costo reale.
Se non sai come funziona la piattaforma, il rischio è di buttare soldi in campagne che non portano nulla…
Dall’app Instagram: puoi partire anche da 1€ al giorno, ma onestamente sotto i 3–5€ non hai dati utili.
Dal Gestore Inserzioni Meta: Instagram ti suggerisce almeno 1€ al giorno, ma per vedere risultati reali consiglio minimo 5–10€ al giorno per ogni campagna, meglio se la tieni attiva almeno 3–5 giorni.
CPM (costo per 1000 visualizzazioni): in Italia spesso tra 3 e 10€ (dipende dal settore, dalla stagione e dal pubblico).
CPC (costo per click): in media 0,20–0,70€ (ma se il pubblico è molto di nicchia, può salire).
Costo per DM o per lead: può variare tantissimo: da 1–2€ se la campagna è ben impostata e il messaggio è forte, a 10–20€ se “spari nel mucchio” (leggi qui Come sponsorizzare una storia su Instagram per vedere come ottimizzare).
Attenzione: Non esiste un prezzo fisso. Una promo a gennaio può costare la metà della stessa promo a dicembre (Natale = concorrenza massima = costi più alti).
3. Durata della campagna
Non me lo dire: la tua tentazione in questo momento è quella di dire: “Metto tutto il budget in un giorno così vedo subito cosa succede”.
Errore classico.
Le campagne Instagram hanno bisogno di un po’ di “rodaggio”.
Questo significa, in parole povere, che l’algoritmo deve capire chi reagisce davvero.
Consiglio:
Mai meno di 5 giorni.
Meglio ancora campagne da 7–10 giorni, soprattutto se il pubblico è piccolo.
I costi nascosti delle Meta Ads
Oltre al budget “visibile” (ossia quello che abbiamo visto nel paragrafo precedente), ci sono altri costi (spesso sottovalutati) che fanno la differenza tra “gioco a sponsorizzare” e “faccio marketing serio”.
1. Il costo della creatività
Non basta un selfie e via:
Se vuoi risultati, servono video/foto ben pensati, con testi chiari, branding coerente e CTA efficace.
Se ti affidi a un grafico o videomaker, metti in conto da 50 a 200€ a creatività, a seconda della qualità.
Se fai da solo, il costo è il tuo tempo (e il tempo, per un professionista, vale più del denaro).
Se sponsorizzi post o storie “a caso”, spendi poco per volta ma tanto alla fine, senza mai capire cosa funziona davvero.
Senza una visione chiara, spesso si brucia budget su vanity metrics (like, visualizzazioni) invece che su conversioni vere (DM, appuntamenti, clienti).
Meglio investire un po’ di più per avere una consulenza o una strategia personalizzata che ti fa risparmiare errori, tempo e denaro nel medio periodo.
Non è solo “quanto metto” — ecco dove sbagliano tutti:
Pensare che più spendi = più risultati Senza messaggio/target/creatività ottimizzati, spendere di più significa solo… sprecare di più. Approfondisci qui: Promuovere post Instagram funziona?
Scegliere il pubblico troppo ampio Se hai budget basso, devi restringere molto il target. Meglio pochi, ma “giusti”.
Ignorare la stagionalità Durante eventi, Black Friday, feste, i costi salgono anche del 40–60%.
Non monitorare le campagne Il “metti e dimentica” non funziona: serve guardare i dati ogni 24 ore, fare piccoli aggiustamenti.
Domande frequenti
Qual è il budget minimo consigliato?
Almeno 5€/giorno, meglio 7–10€ se il target è ristretto o vuoi risultati rapidi.
Meglio una campagna lunga o breve?
Meglio almeno 7–10 giorni: l’algoritmo ha bisogno di tempo per “capire” a chi mostrare la promo.
Si può partire con piccoli budget e poi aumentare?
Sì, anzi: testare con poco è intelligente. Ma se vedi che funziona, aumenta gradualmente il budget (non tutto insieme, per evitare shock all’algoritmo).
Quanto devo spendere per ottenere un cliente nuovo?
Dipende dal tuo settore e dalla qualità del funnel. Con una strategia mirata, spesso bastano 10–30€ per un lead qualificato. Se vuoi capire quanto dovresti investire nel tuo caso, puoi usare la Guida al funnel marketing per fare due calcoli.
Se vuoi solo “più follower” senza strategia di conversione.
Se non hai un’offerta o una CTA chiara.
Se il tuo pubblico non usa Instagram (succede ancora in alcuni settori).
Vuoi evitare di buttare via il budget sulle ads?
Scarica subito Adscheck 7, la checklist pratica che in 15 minuti ti mostra dove le tue campagne Instagram (e Facebook) stanno perdendo soldi.
Se vuoi una strategia su misura, prenota una consulenza con me: analizziamo insieme il tuo caso, costruiamo il budget giusto e ti aiuto a trasformare i numeri in clienti veri.
Ricorda
Se vuoi davvero ottenere risultati dalle promozioni su Instagram, non ti basta “decidere il budget e sperare”.
Serve una strategia, una creatività giusta, e la capacità di leggere i dati (e cambiare strada se non funziona).
Ammettilo: almeno una volta hai cliccato sul pulsante “Metti in evidenza” sotto una storia, hai investito 5 euro “per provare” e… niente.
Zero richieste, zero DM, forse solo qualche visualizzazione in più.
E lì è sorto il dubbio: “Sono io che sbaglio? Funziona davvero sponsorizzare le storie o è solo una trovata per farci spendere?”
La verità è questa: sponsorizzare una storia su Instagram può essere una delle strategie più efficaci per freelance, coach, consulenti e piccoli business… ma solo se sai davvero cosa stai facendo.
Ma te lo dico già: non basta mettere una storia a caso, scegliere un pubblico a caso e sperare in qualche like.
In questa guida trovi tutto quello che serve per sponsorizzare storie Instagram in modo strategico, senza buttare via un euro, senza cadere nei soliti errori e senza illusioni da “guru”.
Perché sponsorizzare una storia su Instagram?
Facciamo chiarezza: le storie sono il formato più consumato e “intimo” di Instagram.
Ogni giorno più di 500 milioni di utenti guardano le storie. Le scorrono per abitudine, spesso anche distrattamente, ma proprio per questo diventano uno spazio ideale per farti notare — se sai colpire nel modo giusto.
Ecco perché dovresti considerare seriamente le storie sponsorizzate:
Visibilità immediata: Le storie sono in cima all’app. Il tuo contenuto non finisce sepolto tra i post, ma compare subito tra le prime cose che vede il tuo pubblico.
Formato autentico: Le storie sono percepite come “meno patinate” rispetto ai post. Un messaggio diretto, una call to action chiara, un’offerta lampo: qui funzionano.
Interazione facile: Sondaggi, domande, swipe up, box link… tutto pensato per far agire chi guarda, non solo per “guardare”.
Costo contenuto (se sai cosa fai): A parità di budget, spesso una storia sponsorizzata ti costa meno di una sponsorizzata classica sul feed. Ma il segreto è il target giusto, il messaggio giusto, il momento giusto.
Questo è il metodo rapido, amato da chi “va di fretta”:
Pubblica una storia come sempre.
Clicca su “Metti in evidenza” (o “Promuovi”).
Scegli obiettivo, pubblico, budget.
Invii.
Quando usarlo? Solo se vuoi testare velocemente una promo, se non hai tempo di andare su Gestore Inserzioni, o per micro-offerte locali.
Limiti:
Personalizzazione minima.
Targeting meno avanzato.
Non puoi scegliere tutte le metriche, né fare test A/B reali.
Attenzione: molte funzioni (come retargeting avanzato, pubblico simile, obiettivi lead) NON sono disponibili qui.
Come sponsorizzare le storie dal Business Manager
Questo è il metodo “da strategist” che puoi fare da pc.
Sì, richiede più tempo, ma solo qui hai tutto il controllo che ti serve per campagne serie.
Ecco come fare:
Step 1 – Crea la storia come contenuto organico
Prepara la tua storia come se la dovessi pubblicare “normale”:
15 secondi massimo (puoi fare anche caroselli di storie, ma in adv meglio una).
Video verticale 9:16 (1080×1920 px).
Copy super breve: la gente non legge più di due righe.
CTA chiara (es: “Scrivimi in DM”, “Scopri di più”, “Prenota ora”, “Fai swipe up”).
Branding visibile (logo, colori, tono, per essere riconoscibile).
Tip da strategist: A volte funziona meglio creare una storia “dedicata” solo per la sponsorizzata, diversa da quella organica. Sii intenzionale: pensa come deve sentirsi chi la guarda (“Questa storia mi parla proprio!”).
Scegli l’obiettivo: “Traffico”, “Interazioni”, “Messaggi” o “Lead” (scegli quello che porta più vicino al tuo vero obiettivo).
Step 3 – Imposta il pubblico
Questa è la vera svolta rispetto al tasto “metti in evidenza”.
Puoi usare custom audience (chi ha visitato il profilo, chi ha interagito con i tuoi post, chi ha visto almeno il 50% delle tue storie negli ultimi 30 giorni, chi ha visitato il sito, ecc.).
Puoi creare pubblici simili (“lookalike”) ai tuoi clienti migliori.
Puoi segmentare per località (utile per attività locali, studi, professionisti che lavorano in una zona).
NON usare “tutti Italia, 18-65”, a meno che tu non abbia davvero un prodotto per tutti.
Step 4 – Scegli il posizionamento “Solo Storie Instagram”
Vai su “Modifica posizionamenti”.
Deseleziona tutto tranne “Storie Instagram”.
Così il budget va solo dove vuoi tu.
Step 5 – Carica la creatività (video/foto)
Formato: 9:16, meglio se video breve (anche selfie, ma professionale!).
Usa sottotitoli: l’80% guarda storie senza audio.
Visual accattivante: colori vividi, testo grande, pochi elementi.
CTA visiva chiara e ripetuta (es: freccia che indica swipe up, o “Scrivimi ora”).
Step 6 – Imposta budget e calendario
Anche 5–10€ al giorno possono bastare per testare.
Meglio almeno 5 giorni di campagna (se troppo breve non hai dati validi).
Tieni d’occhio la frequenza: se il pubblico è ristretto, la stessa persona vedrà la tua storia più volte (non sempre un male, ma occhio!).
Step 7 – Monitoraggio & ottimizzazione
Controlla dopo 24-48 ore: il tasto “duplicare e migliorare” è il tuo migliore amico.
Guarda le metriche: CPM (costo per mille visualizzazioni), CTR (quanti cliccano), CPC (costo per click), DM ricevuti, richieste.
Se una storia non funziona, cambia una cosa per volta: pubblico, visual, CTA, copy.
Errori da evitare se vuoi sponsorrizare una storia su Instagram
Qui vado dritta al punto.
Hai mai visto chi sponsorizza una storia con la scritta “Ciao ragazzi oggi sono in diretta!” a caso?
Ecco i 7 errori più diffusi tra freelance, coach e consulenti che vogliono vendere con le storie:
Nessun obiettivo concreto: “Faccio vedere la mia giornata”. —> Ok, ma vuoi DM, prenotazioni, iscrizioni? Scegli UN obiettivo chiaro.
Pubblico troppo ampio o troppo generico: —> Se vendi servizi a donne 35–55 appassionate di benessere a Milano, NON selezionare tutta Italia 18–65!
Storytelling troppo “confessionale” (senza collegamento all’offerta): —> La gente si connette alle emozioni, ma deve capire cosa fare dopo!
Sponsorizzata con immagini o video di bassa qualità: —> Sì, i selfie funzionano, ma devono essere curati: luce, audio, scritte grandi, logo, colori brand.
Non inserire una CTA visibile: —> Non aspettarti che la gente “capisca cosa vuoi”: diglielo!
Budget troppo basso per pubblico troppo grande: —> 5€ su 100.000 persone? Non basta. Meglio piccolo pubblico e messaggio forte.
Non misurare i risultati (o misurare le vanity metrics): —> Non guardare solo le visualizzazioni. Guarda i DM, le prenotazioni, i click.
Quanto costa sponsorizzare una storia su Instagram?
Puoi partire anche con 1€ al giorno, ma per avere dati “veri” ti consiglio almeno 5–10€ al giorno per 3–5 giorni. Più il pubblico è ampio, più serve budget. In una fase di test è inutile investire in cifre troppo alte: meglio rimanere contenuti, vedere cosa funziona, ottimizzare e poi scalare.
Quanto tempo serve per vedere i risultati?
Se hai iniziato a sponsorizzare una storia su Instagrma, normalmente già dopo 24-48 ore hai i primi dati. Se la campagna è “giusta”, i DM arrivano subito. Ma dai almeno 3 giorni per ottimizzare.
Che formato devo usare?
Sempre 9:16 (verticale), meglio video. Testo grande, CTA chiara, niente fronzoli.
Posso sponsorizzare una storia su Instagram già pubblicata da più di 24 ore?
No: puoi solo storie pubblicate di recente (nelle ultime 24h). Oppure caricare la creatività direttamente in Gestore Inserzioni.
Sì. Ma anche da un account Creator è possibile. E ti consiglio di collegarlo a una pagina Facebook per usare tutte le funzioni avanzate di Meta.
Come scelgo il pubblico migliore?
Parti dai tuoi clienti attuali: crea pubblici simili, usa le custom audience, restringi per interessi reali. Se vuoi una guida pratica, qui trovi una checklist gratuita Ads Check 7.
Elementi per storie che convertono
Perché una storia funzioni DEVE colpire subito e guidare all’azione.
Ecco alcuni consigli utili che applico anche per i miei clienti:
Testo grande, pochi elementi: la storia va letta in 2 secondi, non in 10.
Colore dominante: meglio colori vivi, che si notino nel flusso delle storie.
Video meglio di foto: movimento attira di più (anche se è un boomerang o una transizione).
Branding discreto ma visibile: non serve il logo gigante, basta una palette coerente.
CTA sempre presente: “Scrivi ORA”, “Scopri come”, “Fai swipe up”, “Blocca la promo”, ecc.
Testa più versioni: cambia un dettaglio alla volta (test A/B) per capire cosa funziona meglio.
Checklist operativa: controlla qui prima di promuovere
Prima di sponsorizzare una storia su Instagram, verifica qui sotto di aver completato tutti i passaggi:
Scelto UN obiettivo chiaro (DM? Click? Prenotazioni?)
Preparato la creatività in 9:16, testo grande, CTA visibile
Impostato il pubblico giusto (no “tutti”, sì nicchia/target simile ai tuoi migliori clienti)
Inserito il budget giusto (minimo 5€ al giorno, almeno 3 giorni)
Fatto attenzione ai posizionamenti (solo “Storie Instagram”)
Monitorato ogni 24 ore (e cambiato UNA cosa per volta se non funziona)
Salvato i dati e i risultati per ottimizzare le prossime campagne
Se vuoi trasformare ogni euro speso in una storia sponsorizzata in veri clienti (e non in semplici visualizzazioni che spariscono), puoi:
Scaricare Adscheck 7 (la checklist pratica che in 15 minuti ti mostra dove le tue campagne Meta perdono soldi)
Prenotare una consulenza strategica con me: analizziamo insieme la tua prossima campagna e ti mostro come impostarla per risultati reali, non solo numeri belli in dashboard.
Ricorda:
Se vuoi clienti veri dalle storie Instagram, non ti basta schiacciare il tasto ‘promuovi’ a caso.
Hai mai notato la differenza tra aziende che crescono costantemente e quelle che lottano per sopravvivere, pur avendo prodotti simili?
La differenza non è il prodotto, il prezzo, o la fortuna.
È avere un marketing strategist che sa la differenza tra fare marketing e fare strategia.
Il 95% delle aziende confonde tattica con strategia: lanciano campagne Facebook, creano contenuti sui social, investono in posizionamento sui motori di ricerca, ma non hanno una direzione strategica che coordina tutto verso obiettivi business concreti.
Risultato? Spreco di budget, effort dispersivo, e crescita casuale.
Un marketing strategist non è qualcuno che esegue campagne.
È il cervello strategico che progetta il sistema complessivo che trasforma prospect in clienti e clienti in ambassador.
Come strategist specializzata nel lavorare con professionisti e aziende che vendono servizi, vedo quotidianamente la differenza tra chi ha strategia (crescita prevedibile e sostenibile) e chi fa solo tattica (risultati casuali e imprevedibili).
Perché il 95% delle aziende non ha strategia (solo tattica)
Prima di spiegare cosa fa davvero un marketing strategist, capiamo perché la maggior parte delle aziende è bloccata in modalità “tattica casuale”.
Gli errori più comuni nel marketing senza strategia:
Confondere strumenti con strategia: “Facciamo pubblicità su Facebook” non è strategia. È una tattica. La strategia è perché usi Facebook, per chi, con quale messaggio, e come si integra con tutto il resto.
Focus sulle vanity metrics: ossessione per like, follower, visualizzazioni invece di metriche che impattano davvero il business: contatti qualificati, conversioni, valore cliente nel tempo.
Campagne isolate senza coordinamento: ogni canale lavora da solo: social media fa una cosa, email marketing un’altra, advertising un’altra ancora. Zero sinergia.
Decisioni basate su “mi piace”: “Preferirei un video invece che un post” basato su gusti personali, non su dati di performance del target.
Copia e incolla della concorrenza: “Il nostro competitor fa così, facciamo anche noi” senza capire se è allineato con la nostra strategia e target.
Cosa rischi se fai marketing senza strategia
Ma quindi, cosa puoi aspettarti se stai cercando i promuovere i tuoi servizi ma non hai una strategia da seguire?
Ecco le panoramiche più frequenti:
Budget disperso senza risultati chiari: spendi in 10 canali diversi senza sapere quale funziona davvero.
Messaggi inconsistenti: il tuo potenziale cliente riceve messaggi diversi da ogni tuo canale e non capisce più cosa deve fare e qual’è la tua offerta.
Team marketing frustrato: chi si occupa dell’operatività lavora duramente ma non vede risultati perché non capisce qual’è l’obiettivo finale.
Impossibilità di crescere: senza strategia, non riesci a capire dove stai facendo giusto e dove, invece, stai sbagliando. Quindi, non puoi replicare i successi o imparare dai fallimenti.
Vulnerabilità competitiva: la tua concorrenza con strategia chiara ti superano anche con budget minori.
Ma quando hai un marketing strategist che coordina tutto, la situazione cambia radicalmente.
Cosa fa il marketing strategist?
Un marketing strategist non esegue campagne.
Progetta il sistema che fa crescere il business in modo prevedibile e sostenibile.
Le 5 responsabilità di un marketing strategist
1. ANALISI BUSINESS E MERCATO
Non fa ricerche generiche di mercato, ma analisi strategiche specifiche per identificare opportunità di crescita.
Focus: Ogni punto di contatto deve avere uno scopo strategico nel percorso complessivo.
4. STRATEGIA CANALI E ALLOCAZIONE RISORSE
Decide dove investire budget e sforzo basandosi su potenziale di ritorno, non sulla moda del momento.
La decisione, generalmente, viene presa considerando:
Analisi costi-benefici di ogni canale per il target specifico
Identificazione del mix canali ottimale per gli obiettivi aziendali
Timeline di implementazione che massimizza efficienza
Indicatori specifici per ogni canale che si collegano a obiettivi business
Non fa: Investimenti casuali in “tutti i canali” perché “bisogna esserci ovunque”.
5. MISURAZIONE PERFORMANCE E OTTIMIZZAZIONE
Traccia metriche che contano e ottimizza la strategia basandosi su dati reali, non su opinioni.
Sistema di misurazione:
Piramide indicatori che collega metriche operative a risultati business
Modelli di attribuzione per capire il vero impatto di ogni punto di contatto
Analisi per gruppi per identificare trend di performance nel tempo
Calcolo ritorno investimento accurato che guida allocazione budget future
La differenza tra marketing strategist, media buyer e social media manager
Media Buyer: Esegue campagne pubblicitarie, ottimizza budget, monitora performance
Social Media Manager: Crea contenuti, gestisce community, pubblica sui social
Marketing Strategist: Progetta il sistema complessivo, coordina tutti i canali, guida la direzione business
Media Buyer: “Come ottimizziamo il costo per mille visualizzazioni di questa campagna Facebook?”
Social Media Manager: “Che contenuto pubblichiamo oggi su Instagram?”
Marketing Strategist: “Questa campagna supporta i nostri obiettivi di crescita? Come si integra con gli altri punti di contatto del percorso cliente?”
Media Buyer: Focus su performance delle singole campagne e ritorno immediato
Social Media Manager: Focus su coinvolgimento, costruzione community, conoscenza del brand
Marketing Strategist: Focus su crescita business sostenibile e vantaggio competitivo a lungo termine
Quali sono le competenze del marketing strategist?
Sembra tutto bello quello che ti ho scritto fino a qui, vero?
Ma ora ti starai chiedendo, giustamente, quali debbano essere le competenze di un marketing strategist:
Pensiero strategico: capacità di vedere il quadro generale e collegare i punti
Interpretazione dati: trasformare dati in insights utilizzabili
Acume business: capire come il marketing impatta sul conto economico e obiettivi aziendali
Comunicazione: tradurre strategia complessa in piani d’azione chiari
Come strategist specializzata in copywriting a risposta diretta e campagne integrate, il mio ruolo è sempre orchestrare tutti gli elementi verso risultati business misurabili.
Vuoi capire se la tua azienda ha bisogno di strategia o solo di migliore esecuzione? Prenota una consulenza strategica e analizziamo gap e opportunità nel tuo marketing attuale.
Qual è il ruolo delle strategie di marketing?
Le strategie di marketing non sono documenti teorici che rimangono nei cassetti.
Sono roadmap operative che guidano ogni decisione e investimento marketing verso la crescita business.
La strategia marketing si integra con:
Business Plan: strategia marketing che supporta obiettivi business
Strategia vendite: allineamento tra marketing e vendite per massimizzare conversione
Strategia prodotto: marketing che influenza sviluppo prodotto basato su necessità mercato
Pianificazione finanziaria: allocazione budget basata su ritorno previsto e impatto business
Come ads strategist, ogni campagna che progetto è parte di una strategia più ampia che considera valore cliente nel tempo, posizionamento brand, e obiettivi business a lungo termine.
Chi si occupa di strategie di marketing?
La responsabilità della strategia marketing varia in base alle dimensioni aziendali e alla maturità dell’organizzazione, ma richiede sempre competenze specifiche che vanno oltre l’esecuzione tattica.
Modelli organizzativi per tipologia di azienda:
FREELANCE E PROFESSIONISTI (1 persona)
Chi se ne occupa:
Il professionista stesso: Deve sviluppare strategia di posizionamento e acquisizione clienti
Consulente marketing esterno: Per definire strategia e supervisione implementazione
Formazione specifica: Corsi su marketing strategico per professionisti
Vantaggi: Controllo totale, investimento mirato, personalizzazione massima Svantaggi: Tempo sottratto al core business, competenze limitate, rischio di visione tunnel
Quando serve supporto esterno:
Fatturato stagnante da più di 6 mesi
Troppa dipendenza da passaparola senza controllo
Difficoltà a differenziarsi dalla concorrenza
Necessità di aumentare prezzi ma resistenza del mercato
STARTUP E PICCOLE IMPRESE (1-20 dipendenti)
Chi se ne occupa:
Fondatore/amministratore: Definisce direzione strategica generale
Specialista marketing esterno: Consulente o freelance che sviluppa e implementa strategia
Marketing strategist consulenziale: Per progetti specifici di posizionamento e strategia crescita
Vantaggi: Flessibilità, costi contenuti, controllo diretto Svantaggi: Competenze limitate, tempo del fondatore distratto da core business
Quando assumere strategist esterno:
Fatturato oltre 200k€ e crescita stagnante
Troppa dipendenza da uno-due canali di acquisizione
Competitor che stanno guadagnando quote di mercato
Necessità di raccolta fondi o espansione
MEDIE IMPRESE (20-200 dipendenti)
Struttura tipica:
Responsabile Marketing: Responsabile strategia e coordinamento team
Specialisti interni: Email marketing, social media, contenuti, pubblicità
Consulente strategico: Per progetti di rebranding, ingresso mercati, growth hacking
Competenze richieste nel Responsabile Marketing:
Pensiero strategico e acume business
Analisi dati e reportistica
Leadership team e gestione progetti
Gestione budget e ottimizzazione ritorni
Segnali che indicano bisogno di supporto esterno:
Responsabile marketing troppo focalizzato su esecuzione
Mancanza di crescita negli ultimi 12 mesi
Budget marketing oltre 100k€ senza ritorno chiaro
Team marketing che lavora in compartimenti stagni
GRANDI AZIENDE (200+ dipendenti)
Struttura strategica:
Direttore Marketing: Supervisione strategica e integrazione business
Direttore Strategia Marketing: Sviluppo e implementazione piani strategici
Specialisti Canale: Esecuzione su canali specifici con indicatori strategici
Quando serve consulenza esterna anche per grandi aziende:
Lancio di nuovi prodotti/mercati
Trasformazione digitale del marketing
Gestione crisi e recupero reputazione
Integrazione fusioni e acquisizioni delle funzioni marketing
Il profilo del marketing strategist efficace
Background tipico:
Master o laurea in Marketing/Economia più esperienza consulenziale
5+ anni in ruoli che richiedono pensiero strategico
Track record di crescita business attraverso iniziative marketing
Esperienza multi-settoriale per prospettive diversificate
Set di competenze distintive:
Pensiero sistemico: vedere connessioni tra diverse variabili
Problem solving strutturato: framework per affrontare sfide complesse
Competenze comunicative: tradurre complessità in piani d’azione chiari
Orientamento risultati: focus su metriche che impattano business
Quando e come assumere supporto strategico
Qui di seguito una lista delle situazioni in cui puoi trovarti come libero professionista o imprenditore e che è un chiaro indicatore che ti serve uno strategist:
Ritorno marketing in declino da 6+ mesi
Tasso di crescita sotto media settoriale
Team marketing che non ha direzione chiara
Competitor che stanno performando meglio con budget simili
Come valutare competenze strategiche:
Chiedi framework specifici per situazioni simili alla tua
Richiedi casi di studio con risultati business quantificati
Testa pensiero strategico con scenari ipotetici
Verifica capacità di collegare tattiche a obiettivi business
Livelli di investimento realistici:
Consulenza spot: 5-15k€ per pianificazione strategica
Retainer mensile: 3-8k€/mese per supporto strategico continuativo
Strategist full-time: 60-120k€/anno più benefit
Come strategist che lavora con aziende di diverse dimensioni, il fattore di successo principale è sempre allineamento tra competenze strategiche richieste e complessità della sfida business da risolvere.
Come fare marketing strategico?
Il marketing strategico non è una collezione di tattiche avanzate. È un approccio sistemico che parte dagli obiettivi business e progetta il percorso più efficiente per raggiungerli.
Il framework strategico in 6 step
ALLINEAMENTO OBIETTIVI BUSINESS
ANALISI DI MERCATO E DEI COMPETITORS
SVILUPPO POSIZIONAMENTO STRATEGICO
ORCHESTRAZIONE PERCORSO CLIENTE
STRATEGIA CANALI E ALLOCAZIONE RISORSE
MISURAZIONE E OTTIMIZZAZIONE
Errori comuni nel marketing strategico
Strategia troppo complessa 10 obiettivi diversi invece di focus su 2-3 priorità che muovono davvero il business.
Mancanza di integrazione Ogni canale lavora da solo invece di supportare percorso cliente orchestrato.
Ottimizzazione breve termine che danneggia lungo termine Sacrificare costruzione brand per performance immediate.
Strategia senza piano esecuzione Documenti strategici bellissimi che non si trasformano in azioni concrete.
Il test della strategia marketing efficace
Se qualcuno del team ti chiede “dovremmo fare X?”, hai criteri oggettivi per decidere basandoti sulla strategia?
Settimana 5-8: Pianificazione implementazione e allocazione risorse
Mese 3+: Esecuzione con ottimizzazione continua
Fattore successo: Strategia deve essere semplice abbastanza da ricordare, specifica abbastanza da guidare decisioni, flessibile abbastanza da adattarsi ai risultati.
Stai facendo marketing strategico o stai solo implementando tattiche? Prenota una consulenza strategica e analizziamo come trasformare le tue attività marketing in un sistema strategico che genera crescita prevedibile.
Strategia vs improvvisazione
Un marketing strategist non è un lusso per aziende grandi. È una necessità per qualsiasi business che vuole crescere in modo prevedibile invece di sperare che qualche tattica casuale funzioni.
Prima di investire altro budget in campagne casuali, chiediti:
Hai una direzione strategica chiara che guida ogni decisione marketing?
Puoi collegare ogni attività marketing a risultati business specifici?
Il tuo team sa esattamente cosa deve ottenere e come misurerà successo?
La tua concorrenza ha vantaggio strategico che tu stai ignorando?
Solo quando hai strategia puoi investire in tattica con fiducia di ottenere ritorno prevedibile.
Scarica Adscheck 7, l’unica checklist che ti mostra in 15 minuti dove le tue campagne su Meta ti stanno facendo perdere soldi, e scopri se il problema è tecnico o strategico.
Perché la verità è questa: non hai bisogno di più tattiche marketing.
Hai bisogno di strategia che trasforma le tattiche in crescita sostenibile.
Non sei semplicemente stufə di sentire “devi fare un business plan” senza che nessuno ti spieghi come farlo davvero?
Soprattutto quando vendi servizi, non prodotti fisici?
Benvenuto nel club di migliaia di professionisti che si sono ritrovati a combattere con template da 50 pagine pensati per startup tech che cercano milioni di finanziamenti.
La verità brutale: il 90% dei business plan è carta straccia inutile.
Pagine e pagine di proiezioni inventate, analisi di mercato copiate da internet, grafici che sembrano importanti ma non dicono niente di concreto.
Il business plan che ti serve come professionista che vende servizi è completamente diverso.
Deve essere uno strumento strategico che ti aiuta a prendere decisioni, non un documento per impressionare investitori inesistenti.
Non documenti da cassetto, ma roadmap operative che generano risultati.
Perché il 90% dei business plan è tempo sprecato
Prima di spiegarti come fare un business plan che funziona, capiamo perché la maggior parte sono completamente inutili.
Gli errori più comuni nei business plan:
Copiare template generici: usare modelli pensati per manifatture, retail o startup tech quando vendi consulenze o coaching. È come usare la ricetta della pasta per fare una torta.
Focalizzarsi sui numeri inventati: “Nell’anno 3 fatturerò 500k€” basato su… cosa? Sogni e speranze? I numeri devono essere basati su strategie concrete, non su wishful thinking.
Scrivere per impressionare invece che per decidere: business plan di 40 pagine pieni di termini tecnici che nessuno leggerà mai, nemmeno tu tra 6 mesi.
Non considerare la realtà del business servizi: i servizi hanno dinamiche completamente diverse dai prodotti: niente scorte, niente produzione, tutto basato su tempo e competenze.
Fare il piano una volta e dimenticarselo: il business plan che rimane nel cassetto per 2 anni non serve a niente. Deve essere un documento vivo che usi per prendere decisioni.
Business Plan come farlo male
Quando un business plan fallisce, è perché, generalmente, la sua esecuzione viene preceduta da una mentalità del tutto sbagliata.
Ti riporto qui sotto gli atteggiamenti più tossici che ho visto di recente adottati da freelance, creator di corsi e aziende che vendono servizi:
“Devo impressionare qualcuno” Se non stai cercando finanziamenti, l’unico che deve essere convinto sei tu. Il business plan è per te, non per gli altri.
“Più lungo = più professionale” Falso. Più lungo = più tempo sprecato. Un business plan efficace è conciso e actionable.
“Devo prevedere tutto” Impossibile. Il business plan deve essere flessibile e adattabile, non una profezia.
“È un esercizio accademico” No. È uno strumento strategico che deve guidare le tue decisioni quotidiane.
Cosa succede quando il business plan è sbagliato
Paralisi da analisi: passi mesi a scrivere invece di agire e testare sul mercato reale.
Decisioni basate su ipotesi sbagliate: investi tempo e soldi in strategie che non funzionano perché partivi da presupposti errati.
Mancanza di focus: senza una direzione chiara, sprechi energie in attività che non portano risultati.
Frustrazione e abbandono: quando i risultati non arrivano come previsto, pensi che sia colpa tua invece di capire che il piano era irrealistico.
Ma esiste un modo completamente diverso di approcciare il business plan.
Quali sono i 4 componenti di un business plan?
Dimenticati i 15 capitoli che trovi nei template tradizionali.
Un business plan per professionisti che vendono servizi ha solo 4 componenti essenziali.
Componente 1: POSIZIONAMENTO STRATEGICO
Cosa include:
Chi sei e cosa fai (in modo specifico, non generico)
A chi lo vendi (il tuo cliente ideale definito con precisione)
Perché dovrebbero scegliere te invece della concorrenza
Qual è la trasformazione che offri ai clienti
Esempio concreto: ❌ Generico: “Sono un business coach che aiuta le aziende a crescere”
✅ Specifico: “Aiuto founder di startup B2B con 10-50 dipendenti a passare da ‘capo che controlla tutto’ a ‘leader che delega risultati’, aumentando il fatturato del 40% in 12 mesi senza lavorare più ore”
Domande chiave da rispondere:
Quale problema specifico risolvi?
Per chi lo risolvi esattamente?
Come lo risolvi diversamente dagli altri?
Quale risultato concreto garantisci?
Componente 2: MODELLO DI BUSINESS
Cosa include:
Come generi ricavi (tipologie di servizi e prezzi)
Struttura dei costi principali
Margini attesi per ogni servizio
Capacity planning (quanti clienti puoi gestire)
Struttura ricavi per servizi:
Consulenza oraria: €X/ora × ore fatturabili/mese
Progetti a forfait: €Y per progetto × progetti/mese
Retainer mensili: €Z/mese × clienti attivi
Programmi/corsi: €W × partecipanti
Costi principali da considerare:
Tools e software (CRM, marketing, produttività)
Formazione continua e certificazioni
Marketing e advertising
Spese operative (ufficio, telefono, trasporti)
Tasse e contributi
Componente 3: STRATEGIA DI ACQUISIZIONE CLIENTI
Cosa include:
Canali di marketing principale e secondari
Budget marketing e CAC (Customer Acquisition Cost) target
Attività: Team building + new services + partnership
Investimento: Variabile basato su risultati Q1-Q3
Milestone: 15 clienti, €18000 MRR
Come integrare i 4 componenti:
Tutto deve essere coerente:
Il posizionamento determina la strategia di acquisizione
Il modello di business definisce i prezzi e la capacity
La roadmap allinea tutto nel tempo
Ogni componente influenza e rinforza gli altri
Test di coerenza: Se cambi il posizionamento, devi aggiornare acquisizione clienti, prezzi e roadmap. Se cambi la strategia marketing, devi verificare impact su costi e timeline.
Come strategist, mi è capitato di vedere spesso business plan dove i 4 componenti non sono allineati. Il risultato? Confusione, sprechi, risultati under-performance.
Vuoi iniziare a lavorare sulla lead generation con un business plan che funziona davvero per il tuo settore specifico? Prenota una consulenza strategica e sviluppiamo insieme una roadmap operativa che trasforma visione in risultati concreti.
Quanto tempo ci vuole per fare un business plan?
Questa è una delle domande più frequenti, e la risposta dipende da cosa vuoi ottenere dal tuo business plan.
Ecco la verità che nessuno ti dice: il numero di pagine è inversamente proporzionale alla probabilità che qualcuno lo legga.
Incluso tu, tra 6 mesi.
Devi avere il focus sulla densità, non sulla lunghezza
❌ 30 pagine con contenuto diluito:
Paragrafi generici copiati da template
Grafici che non aggiungono insight
Analisi ovvie del tipo “il mercato è competitivo”
Proiezioni irrealistiche senza spiegazione della strategia
✅ 8 pagine con contenuto denso:
Ogni frase aggiunge valore decisionale
Numeri specifici basati su ricerca o esperienza
Strategie concrete e actionable
Timeline realistiche con milestone verificabili
Come strutturare ogni sezione per massima efficacia:
Regola del “So What?” Dopo ogni paragrafo, chiediti: “E quindi? Quale decisione mi aiuta a prendere questa informazione?”
Principio della piramide invertita Inizia sempre con la conclusione, poi vai nei dettagli. Come nei giornali.
Esempio: ❌ “Il mercato del coaching in Italia è cresciuto del 15% negli ultimi 3 anni, con particolare sviluppo nel segmento business coaching che rappresenta il 34% del totale…”
✅ “Opportunità: Mercato business coaching da 340M€ in crescita del 15% annuo. La mia nicchia (startup scaling) è sotto-servita con solo 12 competitor diretti.”
La checklist della lunghezza ottimale
✅ Ogni sezione ha uno scopo decisionale chiaro
✅ Posso leggere tutto in 30-45 minuti
✅ Posso spiegare i punti chiave senza guardare il documento
✅ Ogni grafico/tabella aggiunge insight non ovvi
✅ Le proiezioni sono spiegabili e difendibili
✅ Include solo informazioni che influenzano decisioni
Se tutti i punti sono ✅, hai la lunghezza giusta indipendentemente dal numero di pagine.
La verità sulla lunghezza ideale
Il business plan migliore è quello che usi davvero.
Un documento da 5 pagine che consulti ogni settimana vale infinitamente più di uno da 50 pagine che rimane nel cassetto.
Come strategist che deve essere pratica, non accademica, il mio obiettivo è sempre: massimo valore strategico nel minimo tempo di lettura.
Come faccio a fare un business plan se vendo servizi?
Questa è la domanda chiave.
Perché il 90% dei template e delle guide sono pensati per prodotti fisici o startup tech, non per professionisti che vendono competenze e tempo.
Quindi non perdiamo tempo e vediamo subito un business plan come farlo in modo indolore se vendi servizi.
Le differenze fondamentali dei servizi
I servizi sono intangibili: non puoi toccarli, provarli, o restituirli come un prodotto. Il cliente compra fiducia e risultati promessi.
Il “prodotto” sei tu: la tua competenza, disponibilità, e capacità sono il core dell’offering. Non puoi scalarli infinitamente.
Delivery personalizzata: ogni cliente riceve un servizio adattato alla sua situazione. Non puoi vendere lo stesso identico “prodotto” a tutti.
Relationship-based: i servizi si basano su relazioni di fiducia che si costruiscono nel tempo, non su transazioni spot.
Struttura adattata ai servizi:
SERVICE OFFERING:
Core service: Risolve problema principale
Support services: Aumentano valore e retention
Delivery method: Come erogli (1:1, gruppo, online)
Solo allora il business plan diventa la roadmap che trasforma visione in realtà.
Prenota una consulenza strategica se hai bisogno di sviluppare una strategia di acquisizione clienti che sia efficace, invece di continuare con template generici.
Perché la verità è questa: non hai bisogno di un business plan più dettagliato.
Vuoi sapere qual è la differenza tra un professionista che fa fatica a vendere e uno che ha sempre clienti in lista d’attesa?
Le parole che usa.
Non la competenza tecnica. Non il prezzo. Non la fortuna.
Le frasi persuasive che sceglie per comunicare il valore del suo servizio.
Il 95% dei professionisti pensa che basti essere bravi nel proprio lavoro per vendere.
Ma la realtà è brutale: se non sai comunicare il valore di quello che fai, non vendi. Punto.
Dopo anni di analisi su migliaia di copy che convertono (e altrettanti che falliscono), ho identificato 7 frasi persuasive che funzionano sempre, per qualsiasi prodotto o servizio.
Ma attenzione: prima di rivelarti queste frasi, devi capire una verità fondamentale che il 90% ignora completamente.
Per vendere, il primo step è capire qual è il prodotto o servizio che offri e capire a che target vuoi rivolgerti. Una volta che hai definito nello specifico questi due elementi, l’80% del lavoro è fatto.
Prima di svelarti le 7 frasi che cambieranno il tuo business, capiamo perché la maggior parte dei tentativi di persuasione fallisce miseramente.
Gli errori più comuni nella comunicazione persuasiva:
Usare frasi generiche copiate da internet: “Contattami per una consulenza gratuita” non persuade nessuno. È generico, non crea urgenza, non comunica valore specifico.
Parlare del prodotto invece del beneficio: “Offro coaching di leadership” vs “Trasformo manager stressati in leader sereni che ottengono risultati senza micromanagement”.
Non conoscere il proprio target: le frasi persuasive che funzionano per startup tech non funzionano per PMI tradizionali. Ogni target ha trigger emotivi diversi.
Copiare i competitor senza strategia: vedere una frase che funziona per altri e usarla pari pari, senza capire perché funziona e se è adatta al proprio business.
Focalizzarsi su caratteristiche invece che su trasformazioni: “Ho 10 anni di esperienza” non vende. “In 10 anni ho aiutato 200+ imprenditori a raddoppiare il fatturato” sì.
Quali sono le frasi che vendono tutto a tutti
Non esistono frasi magiche che vendono tutto a tutti.
Esistono principi psicologici universali che, applicati al target giusto per il servizio giusto, creano frasi persuasive irresistibili.
Il prerequisito fondamentale (che tutti saltano)
Prima di usare qualsiasi frase persuasiva, devi aver fatto questo lavoro:
Il primo approccio porta curiosi che non comprano mai.
Il secondo porta prospect qualificati pronti a investire.
La formula per contenuti che attirano clienti qualificati
PROBLEMA + AGITAZIONE + SOLUZIONE + PROOF + CALL TO ACTION
Esempio concreto per un Business Coach:
❌ Attira tutti (e non vende):“Sei un imprenditore? Ti aiuto a crescere il business! Contattami per saperne di più.”
✅ Attira clienti giusti (e vende):“Se il tuo team fa tutto quello che gli dici ma l’azienda non cresce lo stesso, hai un problema di sistema, non di persone. Ho aiutato 47 imprenditori a passare da ‘capo che controlla tutto’ a ‘leader che delega risultati’. Il risultato? +60% di crescita media e -50% di stress. Ti riconosci? Prenota un’analisi gratuita.”
Perché il secondo funziona:
Identifica un problema specifico e costoso
Usa il linguaggio del target (“team”, “sistema”, “delegare”)
Fornisce social proof concreto (47 clienti, +60% crescita)
Crea identificazione (“Ti riconosci?”)
Call to action specifica e a basso rischio
Le 7 categorie di contenuti che attirano clienti
1. Problem identification content “5 segnali che il tuo [problema] ti sta costando [costo specifico]”
2. Behind-the-scenes content “Come ho risolto [problema specifico] per [tipo di cliente] in [timeframe]”
3. Contrarian content “Perché [credenza comune del settore] è sbagliata (e cosa fare invece)”
4. Case study content “Da [situazione iniziale] a [risultato finale]: il metodo che ha funzionato”
5. Educational content “Il framework in 3 step per [ottenere risultato desiderato]”
6. Social proof content “[Nome cliente] ha ottenuto [risultato specifico] in [tempo]. Ecco come.”
7. Urgency content “Perché aspettare [azione] ti sta costando [conseguenza] ogni giorno”
Gli errori che uccidono l’attrazione clienti
Parlare di te invece che dei loro problemi “Sono un esperto di…” vs “Se hai questo problema…”
Usare gergo tecnico incomprensibile Il tuo target deve capire ogni parola senza consultare Wikipedia.
Non specificare il risultato “Ti aiuto a migliorare” vs “Ti aiuto a raddoppiare il fatturato in 12 mesi”
Non creare urgenza Senza urgenza, anche il prospect più interessato rimanda all’infinito.
Come copywriter specializzata in strategie che convertono, il mio mantra è: ogni parola deve avere uno scopo, ogni frase deve avvicinare alla vendita.
Stai scrivendo contenuti che attirano curiosi o clienti? Prenota una consulenza strategica e analizziamo come trasformare la tua comunicazione in una calamita per prospect qualificati.
Come vendere in modo convincente?
La vendita convincente non è manipolazione. È comunicazione strategica del valore in modo che il prospect capisca chiaramente perché tu sei la soluzione migliore al suo problema.
I 4 pilastri della vendita convincente:
1. CREDIBILITÀ (perché dovrebbero fidarsi di te)
2. VALORE (cosa guadagnano lavorando con te)
3. URGENZA (perché dovrebbero agire ora)
4. RIDUZIONE DEL RISCHIO (cosa succede se non funziona)
Pilastro 1: Costruire credibilità istantanea
❌ Credibilità debole: “Sono un consulente esperto con anni di esperienza”
✅ Credibilità forte: “Negli ultimi 3 anni ho aiutato 127 ristoranti a aumentare la marginalità media del 34% senza alzare i prezzi. Il mio record? Un cliente è passato da -15% a +28% di marginalità in 8 mesi.”
Elementi di credibilità che funzionano:
Numeri specifici di clienti aiutati
Risultati quantificabili e verificabili
Timeframe realistici
Settori/nicchie specifiche
Metodologie proprietarie
Pilastro 2: Comunicare valore irresistibile
Formula del valore percepito:Valore = (Benefici × Probabilità di successo) / (Tempo + Fatica + Costo)
❌ Valore generico: “Ti aiuto a far crescere il business”
✅ Valore specifico: “In 90 giorni implementiamo il sistema che ti fa risparmiare 15 ore/settimana di micromanagement e aumenta la produttività del team del 40%. Zero formazione aggiuntiva richiesta.”
✅ Urgenza reale: “Ogni mese che rimandi questa ottimizzazione, perdi in media 12.000€ di fatturato potenziale. Il mio prossimo slot disponibile è a marzo 2024.”
Tipi di urgenza autentica:
Conseguenza del ritardo: Costo di non agire
Disponibilità limitata: Slot realmente limitati
Stagionalità: Momenti migliori per iniziare
Opportunità temporanee: Condizioni di mercato favorevoli
Pilastro 4: Ridurre il rischio percepito
Le 5 tipologie di rischio che fermano la vendita:
Rischio finanziario: “E se non funziona e perdo i soldi?” Soluzione: Garanzie, rimborsi, risultati misurabili
Rischio di tempo: “E se mi fa perdere tempo prezioso?” Soluzione: Timeline chiare, milestone verificabili
Rischio sociale: “E se gli altri pensano che sia una cattiva decisione?” Soluzione: Social proof, testimonial di peer
Rischio funzionale: “E se non ottengo i risultati promessi?” Soluzione: Case study, metodologie provate
Rischio emotivo: “E se mi sento stupido per aver sbagliato scelta?” Soluzione: Supporto continuo, processo chiaro
La sequenza di vendita che convince
1. HOOK (cattura attenzione) “Se il tuo e-commerce fa meno di 100 ordini/mese dopo 6 mesi di attività…”
2. PROBLEMA (agita il dolore) “…stai probabilmente commettendo uno di questi 3 errori che uccidono le conversioni”
3. SOLUZIONE (presenta il metodo) “Il mio Conversion Audit System identifica esattamente dove perdi clienti e come sistemarlo”
4. PROOF (dimostra che funziona) “L’ho usato per 89 e-commerce. Risultato medio: +127% di conversioni in 60 giorni”
5. OFFERTA (presenta la proposta) “Audit completo + piano d’azione personalizzato + 30 giorni di implementazione assistita”
6. GARANZIA (rimuove il rischio) “Se non aumenti le conversioni del 50% in 60 giorni, ti rimborso tutto + 500€ per il tempo perso”
7. URGENZA (spinge all’azione) “Accetto solo 3 nuovi clienti al mese. Il prossimo slot si libera a maggio.”
8. CALL TO ACTION (dice cosa fare) “Prenota l’Audit Call gratuita di 30 minuti entro venerdì”
Lezione: “Ecco cosa ho imparato che può aiutare anche te”
Esempio concreto: “Due anni fa il mio cliente Marco aveva un e-commerce che faceva 50 ordini/mese. Non male, ma voleva scalare. Ha provato di tutto: più traffico, più prodotti, prezzi più bassi. Niente funzionava. Il problema non era il traffico. Era il checkout. 7 passaggi, troppi campi, nessuna opzione di pagamento veloce. In 3 settimane abbiamo ridotto il checkout a 2 click. Risultato? Da 50 a 340 ordini/mese. Stesso traffico, 580% di conversioni in più.”
3. VALUE
Ossia l’insegnamento o il punto di vista della situazione
Obiettivo: Offrire valore concreto che posiziona come esperto
Tipi di valore che funzionano:
Framework pratico: “Le 3 domande che faccio sempre prima di…”
Checklist: “Prima di lanciare la tua prossima campagna, verifica che…”
Mistake revelation: “L’errore nascosto che tutti fanno è…”
Insider tip: “Quello che non ti dicono sui… è che…”
4. PROOF
Obiettivo: Dimostrare competenza attraverso risultati concreti
Esempi di proof efficaci:
“Stesso metodo usato per 47 clienti negli ultimi 2 anni”
“Risultato medio: +127% di performance”
“Come confermato anche da [autorità del settore]”
“Principio validato da [studio/ricerca]”
5. CTA
Cioè la call to action strategica
Obiettivo: Guidare verso il prossimo step del funnel, non vendere direttamente
Tipologie di CTA per fase del funnel:
Awareness (follower freddi):
“Salva questo post se ti è utile”
“Condividi se conosci qualcuno che ha questo problema”
“Dimmi nei commenti: qual è la tua esperienza con…”
Consideration (follower coinvolti):
“Commenta GUIDA e ti mando il framework completo”
“Vai sul mio ultimo post per l’approfondimento”
“Link in bio per il case study dettagliato”
Decision (follower qualificati):
“Se vuoi aiuto per implementarlo, scrivimi in DM”
“Prenota una call gratuita per analizzare la tua situazione”
“Solo per i primi 5: audit gratuito del tuo [settore]”
Stai scrivendo caption che intrattengono o che convertono? Scarica Adscheck 7, l’unica checklist che ti mostra in 15 minuti dove le tue campagne su Meta ti stanno facendo perdere soldi, e scopri come ottimizzare anche i tuoi contenuti organici.
Quali sono le tecniche persuasive che vengono usate?
Ora entriamo nel cuore della psicologia della persuasione. Queste sono le leve mentali che, quando usate eticamente e strategicamente, trasformano prospect indecisi in clienti entusiasti.
Le 7 frasi persuasive per vendere qualsiasi cosa (finalmente)
1. “Il metodo che ho usato per [risultato specifico] in [tempo specifico]”
Perché funziona:
Promette un sistema replicabile (non fortuna)
Fornisce risultato quantificabile
Dà timeframe realistico
Implica che puoi insegnarlo ad altri
Esempi per settori:
Business Coach: “Il metodo che ho usato per far passare 23 startup da pre-seed a Series A in 18 mesi”
Nutrizionista: “Il metodo che ho usato per far perdere 45kg a miei clienti senza dieta restrittiva”
Marketing Consultant: “Il metodo che ho usato per triplicare il ROI di 67 campagne Facebook in 90 giorni”
2. “Se [situazione specifica], allora [conseguenza costosa]”
Perché funziona:
Crea identificazione immediata
Agita un dolore reale
Implica che sai come risolverlo
Genera urgenza di agire
Esempi applicati:
HR Consultant: “Se il tuo turnover supera il 25% annuo, stai perdendo almeno 150.000€ in formazione e recruiting”
Cyber Security: “Se non hai aggiornato i protocolli negli ultimi 6 mesi, la probabilità di attacco aumenta del 340%”
Business Coach: “Se lavori più di 60 ore/settimana ma il fatturato non cresce, hai un problema di sistema, non di impegno”
3. “Ecco l’unica cosa che separa [situazione attuale] da [situazione desiderata]”
Perché funziona:
Semplifica un problema complesso
Crea curiosità irresistibile
Posiziona come la soluzione definitiva
Riduce l’overwhelm del cambiamento
Esempi pratici:
Sales Coach: “Ecco l’unica cosa che separa venditori da 50k€/anno da quelli da 150k€/anno”
E-commerce Consultant: “Ecco l’unica cosa che separa negozi che falliscono da quelli che fatturano 7 cifre”
Leadership Coach: “Ecco l’unica cosa che separa manager stressati da leader sereni”
4. “Quello che nessuno ti dice su [argomento] è che…”
Perché funziona:
Promette informazioni esclusive
Crea alleanza (“noi contro loro”)
Posiziona come insider esperto
Genera curiosità di sapere il segreto
Esempi settoriali:
Financial Advisor: “Quello che nessuno ti dice sugli investimenti è che il timing batte sempre la diversificazione”
Real Estate: “Quello che nessuno ti dice sull’acquisto casa è che il prezzo di listino è solo il 60% del costo reale”
Web Agency: “Quello che nessuno ti dice sui siti web è che il design conta meno del copywriting”
5. “Come ho [risultato impressionante] mentre tutti gli altri [approccio comune sbagliato]”
Perché funziona:
Contrasta con l’approccio mainstream
Genera curiosità per il metodo diverso
Crea differenziazione automatica
Implica superiorità strategica
Esempi di applicazione:
Social Media Manager: “Come ho raggiunto 100k follower qualificati mentre tutti gli altri compravano bot”
Business Consultant: “Come ho raddoppiato il fatturato di 34 clienti mentre tutti gli altri tagliavano i costi”
Fitness Coach: “Come ho fatto perdere 30kg ai miei clienti mentre tutti gli altri prescrivevano diete impossibili”
6. “Il framework in [numero] step che ha generato [risultato specifico] per [numero] clienti”
Perché funziona:
Promette un sistema ordinato e replicabile
Quantifica sia il metodo che i risultati
Fornisce social proof numerica
Riduce la complessità percepita
Esempi concreti:
Sales Trainer: “Il framework in 5 step che ha generato +2.3M€ di vendite per 89 commercial”
Productivity Coach: “Il framework in 3 step che ha fatto risparmiare 847 ore/anno a 156 manager”
Digital Strategist: “Il framework in 7 step che ha portato 12.000 lead qualificati a 67 aziende B2B”
7. “Perché [credenza comune] ti sta costando [costo specifico] (e cosa fare invece)”
Perché funziona:
Sfida le credenze esistenti
Quantifica il danno del non agire
Promette l’alternativa corretta
Crea urgenza di cambiare approccio
Esempi per settore:
Marketing Consultant: “Perché ‘più traffico = più vendite’ ti sta costando 50.000€/anno (e cosa fare invece)”
HR Specialist: “Perché ‘assumere i migliori CV’ ti sta costando 200.000€ in turnover (e cosa fare invece)”
Business Coach: “Perché ‘il cliente ha sempre ragione’ ti sta costando il 40% dei profitti (e cosa fare invece)”
Le leve psicologiche dietro ogni frase
Leva della scarsità: “Solo per i primi 10…”
Leva dell’autorità: “Come usato da Google, Amazon e…”
Leva della riprova sociale: “Scelto da 10.000+ professionisti”
Leva della reciprocità: “Ti regalo il framework che…”
Leva della coerenza: “Se credi che il successo si meriti…”
Leva del contrasto: “Mentre tutti fanno X, i vincenti fanno Y”
Il test che devi fare prima di usare ogni frase persuasiva
Prima di usare qualsiasi frase, chiediti:
È specifica al mio target? (Non generica)
È credibile e verificabile? (Non esagerata)
È allineata con il mio servizio? (Non fuorviante)
È etica e onesta? (Non manipolativa)
È differenziante? (Non uguale ai competitor)
Se anche solo una risposta è “no”, non usarla.
Come strategist specializzata in copywriting a risposta diretta, ogni frase che progetto passa questo test. Perché la persuasione etica costruisce business duraturi, quella manipolativa li distrugge.
L’errore fatale che uccide anche le frasi più persuasive
Le 7 frasi persuasive per vendere qualsiasi cosa possono fallire solo ad una condizione.
Usarle senza aver fatto i compiti strategici.
Scenario tipico che vedo ogni giorno:
Professionista legge le 7 frasi persuasive
Le copia pari pari nei suoi contenuti
Non ottiene risultati
Conclude che “il copywriting non funziona per il mio settore”
Il problema: Ha saltato completamente la fase strategica.
Altri errori da evitare assolutamente
Copiare frasi che funzionano per altri settori: una frase che funziona per fitness non funziona se stai vendendo consulenze alle aziende.
Usare sempre la stessa frase: anche la frase più persuasiva perde efficacia se ripetuta troppo.
Non misurare i risultati: se non monitori cosa funziona, continuerai a sprecare tempo su quello che non funziona.
Abbandonare dopo i primi test: le frasi persuasive hanno bisogno di essere ottimizzate, raramente funzionano perfettamente al primo tentativo.
Quando NON investire in frasi persuasive
Nei paragrafi sopra ti ho scritto le 7 frasi persuasive per vendere qualsiasi cosa.
Ecco i casi in cui ti consiglio di evitare di usarle:
Non hai ancora validato il product-market fit: se non sai cosa vendi esattamente a chi, le frasi persuasive non possono aiutarti.
Non hai un sistema di follow-up: attrarre potenziali clienti interessati ai tuoi servizi che non vengono correttamente contattati è spreco di energie, tempo e soldi.
Non puoi gestire più clienti: se sei già al limite della capacità, prima sistema i processi interni.
Non hai pazienza per testare e ottimizzare: le frasi persuasive richiedono raffinamento continuo, non sono “fire and forget”.
Il test finale per ogni frase persuasiva:
“Se il mio cliente ideale leggesse questa frase, penserebbe immediatamente: ‘Questa persona capisce esattamente il mio problema e probabilmente sa come risolverlo’?”
Se la risposta è sì, hai una frase persuasiva vincente.Se la risposta è no, continua a lavorarci.
Prima di sprecare altro tempo con frasi generiche copiate da internet, assicurati di avere:
Solo allora le frasi persuasive diventano quello che dovrebbero essere: uno strumento strategico che trasforma prospect indecisi in clienti entusiasti, non formule magiche che promettono risultati senza strategia.
E se hai bisogno di aiuto per sviluppare frasi persuasive che funzionano specificatamente per il tuo business, invece di continuare a copiare formule generiche, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come trasformare la psicologia della persuasione in risultati concreti per i professionisti che vendono servizi come te.
Perché la verità è questa: non hai bisogno di frasi più persuasive.
Hai bisogno di frasi persuasive più strategiche.
E quella è tutta un’altra storia.
Le tue campagne pubblicitarie non portano nuovi clienti?
Inserisci i dati qui sotto per una consulenza e scopriamo insieme perché le tue campagne non stanno convertendo come dovrebbero.
Se nella tua testa è balenato il pensiero “compra follower Instagram” per essere più credibile, fermati un attimo e leggi questo articolo.
Perché sto per spiegarti perché comprare follower non solo è inutile, ma può letteralmente distruggere tutti gli sforzi che hai fatto fino ad ora.
Ma prima, la verità brutale che nessuno ti dice.
Meglio 500 follower che comprano i tuoi servizi che 50.000 follower morti che non sanno nemmeno chi sei.
Eppure ogni giorno vedo professionisti intelligenti che cadono nella trappola dei “follower facili”. Vedono competitor con 20k, 50k, 100k follower e pensano: “Devo recuperare il gap, compro qualche migliaio di follower per sembrare più credibile.”
Risultato? Si autodistruggono senza nemmeno rendersene conto.
Perché tutti pensano che i follower comprati siano una buona idea
Prima di spiegarti perché comprare follower Instagram è una strategia suicida, capiamo perché così tanti professionisti cadono in questa trappola.
Le false credenze sui follower:
“Più follower = più credibilità” La logica sembra sensata: se hai tanti follower, sembri più autorevole. Ma la credibilità non si misura in numeri, si misura in risultati.
“I clienti guardano quanti follower hai prima di comprare” Falso. I clienti guardano i tuoi contenuti, i tuoi risultati, le tue competenze. Il numero di follower è l’ultimo dei loro pensieri.
“Tutti lo fanno, quindi devo farlo anch’io” Mentalità da gregge che ti porta a copiare strategie perdenti invece di costruire qualcosa di unico.
“È solo un piccolo aiutino per partire” Non esiste il “piccolo aiutino”. O costruisci una community vera o costruisci un castello di sabbia.
“Posso sempre comprarli ora e poi far crescere quelli veri” L’algoritmo di Instagram non funziona così. I follower morti uccidono la reach organica per sempre.
La psicologia dietro l’acquisto di follower
Ma da dove nasce quella vocina che ci fa pensare che la soluzione migliore per la nostra crescita sui social sia proprio “compra followe Instagram?”
Insicurezza mascherata da strategia: la paura di sembrare “piccoli” spinge a cercare scorciatoie che sembrano soluzioni ma sono problemi.
Sindrome da confronto: guardare sempre cosa fanno gli altri invece di concentrarsi sul proprio cliente ideale.
Mentalità quick-fix: la ricerca della soluzione rapida invece di investire nel lavoro strategico di lungo termine.
Confusione tra vanity metrics e business metrics: scambiare i follower (vanity metric) con i clienti paganti (business metric).
Come avere 1000 follower su Instagram gratis?
Ecco la domanda giusta.
Non “dove comprarli” ma “come costruirli organicamente“.
Perché 1000 follower veri che ti conoscono, si fidano di te e comprano i tuoi servizi valgono più di 100.000 follower comprati che non sanno nemmeno chi sei.
La strategia per crescere organicamente (che funziona davvero):
Step 1: Definisci il tuo target con precisione chirurgica
Non “imprenditori” ma “founder di startup tech B2B con team 5-20 persone che hanno problemi di scaling”.
Più specifico sei, più facile è attrarre le persone giuste. Come spiego nella mia guida sul cliente ideale, la precisione batte sempre la genericità.
Step 2: Crea contenuti che risolvono problemi reali
Smetti di postare citazioni motivazionali. Inizia a condividere soluzioni concrete.
Esempi di contenuti che attirano follower qualificati:
“5 errori di leadership che costano 100k€ all’anno alle startup”
“Come ho aiutato un cliente a ridurre il churn dal 15% al 3% in 90 giorni”
“Il framework che uso per assumere persone che rimangono almeno 2 anni”
Step 3: Commenta strategicamente nei profili del tuo target
Non “Grande post! 🔥” ma commenti che aggiungono valore e dimostrano competenza.
Esempio: Post di un imprenditore: “Fatico a delegare, faccio tutto io” Tuo commento: “Il problema spesso non è la delega, ma non aver definito processi chiari. Ho aiutato 15+ founder a passare da ‘faccio tutto io’ a team autonomi creando playbook specifici per ogni ruolo. Il risultato? 40% di tempo in più per lo strategy, zero micromanagement.”
Step 4: Collabora con altri professionisti (non competitor)
Le storie non sono per selfie casuali ma per approfondire temi dei tuoi post e creare connessione personale.
La differenza tra crescita organica e comprata
Crescita organica:
Lenta ma solida
Follower interessati ai tuoi contenuti
Engagement rate alto (5-8%)
Prospect qualificati che diventano clienti
Crescita che si auto-alimenta nel tempo
Crescita comprata:
Veloce ma artificiale
Follower che non sanno chi sei
Engagement rate ridicolo (0.1-0.5%)
Zero prospect, zero clienti
Effetto che sparisce appena smetti di comprare
La scelta è ovvia, se ragioni da imprenditore invece che da vanitoso.
L’errore che uccide la crescita organica:
Volere tutto subito.
La crescita organica richiede tempo, costanza, strategia. Chi cerca scorciatoie finisce sempre per danneggiarsi.
Come ads strategist, preferisco sempre lavorare con clienti che hanno follower organici, anche se pochi, perché so che le campagne convertiranno meglio.
Vuoi costruire una crescita Instagram sostenibile che porta clienti reali? [Prenota una consulenza strategica] e sviluppiamo insieme una strategia di crescita organica allineata ai tuoi obiettivi business.
Dove posso acquistare follower veri su Instagram?
Questa è la domanda sbagliata.
Ma visto che me la fanno spesso, te la metto in chiaro una volta per tutte.
La risposta brutale: da nessuna parte.
Non esistono “follower veri” in vendita.
È un ossimoro, una contraddizione in termini.
Un follower vero è qualcuno che:
Ti ha scoperto organicamente
È interessato ai tuoi contenuti
Interagisce con i tuoi post
Potrebbe diventare un cliente
Se lo compri, per definizione non è vero.
Le truffe più comuni del mercato
Io cito quelle che vedo più spesso, così ne sei a conoscenza:
“Follower italiani reali” Sono account italiani esistenti, ma non sono interessati a te. Spesso sono profili hackerati o comprati in bulk.
“Crescita organica assistita” Ti promettono di far crescere il profilo “come se fosse naturale”. Usano sempre bot che followano/unfollowono automaticamente.
“Follower del tuo settore” Impossibile. Non esiste un database di “imprenditori disponibili per il follow” che puoi comprare.
“Follower attivi che interagiscono” I servizi più costosi includono like e commenti automatici. Sembrano più reali ma sono ancora più dannosi.
I prezzi del mercato (per farti capire quanto è assurdo)
1000 follower “base”: 10-50€ Bot evidenti, spariscono in poche settimane.
1000 follower “premium”: 50-200€ Account più credibili ma sempre inattivi.
1000 follower “ultra-reali”: 200-500€ Con bot che commentano e mettono like. Il danno peggiore che puoi fare al tuo profilo.
Cosa succede quando compri follower
Settimana 1-2: Euforia “Wow, ho 5000 follower in più! Sembro più credibile!”
Settimana 3-4: Prima delusione “Perché nessuno interagisce con i miei post? L’engagement è crollato.”
Mese 2-3: Panico “I follower stanno sparendo e quelli rimasti non comprano niente.”
Mese 4+: Disastro “Il mio profilo è morto, l’algoritmo non mi mostra più a nessuno.”
Perché Instagram penalizza i follower comprati
L’algoritmo riconosce i pattern artificiali:
Crescita troppo veloce
Follower senza interazioni
Engagement rate sproporzionato
Provenienza geografica sospetta
Shadowban automatico: Il tuo profilo diventa praticamente invisibile a follower reali.
Penalizzazioni permanenti: Una volta che l’algoritmo ti marca come “artificiale”, è quasi impossibile recuperare.
Riduzione organica della reach: I tuoi contenuti vengono mostrati a sempre meno persone.
L’alternativa intelligente ai follower comprati:
Investi gli stessi soldi in advertising strategico.
Invece di 200€ per 1000 follower finti:
200€ di ads strategiche per promuovere i tuoi contenuti migliori
Risultato: 50-100 follower veri interessati ai tuoi servizi
Come capire se una persona si è comprata i follower?
Questa competenza è fondamentale per due motivi:
Per evitare di collaborare con professionisti fake
Per assicurarti che i tuoi competitor “di successo” non stiano barando
Come capire se un account ha comprato i follower?
I segnali inequivocabili di follower comprati che ti danno una panoramica ben chiara della situazione degli account.
1. Sproporzione follower/engagement
Account sospetto:
50.000 follower
Media 20 like per post
2-3 commenti generici
Engagement rate: 0.05% (normale: 3-8%)
Account autentico:
2.000 follower
Media 50-150 like per post
15-25 commenti dettagliati
Engagement rate: 6% (sano e naturale)
2. Qualità dei commenti
Commenti da follower comprati:
“Nice post! 🔥”
“Great content 👍”
“Amazing! ✨”
“Love this 💯”
Commenti da follower veri:
“Questo approccio l’ho testato la settimana scorsa e funziona davvero”
“Quale tool consigli per implementare questa strategia?”
“Ho lo stesso problema, grazie per la soluzione pratica”
3. Analisi dei follower
Clicca sui follower e controlla:
Profili senza foto o con foto stock
Bio vuote o con caratteri casuali
Zero post o post molto vecchi
Nomi utente con numeri casuali (es: marco_123456)
Provenienza geografica incongruente (se sei italiano e hai follower da Bangladesh)
4. Pattern di crescita anomali
Crescita artificiale:
+5000 follower in una settimana
Crescita a scalini (picchi improvvisi)
Zero correlazione tra crescita e contenuti pubblicati
Crescita organica:
Crescita graduale e costante
Picchi correlati a contenuti virali
Fluttuazioni naturali
5. Follower/Following ratio
Red flag:
Segue 50 persone, seguito da 50.000
Following sempre molto basso rispetto ai follower
Naturale:
Ratio proporzionata alla storia del profilo
Following che cresce insieme ai follower (all’inizio)
Tools per verificare follower comprati:
IG Audit (gratuito): Analizza la percentuale di follower fake/inattivi.
HypeAuditor: Analisi approfondita dell’audience e engagement quality.
Social Blade: Storico della crescita follower per identificare picchi sospetti.
Analisi manuale (più affidabile): Controlla manualmente gli ultimi 50 follower e valuta quanti sembrano reali.
Esempi pratici di profili che ho analizzato:
Caso 1: Business Coach con 86.7k follower
Engagement rate: 0.3%
Follower prevalentemente da paesi non target
Commenti tutti generici in inglese maccheronico
Verdict: 91%+ follower comprati
Caso 2: Marketing Consultant con 3k follower
Engagement rate: 7%
Commenti dettagliati e domande specifiche
Follower coerenti con il target (imprenditori italiani)
Verdict: Crescita organica autentica
Come proteggere il tuo business dai fake
Prima di collaborare con un influencer: Analizza sempre i follower, non il numero totale.
Prima di seguire strategie di competitor: Verifica che i loro risultati siano autentici.
Prima di sentirti inadeguato: Ricorda che molti “grandi profili” sono gonfiati artificialmente.
La verità sui tuoi competitor “di successo”
Il 60-70% dei profili con 20k+ follower nel settore coaching/consulting ha comprato almeno una parte dei follower.
Questo significa che quello che sembrava un gap competitivo potrebbe essere solo un’illusione.
Non farti intimidire da numeri gonfiati.
Concentrati sui risultati reali: clienti paganti, non follower fantasma.
Come usare questa conoscenza strategicamente
Per le partnership: Collabora solo con professionisti che hanno audience autentiche, anche se più piccole.
Per la pianificazione: Non basare le tue strategie sui numeri dei competitor se non hai verificato che siano reali.
Per la motivazione: Sapere che molti “grandi numeri” sono finti ti aiuta a rimanere focalizzato sulla crescita organica.
Come ads strategist, quando analizzo i competitor per i miei clienti, verifico sempre l’autenticità dei follower. Perché copiare le strategie di chi bara è il modo migliore per fallire.
Vuoi scoprire perché quella campagna per ottenere più follower non sta funzionando? Scarica Adscheck 7, l’unica checklist che ti mostra in 15 minuti dove le tue campagne su Meta ti stanno facendo perdere soldi, e scopri come distinguere i competitor veri da quelli fake.
Come funzionano i follower comprati?
Ora entriamo nel tecnico per farti capire esattamente perché i follower comprati sono una strategia autodistruttiva.
I meccanismi dietro l’industria dei follower fake si dividono principalmente in queste categorie:
1. Bot farms: centinaia di telefoni e computer che creano account fake in massa usando:
Foto rubate da profili reali
Nomi generati automaticamente
Bio copiate da altri account
Attività simulate per sembrare “umani”
2. Account hackerati: profili reali compromessi che vengono utilizzati per:
Seguire automaticamente chi compra follower
Mettere like programmati
Commentare con bot pre-programmati
Spacciare attività fake per organica
3. Click farms umane: persone pagate pochi centesimi per:
Creare account che sembrano reali
Seguire profili specifici
Interagire minimamente per evitare detection
Rivendere l’accesso ai loro account
Il processo di acquisto (per farti capire il meccanismo):
Step 1: Ordine Cliente paga per X follower, specifica target demografico, velocità di crescita.
Step 2: Targeting Il servizio identifica il profilo Instagram target e inizia l’operazione.
Step 3: Distribuzione Bot e account fake iniziano a seguire il profilo secondo il timing programmato.
Step 4: Simulazione engagement Alcuni servizi aggiungono like e commenti automatici per mascherare l’artificialità.
Step 5: Mantenimento Tentativi di sostituire follower che Instagram elimina o che si cancellano.
Perché Instagram riconosce sempre i follower comprati
Algoritmi di detection avanzati:
Pattern recognition:
Velocità di crescita anomala
Provenienza geografica incongruente
Timing di follow troppo regolare
Mancanza di engagement proporzionale
Behavioral analysis:
Account che seguono senza mai interagire
Attività di navigazione innaturale
Assenza di session duration realistica
Pattern di utilizzo dell’app non umani
Network analysis:
Stessi account che seguono migliaia di profili
Catene di follow che partono dalle stesse IP
Account che si comportano in modo identico
Correlazioni tra acquisti simultanei
Le conseguenze tecniche sui tuoi contenuti
Perché, giustamente, tu magari stai pure pensando che, comunque, qualche beneficio la porta.
Ma vediamo nel dettaglio cosa succede nel medio/lungo periodo:
Algoritmo penalizzato: Instagram riduce la reach organica dei profili con follower fake per “proteggere” gli utenti reali da contenuti spam.
Engagement rate rovinato: Con migliaia di follower morti, i tuoi post ottengono pochissime interazioni relative, segnalando all’algoritmo che i contenuti non interessano.
Shadowban progressivo: Il profilo diventa progressivamente invisibile nei feed, nelle ricerche, negli hashtag.
Credibilità compromessa: Utenti esperti riconoscono i segnali e perdono fiducia nel tuo brand.
E, quindi, lo scenario che si presenta più prefequente è:
Mese 1-3: I numeri sembrano migliorati
Mese 4-6: L’engagement crolla visibilmente
Mese 7-12: Il profilo diventa praticamente invisibile
Anno 2+: Praticamente impossibile recuperare credibilità algoritmica
Una volta che compri follower, hai rovinato il profilo per sempre.
Ne vale davvero la pena, quindi?
Come strategist specializzata in growth organico, ho visto troppi professionisti talentuosi distruggere anni di lavoro per l’ossessione dei numeri. Il marketing non si misura in follower, si misura in clienti paganti.
Quale strategia di crescita organica funziona?
Focus su micro-community di qualità: Invece di inseguire i grandi numeri, costruisci una tribù di 500-2000 persone che:
Sono nel tuo target ideale
Hanno il problema che risolvi
Hanno il budget per i tuoi servizi
Ti vedono come il riferimento nel settore
Come costruire questa micro-community:
Definisci il tuo posizionamento unico Non essere “un altro business coach” ma “l’unico esperto in scaling di startup fintech in Italia”
Crea contenuti ultra-specifici Parla direttamente ai problemi del tuo micro-target, come spiego nella mia guida sui contenuti organici che vendono
Interagisci autenticamente Rispondi a ogni commento, fai domande, crea conversazioni vere
Offri valore esclusivo Live Q&A, contenuti behind-the-scenes, accesso prioritario alle tue risorse
Trasforma follower in clienti Sistema di funnel marketing che guida dalla scoperta all’acquisto
L’integrazione con la strategia complessiva:
I follower organici non lavorano da soli. Si integrano con:
Inbound marketing per attrarre prospect qualificati attraverso valore genuino, come spiego nella guida completa all’inbound
Landing page ottimizzate per convertire il traffico social in lead, evitando gli errori che spiego nell’articolo su landing page che non convertono
L’errore finale da evitare assolutamente:
Pensare che Instagram sia un gioco di numeri.
Instagram, per professionisti che vendono servizi, è un canale di relazione. E le relazioni non si comprano, si costruiscono.
Non hai bisogno di impressionare follower casuali. Hai bisogno di convincere clienti potenziali.
Prima di sprecare altri soldi in follower fake, assicurati di avere:
Una strategia di crescita organica sostenibile
Contenuti che parlano direttamente al tuo cliente ideale
Un sistema per trasformare follower in prospect e prospect in clienti
Metriche che misurano il vero impatto: lead generation e acquisizione clienti
Solo allora Instagram diventa quello che dovrebbe essere: uno strumento di business che genera risultati concreti, non una gara di popolarità fine a se stessa.
E se hai bisogno di aiuto per costruire una crescita Instagram autentica che porta clienti reali, invece di continuare a inseguire numeri vuoti, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come trasformare Instagram in una macchina di acquisizione
Sono Strategic Copywriter e Meta Ads Specialist e ogni giorno mi occupo di traformare il marketing di coach, consulenti e creator di corsi in un sistema che attrae clienti paganti. Analizzo messaggi, funnel e campagne per scoprire cosa non funziona e aiutarti a vendere i tuoi servizi senza inseguire clienti.