Seleziona una pagina
Compra follower Instagram e Instagram ti manda in shadowban

Compra follower Instagram e Instagram ti manda in shadowban

Se nella tua testa è balenato il pensiero “compra follower Instagram” per essere più credibile, fermati un attimo e leggi questo articolo.

Perché sto per spiegarti perché comprare follower non solo è inutile, ma può letteralmente distruggere tutti gli sforzi che hai fatto fino ad ora.

Ma prima, la verità brutale che nessuno ti dice. 

Meglio 500 follower che comprano i tuoi servizi che 50.000 follower morti che non sanno nemmeno chi sei.

Eppure ogni giorno vedo professionisti intelligenti che cadono nella trappola dei “follower facili”. Vedono competitor con 20k, 50k, 100k follower e pensano: “Devo recuperare il gap, compro qualche migliaio di follower per sembrare più credibile.”

Risultato? Si autodistruggono senza nemmeno rendersene conto.

Come strategist specializzata nel posizionamento di professionisti che vendono servizi, vedo quotidianamente i danni che i follower comprati causano ai business. E ti garantisco: i danni sono sempre maggiori dei benefici.

Perché tutti pensano che i follower comprati siano una buona idea

Prima di spiegarti perché comprare follower Instagram è una strategia suicida, capiamo perché così tanti professionisti cadono in questa trappola.

Le false credenze sui follower:

  • “Più follower = più credibilità” La logica sembra sensata: se hai tanti follower, sembri più autorevole. Ma la credibilità non si misura in numeri, si misura in risultati.
  • “I clienti guardano quanti follower hai prima di comprare” Falso. I clienti guardano i tuoi contenuti, i tuoi risultati, le tue competenze. Il numero di follower è l’ultimo dei loro pensieri.
  • “Tutti lo fanno, quindi devo farlo anch’io” Mentalità da gregge che ti porta a copiare strategie perdenti invece di costruire qualcosa di unico.
  • “È solo un piccolo aiutino per partire” Non esiste il “piccolo aiutino”. O costruisci una community vera o costruisci un castello di sabbia.
  • “Posso sempre comprarli ora e poi far crescere quelli veri” L’algoritmo di Instagram non funziona così. I follower morti uccidono la reach organica per sempre.

La psicologia dietro l’acquisto di follower

Ma da dove nasce quella vocina che ci fa pensare che la soluzione migliore per la nostra crescita sui social sia proprio “compra followe Instagram?”

  • Insicurezza mascherata da strategia: la paura di sembrare “piccoli” spinge a cercare scorciatoie che sembrano soluzioni ma sono problemi.
  • Sindrome da confronto: guardare sempre cosa fanno gli altri invece di concentrarsi sul proprio cliente ideale.
  • Mentalità quick-fix: la ricerca della soluzione rapida invece di investire nel lavoro strategico di lungo termine.
  • Confusione tra vanity metrics e business metrics: scambiare i follower (vanity metric) con i clienti paganti (business metric).

Come avere 1000 follower su Instagram gratis?

Ecco la domanda giusta.

Non “dove comprarli” ma “come costruirli organicamente“.

Perché 1000 follower veri che ti conoscono, si fidano di te e comprano i tuoi servizi valgono più di 100.000 follower comprati che non sanno nemmeno chi sei.

La strategia per crescere organicamente (che funziona davvero):

Step 1: Definisci il tuo target con precisione chirurgica 

Non “imprenditori” ma “founder di startup tech B2B con team 5-20 persone che hanno problemi di scaling”.

Più specifico sei, più facile è attrarre le persone giuste. Come spiego nella mia guida sul cliente ideale, la precisione batte sempre la genericità.

Step 2: Crea contenuti che risolvono problemi reali 

Smetti di postare citazioni motivazionali. Inizia a condividere soluzioni concrete.

Esempi di contenuti che attirano follower qualificati:

  • “5 errori di leadership che costano 100k€ all’anno alle startup”
  • “Come ho aiutato un cliente a ridurre il churn dal 15% al 3% in 90 giorni”
  • “Il framework che uso per assumere persone che rimangono almeno 2 anni”

Step 3: Commenta strategicamente nei profili del tuo target 

Non “Grande post! 🔥” ma commenti che aggiungono valore e dimostrano competenza.

Esempio: Post di un imprenditore: “Fatico a delegare, faccio tutto io” Tuo commento: “Il problema spesso non è la delega, ma non aver definito processi chiari. Ho aiutato 15+ founder a passare da ‘faccio tutto io’ a team autonomi creando playbook specifici per ogni ruolo. Il risultato? 40% di tempo in più per lo strategy, zero micromanagement.”

Step 4: Collabora con altri professionisti (non competitor)

Il modo migliore per farlo è:

  • Guest post sui loro profili
  • Live Instagram insieme
  • Citazioni reciproche nei contenuti
  • Progetti congiunti

Step 5: Usa le storie strategicamente 

Le storie non sono per selfie casuali ma per approfondire temi dei tuoi post e creare connessione personale.

La differenza tra crescita organica e comprata

Crescita organica:

  • Lenta ma solida
  • Follower interessati ai tuoi contenuti
  • Engagement rate alto (5-8%)
  • Prospect qualificati che diventano clienti
  • Crescita che si auto-alimenta nel tempo

Crescita comprata:

  • Veloce ma artificiale
  • Follower che non sanno chi sei
  • Engagement rate ridicolo (0.1-0.5%)
  • Zero prospect, zero clienti
  • Effetto che sparisce appena smetti di comprare

La scelta è ovvia, se ragioni da imprenditore invece che da vanitoso.

L’errore che uccide la crescita organica:

Volere tutto subito.

La crescita organica richiede tempo, costanza, strategia. Chi cerca scorciatoie finisce sempre per danneggiarsi.

Come ads strategist, preferisco sempre lavorare con clienti che hanno follower organici, anche se pochi, perché so che le campagne convertiranno meglio.

Vuoi costruire una crescita Instagram sostenibile che porta clienti reali? [Prenota una consulenza strategica] e sviluppiamo insieme una strategia di crescita organica allineata ai tuoi obiettivi business.

Dove posso acquistare follower veri su Instagram?

Questa è la domanda sbagliata.

Ma visto che me la fanno spesso, te la metto in chiaro una volta per tutte.

La risposta brutale: da nessuna parte.

Non esistono “follower veri” in vendita. 

È un ossimoro, una contraddizione in termini.

Un follower vero è qualcuno che:

  • Ti ha scoperto organicamente
  • È interessato ai tuoi contenuti
  • Interagisce con i tuoi post
  • Potrebbe diventare un cliente

Se lo compri, per definizione non è vero.

Le truffe più comuni del mercato

Io cito quelle che vedo più spesso, così ne sei a conoscenza:

  • “Follower italiani reali” Sono account italiani esistenti, ma non sono interessati a te. Spesso sono profili hackerati o comprati in bulk.
  • “Crescita organica assistita” Ti promettono di far crescere il profilo “come se fosse naturale”. Usano sempre bot che followano/unfollowono automaticamente.
  • “Follower del tuo settore” Impossibile. Non esiste un database di “imprenditori disponibili per il follow” che puoi comprare.
  • “Follower attivi che interagiscono” I servizi più costosi includono like e commenti automatici. Sembrano più reali ma sono ancora più dannosi.

I prezzi del mercato (per farti capire quanto è assurdo)

1000 follower “base”: 10-50€ Bot evidenti, spariscono in poche settimane.

1000 follower “premium”: 50-200€ Account più credibili ma sempre inattivi.

1000 follower “ultra-reali”: 200-500€ Con bot che commentano e mettono like. Il danno peggiore che puoi fare al tuo profilo.

Cosa succede quando compri follower

Settimana 1-2: Euforia “Wow, ho 5000 follower in più! Sembro più credibile!”

Settimana 3-4: Prima delusione “Perché nessuno interagisce con i miei post? L’engagement è crollato.”

Mese 2-3: Panico “I follower stanno sparendo e quelli rimasti non comprano niente.”

Mese 4+: Disastro “Il mio profilo è morto, l’algoritmo non mi mostra più a nessuno.”

Perché Instagram penalizza i follower comprati

L’algoritmo riconosce i pattern artificiali:

  • Crescita troppo veloce
  • Follower senza interazioni
  • Engagement rate sproporzionato
  • Provenienza geografica sospetta

Shadowban automatico: Il tuo profilo diventa praticamente invisibile a follower reali.

Penalizzazioni permanenti: Una volta che l’algoritmo ti marca come “artificiale”, è quasi impossibile recuperare.

Riduzione organica della reach: I tuoi contenuti vengono mostrati a sempre meno persone.

L’alternativa intelligente ai follower comprati:

Investi gli stessi soldi in advertising strategico.

Invece di 200€ per 1000 follower finti:

  • 200€ di ads strategiche per promuovere i tuoi contenuti migliori
  • Risultato: 50-100 follower veri interessati ai tuoi servizi
  • Valore: Infinitamente superiore

Invece di 500€ per 5000 follower fake:

La domanda che dovresti farti

“Questi follower comprati compreranno mai i miei servizi?”

La risposta è sempre no. Quindi che senso ha comprarli?

Come strategist specializzata in copywriting a risposta diretta, preferisco sempre 100 prospect qualificati a 10.000 follower casuali. Perché i prospect si trasformano in clienti, i follower comprati in niente.

Come capire se una persona si è comprata i follower?

Questa competenza è fondamentale per due motivi:

  1. Per evitare di collaborare con professionisti fake
  2. Per assicurarti che i tuoi competitor “di successo” non stiano barando

Come capire se un account ha comprato i follower?

I segnali inequivocabili di follower comprati che ti danno una panoramica ben chiara della situazione degli account.

1. Sproporzione follower/engagement

Account sospetto:

  • 50.000 follower
  • Media 20 like per post
  • 2-3 commenti generici

Engagement rate: 0.05% (normale: 3-8%)

Account autentico:

  • 2.000 follower
  • Media 50-150 like per post
  • 15-25 commenti dettagliati

Engagement rate: 6% (sano e naturale)

2. Qualità dei commenti

Commenti da follower comprati:

  • “Nice post! 🔥”
  • “Great content 👍”
  • “Amazing! ✨”
  • “Love this 💯”

Commenti da follower veri:

  • “Questo approccio l’ho testato la settimana scorsa e funziona davvero”
  • “Quale tool consigli per implementare questa strategia?”
  • “Ho lo stesso problema, grazie per la soluzione pratica”

3. Analisi dei follower

Clicca sui follower e controlla:

  • Profili senza foto o con foto stock
  • Bio vuote o con caratteri casuali
  • Zero post o post molto vecchi
  • Nomi utente con numeri casuali (es: marco_123456)
  • Provenienza geografica incongruente (se sei italiano e hai follower da Bangladesh)

4. Pattern di crescita anomali

Crescita artificiale:

  • +5000 follower in una settimana
  • Crescita a scalini (picchi improvvisi)
  • Zero correlazione tra crescita e contenuti pubblicati

Crescita organica:

  • Crescita graduale e costante
  • Picchi correlati a contenuti virali
  • Fluttuazioni naturali

5. Follower/Following ratio

Red flag:

  • Segue 50 persone, seguito da 50.000
  • Following sempre molto basso rispetto ai follower

Naturale:

  • Ratio proporzionata alla storia del profilo
  • Following che cresce insieme ai follower (all’inizio)

Tools per verificare follower comprati:

IG Audit (gratuito): Analizza la percentuale di follower fake/inattivi.

HypeAuditor: Analisi approfondita dell’audience e engagement quality.

Social Blade: Storico della crescita follower per identificare picchi sospetti.

Analisi manuale (più affidabile): Controlla manualmente gli ultimi 50 follower e valuta quanti sembrano reali.

Esempi pratici di profili che ho analizzato:

Caso 1: Business Coach con 86.7k follower

  • Engagement rate: 0.3%
  • Follower prevalentemente da paesi non target
  • Commenti tutti generici in inglese maccheronico
  • Verdict: 91%+ follower comprati

Caso 2: Marketing Consultant con 3k follower

  • Engagement rate: 7%
  • Commenti dettagliati e domande specifiche
  • Follower coerenti con il target (imprenditori italiani)
  • Verdict: Crescita organica autentica

Come proteggere il tuo business dai fake

Prima di collaborare con un influencer: Analizza sempre i follower, non il numero totale.

Prima di seguire strategie di competitor: Verifica che i loro risultati siano autentici.

Prima di sentirti inadeguato: Ricorda che molti “grandi profili” sono gonfiati artificialmente.

La verità sui tuoi competitor “di successo”

Il 60-70% dei profili con 20k+ follower nel settore coaching/consulting ha comprato almeno una parte dei follower.

Questo significa che quello che sembrava un gap competitivo potrebbe essere solo un’illusione.

Non farti intimidire da numeri gonfiati.

Concentrati sui risultati reali: clienti paganti, non follower fantasma.

Come usare questa conoscenza strategicamente

Per le partnership: Collabora solo con professionisti che hanno audience autentiche, anche se più piccole.

Per la pianificazione: Non basare le tue strategie sui numeri dei competitor se non hai verificato che siano reali.

Per la motivazione: Sapere che molti “grandi numeri” sono finti ti aiuta a rimanere focalizzato sulla crescita organica.

Come ads strategist, quando analizzo i competitor per i miei clienti, verifico sempre l’autenticità dei follower. Perché copiare le strategie di chi bara è il modo migliore per fallire.

Vuoi scoprire perché quella campagna per ottenere più follower non sta funzionando? Scarica Adscheck 7, l’unica checklist che ti mostra in 15 minuti dove le tue campagne su Meta ti stanno facendo perdere soldi, e scopri come distinguere i competitor veri da quelli fake.

Come funzionano i follower comprati?

Ora entriamo nel tecnico per farti capire esattamente perché i follower comprati sono una strategia autodistruttiva.

I meccanismi dietro l’industria dei follower fake si dividono principalmente in queste categorie:

1. Bot farms: centinaia di telefoni e computer che creano account fake in massa usando:

  • Foto rubate da profili reali
  • Nomi generati automaticamente
  • Bio copiate da altri account
  • Attività simulate per sembrare “umani”

2. Account hackerati: profili reali compromessi che vengono utilizzati per:

  • Seguire automaticamente chi compra follower
  • Mettere like programmati
  • Commentare con bot pre-programmati
  • Spacciare attività fake per organica

3. Click farms umane: persone pagate pochi centesimi per:

  • Creare account che sembrano reali
  • Seguire profili specifici
  • Interagire minimamente per evitare detection
  • Rivendere l’accesso ai loro account

Il processo di acquisto (per farti capire il meccanismo):

Step 1: Ordine Cliente paga per X follower, specifica target demografico, velocità di crescita.

Step 2: Targeting Il servizio identifica il profilo Instagram target e inizia l’operazione.

Step 3: Distribuzione Bot e account fake iniziano a seguire il profilo secondo il timing programmato.

Step 4: Simulazione engagement Alcuni servizi aggiungono like e commenti automatici per mascherare l’artificialità.

Step 5: Mantenimento Tentativi di sostituire follower che Instagram elimina o che si cancellano.

Perché Instagram riconosce sempre i follower comprati

Algoritmi di detection avanzati:

Pattern recognition:

  • Velocità di crescita anomala
  • Provenienza geografica incongruente
  • Timing di follow troppo regolare
  • Mancanza di engagement proporzionale

Behavioral analysis:

  • Account che seguono senza mai interagire
  • Attività di navigazione innaturale
  • Assenza di session duration realistica
  • Pattern di utilizzo dell’app non umani

Network analysis:

  • Stessi account che seguono migliaia di profili
  • Catene di follow che partono dalle stesse IP
  • Account che si comportano in modo identico
  • Correlazioni tra acquisti simultanei

Le conseguenze tecniche sui tuoi contenuti

Perché, giustamente, tu magari stai pure pensando che, comunque, qualche beneficio la porta.

Ma vediamo nel dettaglio cosa succede nel medio/lungo periodo:

  1. Algoritmo penalizzato: Instagram riduce la reach organica dei profili con follower fake per “proteggere” gli utenti reali da contenuti spam.
  2. Engagement rate rovinato: Con migliaia di follower morti, i tuoi post ottengono pochissime interazioni relative, segnalando all’algoritmo che i contenuti non interessano.
  3. Shadowban progressivo: Il profilo diventa progressivamente invisibile nei feed, nelle ricerche, negli hashtag.
  4. Credibilità compromessa: Utenti esperti riconoscono i segnali e perdono fiducia nel tuo brand.

E, quindi, lo scenario che si presenta più prefequente è:

Mese 1-3: I numeri sembrano migliorati 

Mese 4-6: L’engagement crolla visibilmente

Mese 7-12: Il profilo diventa praticamente invisibile 

Anno 2+: Praticamente impossibile recuperare credibilità algoritmica

Una volta che compri follower, hai rovinato il profilo per sempre.

Ne vale davvero la pena, quindi?

Come strategist specializzata in growth organico, ho visto troppi professionisti talentuosi distruggere anni di lavoro per l’ossessione dei numeri. Il marketing non si misura in follower, si misura in clienti paganti.

Quale strategia di crescita organica funziona?

Focus su micro-community di qualità: Invece di inseguire i grandi numeri, costruisci una tribù di 500-2000 persone che:

  • Sono nel tuo target ideale
  • Hanno il problema che risolvi
  • Hanno il budget per i tuoi servizi
  • Ti vedono come il riferimento nel settore

Come costruire questa micro-community:

  1. Definisci il tuo posizionamento unico Non essere “un altro business coach” ma “l’unico esperto in scaling di startup fintech in Italia”
  2. Crea contenuti ultra-specifici Parla direttamente ai problemi del tuo micro-target, come spiego nella mia guida sui contenuti organici che vendono
  3. Interagisci autenticamente Rispondi a ogni commento, fai domande, crea conversazioni vere
  4. Offri valore esclusivo Live Q&A, contenuti behind-the-scenes, accesso prioritario alle tue risorse
  5. Trasforma follower in clienti Sistema di funnel marketing che guida dalla scoperta all’acquisto

L’integrazione con la strategia complessiva:

I follower organici non lavorano da soli. Si integrano con:

L’errore finale da evitare assolutamente:

Pensare che Instagram sia un gioco di numeri.

Instagram, per professionisti che vendono servizi, è un canale di relazione. E le relazioni non si comprano, si costruiscono.

Non hai bisogno di impressionare follower casuali. Hai bisogno di convincere clienti potenziali.

Prima di sprecare altri soldi in follower fake, assicurati di avere:

  • Una strategia di crescita organica sostenibile
  • Contenuti che parlano direttamente al tuo cliente ideale
  • Un sistema per trasformare follower in prospect e prospect in clienti
  • Metriche che misurano il vero impatto: lead generation e acquisizione clienti

Solo allora Instagram diventa quello che dovrebbe essere: uno strumento di business che genera risultati concreti, non una gara di popolarità fine a se stessa.

E se hai bisogno di aiuto per costruire una crescita Instagram autentica che porta clienti reali, invece di continuare a inseguire numeri vuoti, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come trasformare Instagram in una macchina di acquisizione

Analisi concorrenza: come sbaragliare i competitor (senza copiarli)

Analisi concorrenza: come sbaragliare i competitor (senza copiarli)

Ti sei mai chiesto perché alcuni professionisti dominano il loro settore mentre altri rimangono invisibili anche se fanno lo stesso lavoro?

La risposta non è nel talento o nella fortuna.

È nell’analisi concorrenza fatta nel modo giusto.

Ma attenzione: la maggior parte dei coach e consulenti sbaglia completamente questo processo. Invece di usare l’analisi per differenziarsi, finiscono per copiare quello che fanno tutti gli altri, diventando indistinguibili nella massa.

Risultato? Una comunicazione generica che non convince nessuno e una guerra al ribasso sui prezzi dove vince solo chi costa meno.

L’analisi della concorrenza vera non è spiare cosa fanno gli altri per fare uguale. È capire cosa fanno per fare diverso, meglio, e più strategico.

Come strategist specializzata nel posizionamento di professionisti che vendono servizi, vedo quotidianamente la differenza tra chi usa l’analisi competitiva per emergere e chi la usa per omologarsi.

E ti garantisco: la differenza nei risultati è abissale.

Perché il 90% dell’analisi della concorrenza è inutile (o dannosa)

Prima di spiegare come fare un’analisi che ti dia un vantaggio competitivo reale, capiamo perché la maggior parte dei professionisti spreca tempo in attività che non solo non aiutano, ma spesso peggiorano la situazione.

Gli errori più comuni nell’analisi della concorrenza:

  • Copiare invece di differenziarsi“Il mio competitor fa video su LinkedIn, li faccio anch’io” senza considerare se è la strategia giusta per il tuo target e i tuoi obiettivi.
  • Focalizzarsi solo sui prezzi: controllare ossessivamente quanto costano i servizi della concorrenza e posizionarsi sempre “un po’ meno caro”. Questo approccio ti condanna a una guerra al ribasso senza fine.
  • Guardare solo i competitor diretti ovvi: limitarsi a chi fa esattamente il tuo stesso lavoro, perdendo di vista minacce e opportunità che arrivano da settori adiacenti.
  • Analizzare solo la superficie“Ha un bel sito” o “fa bei post” senza capire la strategia sottostante, i risultati che ottiene, e perché funziona o non funziona.
  • Non considerare il proprio posizionamento: copiare strategie che funzionano per altri ma non sono allineate con la propria value proposition e il proprio cliente ideale.
  • Paralisi da analisi: passare mesi a studiare la concorrenza invece di agire, convinti che ci sia sempre “un’altra analisi da fare” prima di lanciarsi.

La conseguenza di questi errori

  1. Omologazione totale. Tutti i professionisti dello stesso settore finiscono per dire le stesse cose, con le stesse parole, sugli stessi canali. Il cliente non riesce più a distinguerli.
  2. Commoditization. Quando tutti sembrano uguali, l’unico differenziatore diventa il prezzo. E in una guerra sui prezzi, alla lunga perdono tutti.
  3. Perdita di autenticità. A forza di guardare gli altri, smetti di ascoltare i tuoi clienti e di sviluppare la tua voce unica.
  4. Strategia reattiva. Invece di guidare il mercato, lo insegui sempre. Quando copi una strategia vincente, è già troppo tardi.

Ma esiste un modo completamente diverso di approcciare l’analisi della concorrenza.

Cosa si intende per analisi del mercato?

L’analisi del mercato è lo studio sistematico dell’ambiente competitivo in cui opera la tua attività, con l’obiettivo di identificare opportunità, minacce, e posizionamenti strategici.

Non è controllare i prezzi dei competitor su Google.

È capire le dinamiche del tuo settore, i bisogni insoddisfatti del mercato, e come posizionarti per vincere.

I livelli dell’analisi di mercato

Quando si fa analisi di mercato, bisogna approfondire la ricerca su diversi livelli.

Livello macro: Il settore. Analisi delle tendenze generali, crescita o declino del mercato, regolamentazioni, fattori economici che influenzano la domanda.

Livello meso: I segmenti. Identificazione dei diversi gruppi di clienti, loro caratteristiche, bisogni specifici, e comportamenti d’acquisto.

Livello micro: I competitor. Studio dettagliato di chi compete per gli stessi clienti, come lo fa, e con quali risultati.

Qual’è la differenza tra analisi di mercato e analisi della concorrenza?

Quando parliamo di analisi di mercato facciamo un ragionamento tipo: “Il mercato del coaching ha avuto una crescita del 15% negli ultimi 2 anni, con un’esplosione della domanda di coaching online post-COVID”

Quando facciamo un’ analisi della concorrenza ragioniamo in questi termini “I miei competitor principali usano LinkedIn per generare lead, con una strategia basata su case studies e testimonianze”

L’integrazione strategica: Una fa da contesto all’altra. L’analisi di mercato ti dice dove sono le opportunità, l’analisi della concorrenza ti dice come gli altri stanno cercando di coglierle.

Gli elementi chiave dell’analisi di mercato

Quando si procede ad un’analisi di mercato, generalmente si va a fare il punto della situazione su questi argomenti:

  • Dimensione e crescita: quanto è grande il tuo mercato e come sta evolvendo? Un mercato in crescita offre più opportunità per tutti.
  • Segmentazione: chi sono i diversi tipi di clienti e quali hanno bisogni specifici non ancora soddisfatti?
  • Barriere all’entrata: quanto è difficile per nuovi competitor entrare nel tuo settore? Più è difficile, meglio è per chi c’è già.
  • Potere contrattuale dei clienti: quanto facilmente i clienti possono cambiare fornitore? Come ads strategist, vedo questa dinamica nelle piattaforme pubblicitarie dove i clienti possono testare fornitori diversi con budget ridotti.
  • Trend emergenti: quali sono i cambiamenti che stanno arrivando nel tuo settore? Chi li anticipa ha un vantaggio competitivo enorme.

Vuoi scoprire come posizionarti strategicamente nel tuo mercato senza copiare la concorrenza? Prenota una consulenza strategica e analizziamo insieme le opportunità uniche del tuo settore.

Qual è il primo passo dell’analisi della concorrenza?

Il primo passo non è quello che pensi.

Non è fare una lista dei tuoi competitor e andare a spiare i loro siti web.

Il primo passo è definire chiaramente cosa stai vendendo e a chi.

Perché se non sai esattamente qual è la tua value proposition e chi è il tuo target, non puoi identificare correttamente chi sono i tuoi veri competitor.

La definizione strategica prima dell’analisi

Prima di procedere con l’analisi della concorrenza, NON DEVI ASSOLUTAMENTE saltare questi passaggi:

Chi è il tuo cliente ideale? Non “imprenditori” ma “imprenditori del settore food & beverage che fatturano tra 500k e 2M e hanno problemi di gestione del team”.

Qual è il problema specifico che risolvi? Non “aiuto le aziende a crescere” ma “trasformo imprenditori stressati in leader sereni che scalano il business senza lavorare 80 ore a settimana”.

Qual è la tua metodologia unica? Come risolvi il problema in modo diverso dagli altri? Qual è il tuo approccio distintivo?

In quale fase del customer journey intervieni? Quando il cliente si rivolge a te? Quando ha appena identificato il problema o quando ha già provato altre soluzioni?

Solo dopo aver risposto a queste domande puoi iniziare l’analisi vera

  1. Identifica i competitor diretti, ossia chi offre la stessa soluzione allo stesso target con la stessa modalità di erogazione.
  2. Identifica i competitor indiretti, cioè chi risolve lo stesso problema del cliente ma con approcci diversi.
  3. Identifica i competitor alternativi, ovvero chi compete per la stessa porzione di budget o di tempo del tuo cliente ideale.

Esempio pratico

Se sei un business coach che aiuta imprenditori a delegare:

Competitor diretti: Altri business coach specializzati in delega 

Competitor indiretti: Consulenti organizzativi, software di project management, corsi online sulla leadership

Competitor alternativi: Altri coach che lavorano con imprenditori (anche se su temi diversi), mastermind, comunità imprenditoriali

Il framework di ricerca strategica

Ricerca dal punto di vista del cliente Non cercare “business coach delega” ma “come delegare senza perdere controllo”, “imprenditore stressato soluzioni”, “team che non lavora bene cosa fare”.

Analisi delle SERP di Google Chi compare quando il tuo cliente ideale cerca soluzioni al suo problema? Questi sono i tuoi veri competitor.

Social listening Chi viene menzionato nei gruppi LinkedIn o Facebook del tuo target quando chiedono consigli?

Analisi delle ads Chi investe in pubblicità sulle stesse parole chiave del tuo target? Come strategist specializzata in copywriting a risposta diretta, uso spesso questa analisi per capire quali messaggi stanno testando i competitor.

L’errore da evitare assolutamente

Partire dai competitor invece che dai clienti

Approccio sbagliato: “Chi sono i business coach più famosi?” → Copi quello che fanno i più visibili

Approccio strategico:
“Quando il mio cliente ideale cerca soluzioni, chi trova?” → Competi dove il cliente sta realmente guardando

La differenza è fondamentale: il primo approccio ti porta a copiare chi fa più rumore, il secondo ti porta a competere dove si prendono le decisioni d’acquisto.

Quali sono i tipi di concorrenza?

Non tutti i competitor sono uguali. Identificare correttamente i diversi tipi di concorrenza ti permette di sviluppare strategie specifiche per ognuno.

1. CONCORRENZA DIRETTA

Definizione: Aziende che offrono lo stesso servizio, allo stesso target, con modalità simili.

Esempio: Se sei un life coach che lavora one-to-one con manager, i tuoi competitor diretti sono altri life coach che fanno sessioni individuali con la stessa tipologia di clienti.

Come riconoscerli:

  • Stessi keyword per cui rankano su Google
  • Stesso target demografico e psicografico
  • Servizi con nomi e strutture simili
  • Prezzi nella stessa fascia

Strategia competitiva: Qui la differenziazione deve essere netta. Non puoi permetterti di sembrare uguale, devi trovare un posizionamento unico che ti distingua chiaramente.

Errore comune: Cercare di competere solo sul prezzo. Con i competitor diretti, vince chi si differenzia meglio, non chi costa meno.

2. CONCORRENZA INDIRETTA

Definizione: Soluzioni alternative che risolvono lo stesso problema del cliente ma con approcci completamente diversi.

Esempio: Se aiuti imprenditori a gestire lo stress, i tuoi competitor indiretti potrebbero essere app di meditazione, corsi di yoga, libri di self-help, psicologi.

Come identificarli:

  • Risolvono lo stesso core problem
  • Target simile ma con approcci diversi
  • Spesso operano in settori completamente diversi dal tuo
  • Il cliente li considera quando valuta come risolvere il suo problema

Strategia competitiva: Devi educare il mercato sui vantaggi del tuo approccio rispetto alle alternative. Non ignorarli, ma spiega perché il tuo metodo è superiore.

Opportunità: Spesso questi competitor hanno identificato bisogni del target che tu potresti servire meglio con il tuo approccio.

3. CONCORRENZA SOSTITUTIVA

Definizione: Alternative che il cliente considera quando ha lo stesso budget o la stessa disponibilità di tempo.

Esempio: Se offri un corso di marketing da 2000€, i competitor sostitutivi potrebbero essere un corso di vendite della stessa fascia di prezzo, un investimento in pubblicità, o l’assunzione di un consulente.

Come riconoscerli:

  • Competono per la stessa porzione di budget del cliente
  • Richiedono lo stesso impegno in termini di tempo
  • Vengono considerati dal cliente come alternative nell’allocazione delle risorse
  • Spesso appartengono a settori completamente diversi

Strategia competitiva: Devi dimostrare che il tuo servizio ha un ROI superiore rispetto agli investimenti alternativi che il cliente sta considerando.

Insight importante: Questi competitor spesso rivelano qual è il vero budget e commitment che il tuo target è disposto a investire.

4. CONCORRENZA FUTURA/POTENZIALE

Definizione: Attori che potrebbero entrare nel tuo mercato e diventare competitor diretti.

Esempi:

  • Consulenti di settori adiacenti che stanno espandendo i servizi
  • Piattaforme digitali che stanno automatizzando servizi tradizionali
  • Grandi aziende che stanno investendo nel tuo settore di nicchia

Come anticiparli:

  • Monitora trend e investimenti nel tuo settore
  • Osserva chi sta assumendo profili simili al tuo
  • Segui le startup che raccolgono fondi in aree correlate
  • Analizza le mosse strategiche di aziende più grandi

Strategia competitiva: Costruisci barriere all’entrata: brand recognition, relazioni esclusive con clienti, competenze specialistiche, network di partner.

L’analisi strategica integrata:

Matrice di priorità competitor:

Alta minaccia, alta probabilità: Competitor diretti più forti → Strategia di differenziazione aggressiva 

Alta minaccia, bassa probabilità: Giganti del settore → Monitoring e posizionamento di nicchia

Bassa minaccia, alta probabilità: Nuovi entranti deboli → Consolidamento posizione 

Bassa minaccia, bassa probabilità: Monitoring periodico

Come uso questa classificazione per i miei clienti:

Step 1: Mappo tutti i tipi di concorrenza per il cliente 

Step 2: Identifico qual è il tipo di minaccia principale nel suo specifico mercato 

Step 3: Sviluppo messaggi e strategie differenziate per ogni tipo 

Step 4: Creo un piano di monitoring continuo per non essere sorpresi

Questo approccio evita di focalizzarsi solo sui competitor ovvi e permette di costruire una strategia competitiva più completa e lungimirante.

Quali sono le strategie efficaci per trovare i competitors?

Trovare i competitor non significa fare una ricerca Google e sperare di essere fortunati. Serve un approccio metodico che ti faccia scoprire non solo chi è visibile, ma anche chi sta realmente conquistando i tuoi clienti.

Strategia 1: Ricerca dal punto di vista del cliente

Il metodo che uso sempre: Invece di cercare “i miei competitor”, mi metto nei panni del cliente ideale e faccio le ricerche che farebbe lui quando ha il problema che risolvo.

Ricerche Google da fare:

  • “Come risolvere [problema specifico del tuo target]”
  • “[Problema] soluzione Milano” (o la tua area geografica)
  • “Consulente per [situazione specifica]”
  • “Corso [skill che insegni] per [tipo di cliente]”
  • “Aiuto con [pain point principale]”

Cosa cercare nei risultati: Non solo chi compare in prima pagina, ma anche chi investe in Google Ads su quelle ricerche. Chi spende soldi in advertising su quelle keywords ha identificato lo stesso target che hai tu.

Tool utile: Semrush o Ahrefs per vedere chi rankano per le tue keywords principali e quali parole chiave stanno usando.

Strategia 2: Social listening strategico

LinkedIn Sales Navigator: Cerca persone con il tuo stesso ruolo che lavorano con il tuo stesso target. Guarda i loro post, chi li commenta, chi li condivide.

Gruppi Facebook e LinkedIn: Entra nei gruppi dove si trova il tuo cliente ideale. Quando qualcuno chiede consigli per il problema che risolvi tu, guarda chi viene raccomandato.

Hashtag research: Su Instagram e LinkedIn, cerca gli hashtag che userebbe il tuo target quando parla del suo problema. Guarda chi posta contenuti con quegli hashtag.

Mention tracking: Usa Google Alerts per monitorare quando vengono menzionate parole chiave del tuo settore. Spesso scoprirai competitor di cui non sapevi l’esistenza.

Strategia 3: Analisi pubblicitaria

Come ads strategist, questo è uno dei metodi più efficaci che uso per i miei clienti.

Facebook Ad Library: Vai su facebook.com/ads/library e cerca i termini chiave del tuo settore. Vedrai tutte le ads attive dei tuoi competitor.

Google Ads Intelligence: Usa tool come SpyFu o SEMrush per vedere chi investe in ads sulle tue keywords e quanto spendono.

Native ads monitoring: Controlla piattaforme come Taboola o Outbrain per vedere chi promuove contenuti nel tuo settore.

Cosa analizzare:

  • Messaggi che stanno testando
  • Target che stanno usando (se visibile)
  • Frequenza delle campagne
  • Landing pages verso cui dirigono il traffico

Strategia 4: Reverse engineering dei risultati

Analisi delle SERP avanzata: Non fermarti alla prima pagina di Google. Molti competitor efficaci sono in seconda o terza pagina ma con strategie di conversione superiori.

Featured snippets analysis: Chi compare nei featured snippets per le domande del tuo target ha contenuti che Google considera autorevoli.

“People also ask” exploration: Le domande correlate che Google mostra rivelano altri problemi del tuo target e chi li sta affrontando.

Local SEO research: Se lavori anche offline, controlla Google My Business per “consulenti [tuo settore] vicino a me”.

Strategia 5: Network e industry intelligence

Eventi di settore: Chi parla agli stessi eventi dove dovrebbe parlare anche il tuo target? Chi sponsorizza quegli eventi?

Podcast e webinar: Chi viene intervistato sui podcast che ascolta il tuo cliente ideale? Chi organizza webinar sui temi che tratti tu?

Partnership e collaborazioni: Chi collabora con professionisti che servono il tuo stesso target in servizi complementari?

Media coverage: Chi viene citato sui media che legge il tuo target quando parlano del tuo settore?

Strategia 6: Analisi dell’ecosistema clienti

Fornitori complementari: Chi offre servizi che vengono acquistati prima o dopo i tuoi? Spesso questi professionisti conoscono benissimo la concorrenza.

Ex-clienti analysis: Se appropriato, chiedi agli ex-clienti chi avevano considerato come alternativa prima di scegliere te.

Referral source mapping: Da dove arrivano i tuoi clienti? Analizza quelle fonti per capire chi altri le sta utilizzando.

Il framework di analisi competitiva che uso:

Settimana 1: Ricerca e identificazione (tutte le strategie sopra) 

Settimana 2: Categorizzazione (diretti, indiretti, sostitutivi) 

Settimana 3: Analisi approfondita dei top 10 competitor per categoria 

Settimana 4: Identificazione gap e opportunità di posizionamento

Tool e risorse che raccomando (e che puoi usare anche tu)

Gratuiti:

  • Google Alerts per monitoring continuo
  • Facebook Ad Library per analisi pubblicitaria
  • LinkedIn Sales Navigator (trial gratuito)
  • Google Trends per trend analysis

A pagamento:

  • Google Keyword Planner per keyword
  • Ahrefs per backlink analysis e content gaps
  • BuzzSumo per content analysis
  • Mention per social listening avanzato

L’obiettivo non è solo trovare i competitor, ma capire perché stanno avendo successo e come puoi differenziarti strategicamente da loro.

Come sbaragliare la concorrenza?

Ora arriviamo al punto cruciale: non basta conoscere i competitor, devi sviluppare una strategia per batterli.

Ma attenzione: “sbaragliare la concorrenza” non significa copiarli e fare uguale ma meglio. Significa trovare un posizionamento così forte che i clienti non ti mettano nemmeno a confronto con gli altri.

La strategia del Blue Ocean (oceano blu)

Invece di competere nell’oceano rosso dove tutti si fanno guerra, crei il tuo oceano blu dove sei l’unico.

Come lo fai:

Identifica cosa danno tutti per scontato nel tuo settore Se tutti i business coach fanno sessioni di 60 minuti, tu potresti fare sessioni intensive di 3 ore una volta al mese.

Trova i bisogni insoddisfatti Cosa vogliono i clienti che nessun competitor sta offrendo? Spesso emerge dall’analisi delle recensioni negative dei competitor.

Cambia le regole del gioco Se tutti vendono “coaching”, tu potresti vendere “trasformazione garantita con rimborso se non ottieni risultati in 90 giorni”.

La strategia della specializzazione estrema

Invece di essere il “miglior coach generico”, diventa “l’unico esperto di [nicchia specifica]”.

Esempio pratico:

  • Generico: “Business coach per imprenditori”
  • Specializzato: “L’unico coach che trasforma imprenditori del food & beverage da stressati a sereni in 90 giorni”

Vantaggi della specializzazione:

  • Diventi automaticamente il riferimento per quella nicchia
  • Puoi praticare prezzi più alti
  • Il passaparola è più efficace
  • Il marketing è più semplice e efficace

Come specializzarsi strategicamente: Analizza tutti i tuoi competitor e trova il segmento che stanno ignorando o servendo male.

La strategia dell’opposto

Fai esattamente il contrario di quello che fanno tutti gli altri.

Esempi:

  • Se tutti fanno webinar gratuiti, tu fai consultation a pagamento
  • Se tutti promettono risultati rapidi, tu prometti risultati duraturi
  • Se tutti usano LinkedIn, tu domini su YouTube
  • Se tutti fanno group coaching, tu fai solo one-to-one

Perché funziona: Il mercato è spesso polarizzato. Se tutti vanno in una direzione, c’è sempre una fetta di clienti che preferisce l’opposto.

La strategia del valore superiore

Non competere sul prezzo, competi sul valore percepito.

Come aumentare il valore percepito:

  • Risultati garantiti: Offri garanzie che i competitor non osano dare. “Raddoppi il fatturato in 12 mesi o ti rimborso tutto”.
  • Accesso esclusivo: Crea qualcosa che solo i tuoi clienti possono avere: community private, eventi esclusivi, accesso diretto a te.
  • Velocità superiore: Se i competitor promettono risultati in 12 mesi, tu li prometti in 6. Se loro rispondono in 48 ore, tu in 24.
  • Supporto senza limiti: Mentre altri limitano il supporto, tu offri accesso illimitato via WhatsApp, Telegram, o altri canali diretti.

La strategia del thought leadership

Diventa la voce autorevole del settore che detta le regole invece di seguirle.

Come costruirla:

  • Pubblica ricerche originali. Conduci survey, raccogli dati, pubblica report che diventano punti di riferimento nel settore.
  • Prendi posizioni forti. Mentre i competitor dicono quello che tutti vogliono sentire, tu dici quello che nessuno osa dire ma molti pensano.
  • Educa il mercato. Invece di vendere servizi, vendi idee. Cambi il modo in cui il mercato pensa al problema.
  • Anticipa i trend. Parli di quello che sarà importante domani, mentre i competitor parlano di quello che è importante oggi.

La strategia della customer experience superiore

Non competere sul servizio, competi sull’esperienza.

Ogni touchpoint deve essere memorabile:

  • Onboarding eccezionale: Mentre i competitor mandano una email di benvenuto, tu spedisci un welcome kit fisico con materiali personalizzati.
  • Comunicazione proattiva: Non aspetti che il cliente ti contatti, lo aggiorni costantemente sui progressi con report personalizzati.
  • Sorprese positive: Aggiungi valore inaspettato: risorse bonus, introduzioni strategiche, opportunità esclusive.
  • Follow-up a vita: Mentre altri dimenticano i clienti dopo la vendita, tu mantieni la relazione per sempre.

Come integro queste strategie per i miei clienti

Step 1: Analisi positioning competitor (cosa promettono, a chi, come) 

Step 2: Identificazione white space nel mercato (cosa manca) 

Step 3: Sviluppo posizionamento differenziato 

Step 4: Creazione di messaging che sottolinea la differenza

Step 5: Implementazione su tutti i touchpoint

Come strategist specializzata in copywriting a risposta diretta, so che la differenziazione deve essere comunicata chiaramente in ogni contenuto, dall’analisi della concorrenza alla landing page che converte.

Stai competendo sul prezzo invece che sul valore? Parliamone in una consulenza e sviluppiamo una strategia per posizionarti come l’unica scelta possibile nel tuo mercato.

Il segreto per dominare la concorrenza: essere unici, non migliori

Dopo anni di analisi competitive per professionisti che vendono servizi, la conclusione è sempre la stessa: non devi essere il migliore, devi essere l’unico.

La trappola della competizione diretta:

Cosa fanno tutti: Guardano i competitor di successo e cercano di fare uguale ma leggermente meglio.

Risultato: Diventano indistinguibili e finiscono per competere solo sul prezzo.

L’alternativa strategica: Trovare un posizionamento così unico che i clienti non ti confrontino nemmeno con gli altri.

Gli elementi di un posizionamento imbattibile

  • Promessa specifica e misurabile. Non “ti aiuto a crescere” ma “raddoppi il fatturato in 12 mesi o non paghi”.
  • Target ultra-definito. Non “imprenditori” ma “founder di SaaS B2B con ARR tra 100k e 1M che vogliono raggiungere i 10M”.
  • Metodologia proprietaria. Un approccio, framework, o processo che solo tu puoi offrire.
  • Garanzia rivoluzionaria. Qualcosa che i competitor non oserebbero mai promettere.
  • Personalità distintiva. Un modo di comunicare e di presentarti che ti rende immediatamente riconoscibile.

L’errore finale da evitare assolutamente

Sì, l’analisi della concorrenza è fondamentale per sbaragliare la concorrenza. Ma non bisogna fare l’errore di guardare solo quello che fanno gli altri.

Il rischio più grande: Finire per fare una comunicazione per il tuo brand copia-incolla che i potenziali clienti non riescono a distinguere dalla massa.

Cosa succede quando copi:

  • Perdi la tua autenticità
  • Diventi intercambiabile con qualsiasi competitor
  • I clienti scelgono solo in base al prezzo
  • Non costruisci un brand memorabile
  • Rimani sempre un passo indietro rispetto a chi innova

La formula vincente:

Analisi della concorrenza (30%) + Ascolto dei clienti (40%) + Innovazione strategica (30%) = Posizionamento dominante

Usa l’analisi per:

  • Capire cosa evitare
  • Identificare gap nel mercato
  • Trovare opportunità di differenziazione
  • Comprendere le dinamiche competitive

Ma costruisci la strategia su:

  • I bisogni reali dei tuoi clienti (spesso diversi da quelli che i competitor pensano di servire)
  • Le tue competenze uniche e la tua esperienza
  • La tua visione di come il mercato dovrebbe evolvere
  • I risultati concreti che solo tu riesci a garantire

Prima di copiare la prossima strategia di successo che vedi online, assicurati di avere:

  • Un posizionamento chiaro che ti differenzia da tutti i competitor
  • Una value proposition che risolve problemi che altri ignorano
  • Un cliente ideale definito così precisamente che i tuoi contenuti parlano direttamente a lui
  • Una strategia di content marketing che costruisce la tua autorevolezza unica

Solo allora l’analisi della concorrenza diventa quello che dovrebbe essere: uno strumento per dominare il mercato con un posizionamento unico, non per omologarti con tutti gli altri.

E se hai bisogno di aiuto per sviluppare questo posizionamento distintivo, invece di continuare a copiare quello che fanno i tuoi competitor, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come trasformare l’analisi competitiva in un vantaggio strategico unico per i professionisti che vendono servizi come te.

Perché la verità è questa: non hai bisogno di essere migliore dei competitor.

Hai bisogno di essere così diverso che i clienti non ti confrontino nemmeno con loro.

E quella è tutta un’altra storia.

Content marketing se vendi servizi: come trasformare contenuti in clienti

Content marketing se vendi servizi: come trasformare contenuti in clienti

Stai creando contenuti da mesi ma i clienti non arrivano?

Benvenuto nel club del “content marketing fatto male”.

La verità è brutale: la maggior parte dei professionisti confonde il content marketing con il postare contenuti a caso sui social, sperando che l’algoritmo faccia miracoli.

Risultato? Tonnellate di tempo sprecato, zero clienti nuovi, e la sensazione che “il content marketing non funziona per il mio settore”.

Ma il problema non è il content marketing. Il problema è che lo stai facendo senza strategia.

Il content marketing vero non è creare contenuti per esistere online. È costruire un sistema che trasforma la tua expertise in una calamita per clienti ideali, nutrendoli fino al momento in cui sono pronti ad acquistare.

Come strategist e copywriter specializzata nel lavorare con professionisti che vendono servizi, vedo quotidianamente la differenza tra chi usa i contenuti come strumento di business e chi li usa come passatempo costoso.

Perché il 95% del content marketing fallisce

Prima di spiegare cosa funziona davvero, capiamo perché la maggior parte dei professionisti spreca tempo e risorse con contenuti che non portano risultati.

Gli errori più comuni nel content marketing:

  • Creare contenuti senza obiettivo “Oggi posto qualcosa su LinkedIn” senza sapere perché, per chi, e cosa dovrebbe succedere dopo che qualcuno lo legge.
  • Copiare quello che fanno gli altri “Ho visto che il mio competitor fa video motivazionali, li faccio anch’io” senza considerare se è allineato con la propria strategia.
  • Focalizzarsi sui vanity metrics Celebrare i like e le condivisioni mentre l’agenda rimane vuota. I contenuti virali non pagano le bollette.
  • Non avere un funnel di conversione Creare contenuti fantastici che finiscono nel vuoto perché non c’è un sistema per trasformare lettori in clienti.
  • Parlare di sé invece che dei problemi dei clienti “Guarda quanto sono bravo” invece di “Ecco come risolvo il tuo problema”. Il primo approccio non vende.
  • Aspettarsi risultati immediati Il content marketing è un investimento a medio-lungo termine. Chi cerca scorciatoie è destinato alla delusione.

La differenza tra content marketing e perdita di tempo

Perché, dai, onestamente, dobbiamo pure puntualizzare questo, prima di partire con il discorso in pompa magna.

Perdita di tempo:

  • Posti quando hai tempo
  • Scrivi di quello che ti piace
  • Speri che qualcuno commenti
  • Non misuri i risultati business

Content marketing strategico:

  • Pubblichi seguendo un piano preciso
  • Affronti i problemi del tuo target
  • Guidi verso azioni specifiche
  • Misuri lead e conversioni

E questa differenza determina chi cresce e chi rimane fermo.

Cosa si intende per content marketing?

Il content marketing è una strategia di marketing che crea e distribuisce contenuti di valore, rilevanti e coerenti per attrarre e coinvolgere un pubblico chiaramente definito, con l’obiettivo di guidare azioni profittevoli da parte dei clienti.

Tradotto in parole semplici: Invece di dire “compra i miei servizi”, crei contenuti che risolvono problemi reali del tuo cliente ideale. Quando avrà bisogno di aiuto professionale, penserà automaticamente a te.

I pilastri del content marketing efficace:

1. Valore prima di vendita Ogni contenuto deve offrire qualcosa di utile: informazioni, soluzioni, ispirazione, intrattenimento. Il valore precede sempre la richiesta.

2. Coerenza nel tempo Non è il singolo contenuto che fa la differenza, ma la somma di tutti i contenuti pubblicati con costanza nel tempo.

3. Rilevanza per il target Contenuti che parlano direttamente ai problemi, desideri e paure del tuo cliente ideale. Non generici, ma specifici.

4. Obiettivo business chiaro Ogni contenuto deve avere uno scopo nel customer journey: attrarre nuovi prospect, educare quelli esistenti, o convertire chi è pronto.

Content marketing vs altre forme di marketing:

Content marketing: “Come superare l’ansia da prestazione lavorativa: 5 tecniche pratiche” → Educa e costruisce fiducia

Advertising tradizionale: “Sono il miglior coach per l’ansia, chiamami ora” → Interrompe e spinge alla vendita

Differenza di risultato: Il primo attira persone che hanno quel problema specifico e le qualifica naturalmente. Il secondo viene ignorato o peggio, percepito come invasivo.

Come il content marketing si integra con l’inbound marketing

Il content marketing è il cuore dell’inbound marketing.

Mentre l’inbound è la strategia complessiva, il content marketing è l’esecuzione tattica che alimenta ogni fase del funnel.

Fase Attract: Contenuti educational che risolvono problemi 

Fase Convert: Lead magnet e risorse approfondite

Fase Close: Case studies e social proof 

Fase Delight: Contenuti esclusivi per clienti esistenti

Vuoi smettere di creare contenuti a caso e iniziare a costruire un sistema che trasforma contenuti in clienti? Prenota una consulenza strategica e analizziamo come sviluppare una content strategy che porta risultati concreti.

Quali sono esempi efficaci di content marketing?

Il content marketing efficace non è teoria, è pratica. Ecco esempi concreti che funzionano per professionisti che vendono servizi.

Esempi pratici per settori specifici

Business Coach

Contenuto educational: “5 errori che bloccano la crescita della tua azienda”

Obiettivo: Posizionarsi come esperto in crescita business 

Call to action: “Scarica la checklist completa per diagnosticare i problemi della tua azienda” 

Risultato: Lead qualificati che hanno identificato di avere un problema di crescita

Life Coach

Contenuto behind the scenes: Video che mostra una sessione di coaching (con permesso del cliente) 

Obiettivo: Dimostrare competenza e umanizzare il brand 

Call to action: “Prenota una sessione conoscitiva gratuita” 

Risultato: Prospect che vedono concretamente come lavori

Consulente Marketing

Case study: “Come ho aumentato del 300% i lead di un cliente in 90 giorni”

Obiettivo: Social proof e dimostrazione di risultati 

Call to action: “Vuoi risultati simili? Scopri come nella mia audit gratuita” 

Risultato: Clienti potenziali già convinti dell’efficacia del servizio

Formati che convertono meglio

Articoli di blog SEO-ottimizzati Come copywriter specializzata in contenuti SEO-friendly, vedo quanto sia importante bilanciare valore per l’utente e ottimizzazione per i motori di ricerca. Un articolo che risolve un problema specifico e compare quando le persone lo cercano su Google vale più di 100 post sui social.

Video educational Tutorial, Q&A, spiegazioni di concetti complessi. Il video permette di costruire connessione emotiva oltre che trasferire competenza.

Email nurturing sequences Serie di email che approfondiscono un tema specifico, costruendo fiducia nel tempo. Se il tuo lead magnet non converte, spesso il problema è nell’email sequence che lo segue.

Case studies dettagliati Storie di trasformazione che mostrano il prima, il processo, e il dopo. Sono il contenuto più potente per convincere prospect simili.

Contenuti interattivi Quiz, assessment, tool gratuiti che offrono valore immediato e raccolgono dati sui prospect.

La strategia del contenuto pilastro:

Contenuto principale: Articolo approfondito di 2000+ parole su un tema chiaveContenuti derivati:

  • 5 post LinkedIn che affrontano singoli punti dell’articolo
  • 3 video Instagram che dimostrano praticamente i consigli
  • 1 email newsletter che riassume i punti salienti
  • 1 post Facebook che apre discussione su un aspetto controverso

Risultato: Un’idea diventa 10+ contenuti che si rinforzano reciprocamente e guidano tutti verso l’articolo principale.

Content marketing che non funziona (da evitare)

Post motivazionali generici “Credi in te stesso e raggiungerai tutti i tuoi obiettivi” non posiziona come esperto e non risolve problemi concreti.

Autoreferenziali costanti “Oggi ho fatto questo, ieri ho fatto quello” interessano solo a te, non al tuo target.

Contenuti copiati dai competitor Se scrivi le stesse cose degli altri, perché dovrebbero scegliere te?

Vendita diretta mascherata da contenuto “Ti presento il mio nuovo corso” non è content marketing, è pubblicità.

Il framework che uso per i miei clienti

Educational: Contenuti che insegnano e posizionano come esperto 

Behind the scenes: Contenuti che umanizzano e costruiscono connessione 

Promotional: Contenuti che presentano servizi e call to action dirette

Questo mix garantisce valore costante senza sembrare invadenti, costruendo fiducia che si trasforma in vendite.

Quali sono i 3 tipi di marketing?

Per capire dove si posiziona il content marketing, è importante conoscere le tre macro-categorie di marketing e come si differenziano.

1. PAID MEDIA (Marketing a pagamento)

Cosa include: Tutte le forme di promozione per cui paghi direttamente per ottenere visibilità: Meta Ads, Google Ads, LinkedIn Ads, sponsorizzazioni, banner pubblicitari.

Vantaggi:

  • Risultati immediati e misurabili
  • Controllo totale su audience e budget
  • Scalabilità rapida quando funziona
  • Targeting preciso del pubblico ideale

Svantaggi:

  • Costi continui per mantenere risultati
  • Crescente saturazione e aumento dei costi
  • Dipendenza dalle piattaforme pubblicitarie
  • Diffidenza crescente verso i contenuti sponsorizzati

Quando usarlo: Ideale per amplificare contenuti che già convertono organicamente, testare nuovi mercati, o accelerare risultati di campagne specifiche. Come ads strategist, uso il paid media per moltiplicare l’efficacia di contenuti già provati, non per sperimentare a caso.

Nella mia guida su come promuovere post Instagram, spiego come integrare paid media con content strategy per massimizzare il ROI.

2. OWNED MEDIA (Media di proprietà)

Cosa include: Tutti i canali che controlli direttamente: sito web, blog, newsletter, podcast, canali social del tuo brand, app proprietarie.

Vantaggi:

  • Controllo totale su contenuti e distribuzione
  • Nessun costo per raggiungere la tua audience
  • Costruzione di asset a lungo termine
  • Possibilità di creare esperienze personalizzate

Svantaggi:

  • Crescita organica più lenta
  • Richiede tempo per costruire audience
  • Necessità di competenze tecniche e creative
  • Risultati visibili solo nel medio-lungo termine

Il content marketing appartiene principalmente a questa categoria I tuoi articoli di blog, le tue email, i tuoi video YouTube sono owned media alimentati da content marketing strategico.

3. EARNED MEDIA (Media guadagnato)

Cosa include: Visibilità ottenuta attraverso terze parti senza pagamento diretto: passaparola, recensioni, condivisioni organiche, citazioni sui media, guest posting, influencer marketing (quando non pagato).

Vantaggi:

  • Credibilità maggiore perché arriva da fonti terze
  • Costo praticamente zero una volta ottenuto
  • Effetto moltiplicatore naturale
  • Costruzione di autorevolezza nel settore

Svantaggi:

  • Difficile da controllare e pianificare
  • Risultati imprevedibili nei tempi
  • Dipendenza dalla qualità del lavoro svolto
  • Impossibile da forzare artificialmente

Come si ottiene earned media: Creando contenuti così utili che le persone li condividono spontaneamente, offrendo un servizio eccellente che genera recensioni positive, costruendo relazioni genuine nel settore.

L’integrazione strategica dei tre tipi:

Il mix vincente per professionisti:

Owned Media (50-60%): Base della strategia

  • Blog ottimizzato SEO come hub centrale
  • Newsletter per nutrire i lead
  • Social media per distribuzione contenuti

Earned Media (30-40%): Amplificazione naturale

  • Contenuti condivisibili che generano passaparola
  • Collaborazioni strategiche con colleghi
  • Testimonianze e case studies che convincono

Paid Media (10-20%): Accelerazione mirata

  • Promozione dei contenuti più performanti
  • Retargeting di chi ha già interagito
  • Test di nuove audience con budget controllato

Errore comune: Puntare tutto su un solo tipo Molti professionisti o fanno solo organic (owned + earned) sperando in crescita organica, o fanno solo paid bruciando budget senza costruire asset duraturi.

Strategia vincente: Iniziare con owned media solido, costruire earned media attraverso la qualità, e usare paid media per accelerare quello che già funziona.

Cosa fa una content strategist?

Spoiler: è pure il mio lavoro, quindi se ti rivedi in una di queste situazioni sai chi chiamare.

Una content strategist non è semplicemente qualcuno che scrive contenuti.

È una professionista che progetta sistemi di comunicazione strategici per trasformare contenuti in risultati business.

Le competenze chiave di una content strategist

  • Analisi strategica Prima di creare qualsiasi contenuto, analizza il mercato, la concorrenza, il target, e definisce obiettivi misurabili. Non si parte mai da “cosa scrivo oggi?” ma da “cosa deve succedere grazie a questo contenuto?”.
  • Content planning Sviluppa calendari editoriali strategici che coordinano contenuti su più piattaforme, assicurando coerenza di messaggio e ottimizzazione delle risorse.
  • Copywriting a risposta diretta Come copywriter specializzata in questo approccio, so che ogni parola deve avere uno scopo: catturare l’attenzione, mantenere l’interesse, creare desiderio, e spingere all’azione.
  • SEO e ottimizzazione Crea contenuti che non solo piacciono alle persone, ma vengono anche trovati sui motori di ricerca quando il target cerca soluzioni.
  • Analisi delle performance Misura costantemente risultati per capire cosa funziona e cosa no, ottimizzando la strategia basandosi sui dati reali.
  • Customer journey mapping Progetta contenuti specifici per ogni fase del percorso del cliente, dalla consapevolezza del problema fino alla vendita e fidelizzazione.

Il processo di lavoro di una content strategist

Fase 1: Discovery e strategia (settimane 1-2)

  • Analisi del target e definizione delle buyer personas
  • Audit dei contenuti esistenti e della concorrenza
  • Definizione degli obiettivi e KPI da raggiungere
  • Scelta dei canali e del content mix ottimale

Fase 2: Planning e creazione (settimane 3-4)

  • Sviluppo del calendario editoriale strategico
  • Creazione dei contenuti pilastro e delle serie tematiche
  • Ottimizzazione SEO e definizione delle call to action
  • Setup dei sistemi di misurazione e tracking

Fase 3: Distribuzione e ottimizzazione (ongoing)

  • Pubblicazione coordinata su tutti i canali
  • Monitoraggio delle performance e engagement
  • A/B test di titoli, format e call to action
  • Ottimizzazione basata sui risultati ottenuti

Quando lavorare con una content strategist vs fai-da-te:

Fai-da-te quando:

  • Hai tempo da dedicare costantemente
  • Il tuo business è ancora in fase di test
  • Hai già competenze di marketing e copywriting
  • I tuoi contenuti attuali stanno già generando risultati

Content strategist quando:

  • Vuoi risultati professionali senza perdere tempo in tentativi
  • I tuoi contenuti attuali non portano clienti
  • Hai bisogno di una strategia coordinata su più canali
  • Preferisci concentrarti sul tuo core business

La differenza tra content creator e content strategist

“Piccola” ma doverosissima precisazione. Che, altrimenti, è un attimo confondersi.

Content Creator:

  • Crea contenuti belli e coinvolgenti
  • Si concentra su creativity e aesthetics
  • Misura successo in like, share, visualizzazioni
  • Lavora contenuto per contenuto

Content Strategist:

  • Crea contenuti che convertono in clienti
  • Si concentra su risultati business
  • Misura successo in lead, vendite, ROI
  • Lavora su sistemi coordinati a lungo termine

Come strategist, il mio obiettivo non è far diventare virale un post, ma costruire sistemi che portano clienti costantemente nel tempo.

Perchè, suvvia, lo sappiamo tutti che un post virale può andare bene per qualche giorno, ma poi?

Come campiamo gli altri 360 giorni dell’anno?

Quando ti serve una strategia di contenuti?

Non tutti hanno bisogno di una strategia di contenuti strutturata. Ma se ti riconosci in una di queste situazioni, probabilmente è arrivato il momento di passare dal “postare quando capita” al content marketing strategico.

Segnali che indicano che hai bisogno di una strategia:

Stai creando contenuti ma non arrivano clienti Pubblichi regolarmente, magari ottieni anche buon engagement, ma l’agenda rimane vuota. Il problema è che i tuoi contenuti non guidano verso la conversione.

Non sai cosa pubblicare Ti ritrovi spesso davanti al computer senza idee, o pubblichi contenuti casuali senza un filo logico. Questo approccio sprecare tempo e non costruisce autorevolezza.

I tuoi contenuti non si differenziano dalla concorrenza Scrivi le stesse cose che scrivono tutti gli altri nel tuo settore. Se non hai una voce distintiva, perché dovrebbero scegliere te?

Spendi tanto tempo ma vedi pochi risultati Creare contenuti ti porta via ore ogni settimana, ma il ROI in termini di clienti acquisiti è praticamente zero.

Non riesci a essere costante Alterni periodi di iperattività a settimane di silenzio. La coerenza è fondamentale nel content marketing, e senza un sistema è impossibile mantenerla.

Situazioni specifiche che richiedono strategia

  1. Stai lanciando un nuovo servizio Hai bisogno di contenuti coordinati che educano il mercato sul problema che risolvi e posizionano la tua soluzione come la migliore.
  2. Vuoi diversificare le fonti di clienti Se dipendi solo da passaparola o referenze, una strategia di contenuti ti aiuta a costruire canali di acquisizione più prevedibili e scalabili.
  3. Il tuo settore è molto competitivo Quando tutti offrono servizi simili, i contenuti diventano il differenziatore principale. Chi educa meglio il mercato, vince.
  4. Hai obiettivi di crescita ambiziosi Se vuoi passare da freelancer a agenzia, o aumentare significativamente il fatturato, hai bisogno di un sistema che porti clienti costantemente.
  5. I tuoi clienti ideali sono online Se il tuo target cerca informazioni e soluzioni online, devi essere presente con contenuti che rispondono alle loro domande.

Quando NON ti serve una strategia di contenuti

  1. Il tuo business funziona già perfettamente Se hai più clienti di quanti ne puoi gestire attraverso altri canali, il content marketing potrebbe non essere prioritario.
  2. Il tuo target non è digitale Alcuni settori molto tradizionali o target demografici specifici potrebbero rispondere meglio ad approcci offline.
  3. Non hai risorse da dedicare Una strategia di contenuti richiede impegno costante. Se non puoi garantire coerenza, è meglio concentrarsi su altri canali.
  4. Stai ancora definendo la tua offerta Prima di comunicare al mercato, devi essere chiaro su cosa offri e a chi. Se stai ancora sperimentando, parti dall’identificare il tuo cliente ideale.

Il momento giusto per iniziare

Hai chiarezza sulla tua offerta Sai esattamente cosa vendi, a chi lo vendi, e qual è il valore che apporti.

Puoi dedicare tempo costante Almeno 5-10 ore a settimana per creare, pubblicare e gestire contenuti.

Hai definito gli obiettivi Non “voglio più visibilità” ma “voglio 10 consultation call qualificate al mese”.

Sei disposto a investire nel lungo termine I risultati del content marketing si vedono dopo 3-6 mesi di lavoro costante.

Stai creando contenuti senza una strategia chiara e non vedi risultati? [Parliamone in una consulenza] e analizziamo come trasformare i tuoi contenuti da passatempo costoso a sistema di acquisizione clienti.

Il content marketing funziona, ma solo se

Dopo anni di lavoro con professionisti che vendono servizi, la conclusione è sempre la stessa: il content marketing è uno degli strumenti più potenti per costruire un business sostenibile, ma solo se fatto strategicamente.

La differenza tra successo e fallimento

Chi fallisce:

  • Crea contenuti quando ha tempo
  • Copia quello che fanno gli altri
  • Si concentra su likes e condivisioni
  • Non ha un sistema per convertire lettori in clienti
  • Cambia strategia ogni settimana

Chi ha successo:

  • Segue un piano editoriale strategico
  • Ha una voce distintiva nel mercato
  • Misura lead e conversioni reali
  • Ha un funnel che guida dall’attenzione alla vendita
  • È costante nel tempo e ottimizza basandosi sui dati

Gli elementi non negoziabili di una strategia vincente

Chiarezza sul target Devi sapere esattamente a chi stai parlando, quali sono i loro problemi, e dove li trovi online.

Obiettivi misurabili Non “più awareness” ma “X consultation call al mese” o “Y iscritti alla newsletter”.

Content mix strategico 70% educational, 20% behind the scenes, 10% promotional. Mai al contrario.

Sistema di conversione Ogni contenuto deve guidare verso un’azione specifica nel tuo customer journey.

Coerenza nel tempo Meglio un contenuto alla settimana per un anno che dieci contenuti in un mese e poi il silenzio.

L’integrazione con gli altri strumenti

Il content marketing non lavora da solo. Si integra perfettamente con:

Prima di investire altro tempo in contenuti casuali, assicurati di avere:

  • Una strategia di contenuti allineata con i tuoi obiettivi business
  • Un sistema per trasformare lettori in contatti qualificati
  • Metriche che misurano risultati concreti, non vanity metrics
  • Un approccio che gestisce le obiezioni sui prezzi attraverso la costruzione di valore

Solo allora il content marketing diventa quello che dovrebbe essere: un sistema affidabile di acquisizione clienti che lavora per te 24/7.

E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di continuare a creare contenuti senza strategia, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come trasformare il content marketing in una macchina di acquisizione clienti per i professionisti che vendono servizi come te.

Perché la verità è questa: non hai bisogno di più contenuti.

Hai bisogno di contenuti che convertono.

E quella è tutta un’altra storia.

Inbound marketing per freelance: come far venire i clienti da te

Inbound marketing per freelance: come far venire i clienti da te

Ti sei mai chiesto perché alcuni professionisti hanno sempre clienti in lista d’attesa mentre altri faticano a riempire l’agenda?

La differenza non è nel talento o nei prezzi.

È nell’approccio al marketing.

La maggior parte dei coach e consulenti usa ancora il marketing “push”: insegue clienti, manda messaggi a freddo, spinge le proprie offerte sperando che qualcuno risponda.

L’inbound marketing fa l’esatto opposto: crea un sistema che attira le persone giuste verso di te, trasformandole in clienti che arrivano già pre-qualificati e motivati.

E no, non è solo “postare contenuti sui social”. È una strategia precisa che, quando fatta bene, trasforma il tuo marketing da caccia affannosa a calamita per clienti ideali.

Come strategist specializzata nel lavorare con professionisti che vendono servizi, vedo ogni giorno la differenza tra chi applica l’inbound marketing nel modo giusto e chi continua a sprecare tempo ed energie nell’outbound tradizionale, spesso commettendo gli stessi errori che spiego nel mio articolo su come gestire l’obiezione “è troppo caro”.

Perché l’outbound marketing non funziona più per i professionisti

Prima di spiegare cos’è l’inbound marketing, capiamo perché l’approccio tradizionale sta fallendo.

L’outbound marketing è quello che la maggior parte dei professionisti considera “normale”:

Esempi tipici di outbound:

  • Chiamate a freddo a potenziali clienti
  • Email di presentazione a liste acquistate
  • Messaggi privati non richiesti sui social
  • Pubblicità invadente che interrompe
  • Networking aggressivo agli eventi

Perché non funziona più

Sia chiaro, questo tipo di tecniche funzionava qualche anno fa.

Ma ora, che siamo nel 2025, sono diventate obsolete.

Il che significa che, se ti metti a seguire una di queste tecniche (o più di una), oltre a investirci una vagonata di tempo, con tutta probabilità ne uscirai con un livello di frustrazione ai massimi storici. Perché, credimi, difficilmente ne tirerai fuori un ragno dal buco.

Ma ecco che ti spiego il perché:

  • Le persone sono sovraccariche di messaggi. Ogni giorno riceviamo centinaia di stimoli commerciali. Il cervello ha sviluppato filtri automatici che ignorano tutto ciò che sembra vendita.
  • La fiducia si costruisce nel tempo. I servizi professionali richiedono fiducia. Nessuno affida la propria crescita personale o business a uno sconosciuto che lo ha contattato a freddo.
  • I costi sono sempre più alti. Le piattaforme pubblicitarie sono sature. I costi per acquisire attenzione sono aumentati del 300% negli ultimi 5 anni.
  • I risultati sono imprevedibili. L’outbound dipende dal volume. Se smetti di spingere, smetti di ottenere risultati.

Ma esiste un’alternativa che ribalta completamente questa logica.

Che cos’è l’inbound marketing?

L’inbound marketing è una metodologia che attira clienti creando contenuti di valore e esperienze personalizzate per loro.

La filosofia di base: Invece di interrompere le persone con messaggi che non vogliono sentire, crei contenuti che cercano attivamente quando hanno un problema da risolvere.

La differenza fondamentale:

Outbound: Tu vai dalle persone 

Inbound: Le persone vengono da te

Outbound: Interrompi per vendere 

Inbound: Aiuti per costruire fiducia

Outbound: Parli di te e dei tuoi servizi 

Inbound: Parli dei loro problemi e delle soluzioni

Come funziona nella pratica

Immagina questo scenario:

Outbound tradizionale: Vedi un post LinkedIn di un imprenditore che si lamenta dello stress. Gli scrivi: “Ciao, sono coach specializzato in gestione dello stress. Posso aiutarti?”

Inbound marketing: Crei un articolo “Come ridurre lo stress lavorativo in 7 giorni” che compare quando quella persona cerca soluzioni su Google. Legge, si iscrive alla tua newsletter per ricevere la guida gratuita, e dopo settimane di contenuti utili, ti contatta perché si fida di te.

Risultato: Nel primo caso sembri un venditore. Nel secondo, sembri la soluzione che stava cercando.

I vantaggi dell’inbound marketing per professionisti

E questo cosa ci porta nella pratica? (Che, poi, è quella che ci interessa davvero!)

  • Clienti pre-qualificati: Chi arriva da te ha già identificato il problema e sta cercando una soluzione. Non devi convincerlo che ha bisogno di aiuto.
  • Maggiore autorevolezza: Essere trovati online per la propria expertise costruisce credibilità molto più di presentarsi non richiesti.
  • Costi più bassi nel lungo termine: Un articolo di blog o un video possono portare clienti per anni, senza costi aggiuntivi.
  • Relazioni più solide: I clienti che arrivano tramite inbound marketing hanno già costruito fiducia attraverso i tuoi contenuti.

Vuoi smettere di inseguire clienti e iniziare a costruire un sistema che li attira naturalmente? Prenota una consulenza strategica e analizziamo come implementare l’inbound marketing nel tuo settore specifico.

Cosa sono le attività di inbound marketing?

L’inbound marketing non è una singola attività, ma un insieme coordinato di azioni che lavorano insieme per attrarre, coinvolgere e convertire i contatti che ti arrivano in clienti paganti.

Le attività principali

Content Marketing – La base di tutto Creazione di contenuti che risolvono problemi reali del tuo cliente ideale. Blog, video, podcast, guide, ebook. Ogni contenuto deve offrire valore genuino, non essere una velata promozione.

SEO (Search Engine Optimization) Ottimizzazione dei contenuti per essere trovati quando le persone cercano soluzioni ai loro problemi. Come strategist specializzata in copywriting SEO-friendly, vedo quanto sia importante bilanciare valore per l’utente e ottimizzazione per i motori di ricerca.

Social Media Marketing Non posting casuale, ma contenuti strategici che dirigono traffico verso il tuo ecosistema digitale. I social sono l’ingresso, non il luogo di vendita finale. Questo approccio è particolarmente importante con le recenti modifiche di Instagram, come spiego nel mio articolo sulle storie Instagram in anonimo.

Email Marketing Nutrire le relazioni con contenuti personalizzati che accompagnano il prospect nel suo percorso di consapevolezza. È qui che si costruisce la vera fiducia.

Lead Generation Offrire risorse di valore in cambio di contatti qualificati. Guide, webinar, audit gratuiti che attraggono persone genuinamente interessate. Se il tuo lead magnet non sta convertendo come dovrebbe, ti consiglio di leggere il mio articolo su perché il tuo lead magnet fa schifo.

Marketing Automation Sistemi che nurturano i lead automaticamente, fornendo il contenuto giusto al momento giusto del customer journey.

La differenza tra attività e strategia (con esempi)

Il problema della maggior parte dei professionisti, però, non è quella di non fare queste attività.

Ma è quella di farle completamente a caso.

Esempio sbagliato:

  • Lunedì: Post motivazionale su LinkedIn
  • Martedì: Articolo di blog su argomento casuale
  • Mercoledì: Email newsletter generica
  • Giovedì: Video su Instagram
  • Venerdì: Niente perché “non ho idee”

Esempio strategico:

  • Tema del mese: “Come superare la procrastinazione”
  • Lunedì: Articolo blog “5 cause nascoste della procrastinazione”
  • Martedì: Post LinkedIn che anticipa l’articolo con una statistica sorprendente
  • Mercoledì: Email che approfondisce una delle 5 cause
  • Giovedì: Video Instagram con un tip pratico dall’articolo
  • Venerdì: Webinar gratuito “Strategia completa anti-procrastinazione”

Risultato: Ogni pezzo rinforza gli altri, creando un messaggio coerente che posiziona come esperto e guida verso un’offerta specifica.

Quali sono le fasi dell’inbound marketing?

L’inbound marketing segue un percorso preciso che accompagna il contatto dalla completa inconsapevolezza fino alla vendita (e oltre).

Fase 1: ATTRACT (Attirare)

Obiettivo: Far scoprire la tua esistenza a persone che hanno il problema che risolvi, ma che non ti conoscono ancora.

Come si manifesta: Il tuo cliente ideale sta navigando online, fa ricerche su Google, scorre i social. In questa fase non sta ancora cercando un professionista specifico, ma informazioni per capire meglio la sua situazione.

Strumenti principali:

  • Contenuti SEO-ottimizzati: Articoli che rispondono alle domande che il tuo target fa a Google
  • Social media content: Post che catturano l’attenzione nel feed (e qui la scelta tra contenuti organici o sponsorizzati diventa cruciale)
  • Advertising strategico: Come ads strategist, creo campagne che intercettano le persone nel momento giusto del loro percorso, seguendo i principi che spiego nella mia guida su come promuovere post Instagram
  • Guest posting: Contenuti su piattaforme dove si trova il tuo pubblico

Esempio pratico: Una business coach crea l’articolo “Perché la tua azienda non cresce: 7 errori che tutti commettono”. Quando un imprenditore cerca “azienda non cresce motivi” su Google, trova questo contenuto, lo legge, e scopre che esiste qualcuno che capisce i suoi problemi.

Fase 2: CONVERT (Convertire)

Obiettivo: Trasformare i visitatori anonimi in contatti identificati offrendo valore in cambio dei loro dati.

Come si manifesta: La persona ha letto i tuoi contenuti, ha trovato valore, e ora è disposta a lasciare la sua email per ricevere qualcosa di ancora più utile.

Strumenti principali:

  • Lead magnets: Guide, checklist, template che risolvono un problema specifico
  • Landing pages ottimizzate: Pagine focalizzate sulla conversione (se la tua non converte, leggi come risolvere subito una landing page che non porta clienti)
  • Pop-up strategici: Non invadenti, ma contestuali al contenuto
  • Webinar gratuiti: Sessioni live che dimostrano competenza

Esempio pratico: Alla fine dell’articolo sui 7 errori, la business coach offre una “Checklist per diagnosticare i problemi di crescita della tua azienda”. Chi è davvero interessato lascia l’email per riceverla.

Fase 3: CLOSE (Chiudere)

Obiettivo: Trasformare i lead qualificati in clienti paganti attraverso un processo di nurturing e vendita.

Come si manifesta: Il lead ha dimostrato interesse, ha consumato i tuoi contenuti, e ora è pronto per una conversazione più approfondita sui tuoi servizi.

Strumenti principali:

  • Email sequences: Serie di email che educano e costruiscono fiducia
  • Consulenze strategiche gratuite: Call one-to-one per qualificare e presentare servizi
  • Case studies: Storie di successo che dimostrano risultati concreti
  • Retargeting ads: Campagne mirate a chi ha già interagito con i tuoi contenuti

Esempio pratico: Chi ha scaricato la checklist riceve una serie di 5 email che approfondiscono ogni errore con soluzioni pratiche. La quinta email invita a prenotare una “Sessione strategia crescita” gratuita di 30 minuti.

Fase 4: DELIGHT (Deliziare)

Obiettivo: Trasformare i clienti in promotori che portano nuovi clienti attraverso referenze e testimonianze.

Come si manifesta: I clienti sono così soddisfatti dell’esperienza che diventano ambassador del tuo brand, condividendo spontaneamente la loro esperienza positiva.

Strumenti principali:

  • Onboarding eccellente: Prima impressione che supera le aspettative
  • Contenuti esclusivi: Risorse aggiuntive per chi è già cliente
  • Follow-up sistematico: Check-in regolari per assicurarsi che tutto proceda bene
  • Programmi referral: Incentivi strutturati per portare nuovi clienti

Esempio pratico: Dopo 90 giorni di coaching, la coach invia un report personalizzato con tutti i progressi ottenuti dal cliente, lo invita a condividere la sua esperienza, e offre uno sconto per ogni nuovo cliente che porta.

Il ciclo si auto-alimenta

La fase Delight riporta alla fase Attract perché:

  • Le testimonianze diventano contenuti per attrarre nuovi prospect
  • I referral portano lead già pre-qualificati
  • I case studies dimostrano risultati concreti
  • Il passaparola amplifica organicamente la tua reach

Stai gestendo queste fasi in modo casuale o hai un sistema strutturato? [Parliamone in una consulenza] e ti mostro come creare un funnel inbound che trasforma sconosciuti in clienti fedeli.

Perché l’ inbound marketing NON funziona?

Arriviamo al punto cruciale della situazione.

L’inbound marketing non è una moda passeggera o una tattica del momento.

È l’evoluzione naturale del marketing in un mondo dove le persone hanno preso il controllo di quando e come vogliono essere raggiunte.

Perché molti falliscono con l’inbound

Se hai già provato le tecniche di inbound marketing che ti ho scritto qui sopra ma ti è sembrato che non sia cambiato assolutamente nulla, ecco il motivo per cui, con tutta probabilità, è successo.

  • Aspettative sbagliate sui tempi: L’inbound marketing è un investimento a medio-lungo termine. Chi cerca risultati immediati è destinato alla delusione.
  • Mancanza di coerenza: Pubblicare contenuti sporadicamente è come andare in palestra una volta al mese. Non succede niente.
  • Focus sui vanity metrics: Likes, share e visualizzazioni non pagano le bollette. L’inbound si misura su lead qualificati e clienti acquisiti.
  • Contenuti autoreferenziali: “Guarda quanto sono bravo” invece di “Ecco come risolvo il tuo problema”.

La metodologia che uso per i professionisti

Se leggendo gli errori hai avuto la certezza di non aver fatto tutto correttamente, ecco come strutturo la strategia di inbound marketing per i professionisti che vendono servizi con cui lavoro:

Mese 1: Audit completo e definizione strategia 

Mese 2-3: Creazione del contenuto pilastro e sistema di lead generation

Mese 4-6: Ottimizzazione e scale basata sui dati 

Mese 7+: Automazione e sistematizzazione per crescita sostenibile

I risultati che puoi aspettarti

Primi 3 mesi: Aumento del traffico qualificato e primi lead 

Mesi 4-6: Flusso costante di consultation call e primi clienti inbound 

Mesi 7-12: Sistema che lavora autonomamente portando clienti qualificati

Ma attenzione: Questi risultati arrivano solo con strategia, coerenza e ottimizzazione continua. Non con la speranza o improvvisazione.

Stai ancora inseguendo clienti con approcci invasivi? Prenota una consulenza con una Strategist professionista  e ti mostro come costruire un sistema di inbound marketing che trasforma il tuo expertise in una calamita per clienti ideali.

La differenza tra fare inbound marketing e avere una strategia inbound

L’inbound marketing per professionisti non è postare contenuti sui social sperando che qualcuno si interessi.

È costruire un sistema strategico che:

  • Attira le persone giuste al momento giusto
  • Converte visitatori in contatti qualificati
  • Nutre le relazioni fino alla vendita
  • Delizia i clienti trasformandoli in promotori

La differenza tra successo e fallimento sta nella strategia che coordina messaggio, mercato e media in un sistema coerente.

Prima di investire altro tempo in contenuti casuali, assicurati di avere:

  • Un messaggio che risuona con il tuo cliente ideale
  • Una strategia di contenuti coordinata su più canali
  • Sistemi per catturare e nutrire i lead generati (se il tuo lead magnet non funziona, ecco come sistemarlo)
  • Metriche che misurano risultati business, non vanity metrics

Solo allora l’inbound marketing diventa quello che dovrebbe essere: un sistema affidabile di acquisizione clienti che lavora per te 24/7.

E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di continuare a creare contenuti senza strategia, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come trasformare l’inbound marketing in una macchina di acquisizione clienti per i professionisti che vendono servizi come te.

Perché la verità è questa: non hai bisogno di più contenuti.

Hai bisogno di una strategia che trasforma i contenuti in clienti.

E quella è tutta un’altra storia.

Storie Instagram in anonimo: come vendere quando non sai chi ti guarda

Storie Instagram in anonimo: come vendere quando non sai chi ti guarda

Le storie Instagram in anonimo stanno cambiando tutto.

E probabilmente stai ancora ragionando con le logiche di prima.

Ti spiego meglio: prima potevi vedere esattamente chi guardava le tue storie, analizzare i profili, capire se la tua strategia stava funzionando. Ora? Buona parte delle visualizzazioni sono anonime.

La prima reazione di molti professionisti è stata: “Come faccio a capire se quello che sto facendo funziona?”

Ed è proprio qui che la maggior parte sbaglia approccio.

Perché la domanda giusta non è “come faccio a sapere chi mi guarda”, ma “come costruisco una strategia che funziona anche se non so chi mi sta guardando”.

E la risposta è più semplice di quello che pensi.

Devi smettere di inseguire i singoli profili e iniziare a costruire una community che viene da te.

Perché le storie Instagram in anonimo non sono un problema (ma un’opportunità)

Prima di entrare nel dettaglio di come adattare la strategia, capiamo perché questo cambiamento può essere un vantaggio per chi lo sa sfruttare.

Il problema principale di molti professionisti che vendono servizi, proprio come te, era che si fissavano sui nomi nelle visualizzazioni delle storie invece di concentrarsi sui risultati concreti.

Cosa facevano prima:

  • Analizzavano ossessivamente chi guardava le storie
  • Mandavano messaggi a chi aveva visualizzato ma non interagito
  • Si concentravano sui singoli profili invece che sui numeri totali
  • Perdevano tempo in attività che non portavano clienti

Il risultato? Tanto tempo sprecato per pochi contatti, spesso poco qualificati.

Cosa cambia ora:

  • Sei costretto a focus sui risultati, non sui curiosi
  • Devi creare contenuti più coinvolgenti per ottenere interazioni
  • Ti concentri sulla qualità della strategia, non sulla quantità di views
  • Misuri il successo sui contatti reali, non sulle visualizzazioni

La verità: Le storie Instagram in anonimo ti obbligano a fare marketing nel modo giusto.

E questo, se hai la strategia corretta, può moltiplicare i tuoi risultati invece di ridurli.

Come visualizzare storie Instagram senza visualizzare

Prima di parlare di strategia, affrontiamo l’elefante nella stanza: molti si chiedono come vedere le storie senza essere visti.

La verità è che esistono metodi, ma non sono quello su cui dovresti concentrarti se vuoi vendere di più.

I metodi principali

Account secondari o fake: Creazione di profili alternativi per visualizzare contenuti in modo anonimo. Tuttavia, questo approccio richiede tempo e gestione multipla.

App di terze parti: Esistono applicazioni che promettono visualizzazioni anonime, ma spesso violano i termini di servizio di Instagram e possono compromettere la sicurezza dell’account.

Visualizzazione parziale: Tecnica che consiste nel guardare parzialmente la storia dal feed senza aprirla completamente, ma è limitata e non sempre funziona.

Ma ecco il punto:

Se sei un professionista che vuole usare Instagram per vendere i propri servizi, il tuo obiettivo non dovrebbe essere spiare i competitor o guardare contenuti di nascosto.

Il tuo obiettivo dovrebbe essere creare contenuti così coinvolgenti che le persone vogliano interagire con te, a prescindere da chi le sta guardando.

È qui che entra in gioco la vera strategia.

Come faccio a farmi notare su Instagram?

Questa è la domanda giusta. E la risposta è cambiata completamente con l’arrivo delle visualizzazioni anonime.

Prima potevi “investire” tempo a studiare chi ti guardava e cercare di convertire i curiosi. Ora devi concentrarti esclusivamente su chi è davvero interessato.

La nuova strategia per farsi notare:

1. Crea contenuti che generano azione immediata Non basta più essere interessanti. Devi essere actionable. Ogni storia deve spingere chi la guarda a fare qualcosa: commentare, mandare un messaggio, salvare il post, cliccare un link.

2. Usa le storie come teaser per contenuti più approfonditi Le storie diventano il “trailer” che spinge le persone verso contenuti più completi: post del feed, video, articoli del blog, newsletter. È lo stesso principio che uso quando spiego come costruire un sistema di acquisizione clienti sostenibile.

3. Implementa call to action specifiche e misurabili Invece di sperare che qualcuno ti contatti dopo aver visto la storia, guidalo verso azioni precise: “Commenta GUIDA per ricevere il PDF”, “Vai sul mio ultimo post e lascia un ❤️”, “Link in bio per prenotare”.

4. Crea urgenza e esclusività Le storie durano 24 ore. Sfrutta questa caratteristica per creare contenuti che perdono valore se non vengono consumati subito: offerte limitate, consigli esclusivi, Q&A in tempo reale.

Vuoi smettere di perdere tempo a spiare chi guarda le tue storie e iniziare a costruire un sistema che attira clienti qualificati? Prenota una consulenza strategica e ti mostro come trasformare Instagram in una macchina di acquisizione clienti.

Perché creare una community su Instagram

Ecco dove la maggior parte dei professionisti sbaglia completamente strategia.

Pensano che Instagram sia una piattaforma di vendita diretta. Non lo è. Instagram è una piattaforma di costruzione relazioni.

E con le storie anonime, questa distinzione diventa ancora più importante.

Cosa significa costruire una community:

Non è avere tanti follower 

Puoi avere 100.000 follower e zero community. La community non è un numero, è un gruppo di persone che si fidano di te e interagiscono regolarmente con i tuoi contenuti.

Non è vendere continuamente 

Se ogni tuo contenuto è una vendita, non stai costruendo una community. Stai facendo spam a un pubblico che presto ti ignorerà.

È creare valore costante 

La community si forma quando le persone sanno che seguendoti otterranno sempre qualcosa di utile, interessante o ispirante.

I vantaggi di una community vera

Vendite più facili: Quando le persone si fidano di te, non devi convincerle. Si convincono da sole.

Passaparola naturale: Una community attiva condivide i tuoi contenuti e ti porta nuovi follower qualificati.

Feedback immediato: Puoi testare idee, servizi e contenuti direttamente con il tuo pubblico.

Stabilità nel tempo: I clienti arrivano costantemente, non solo quando fai promozioni aggressive.

La differenza tra audience e community

Audience: Ti segue passivamente 

Community: Interagisce attivamente

Audience: Consuma i tuoi contenuti 

Community: Partecipa e contribuisce

Audience: Ti conosce 

Community: Si fida di te

E questa fiducia si costruisce nel tempo, con coerenza e valore.

Non con trucchetti per vedere chi guarda le tue storie.

Come si crea una community su Instagram?

Costruire una community non è questione di fortuna o di contenuti virali. È un processo strategico che richiede metodo e costanza.

Step 1: Definisci la tua mission

Una community si forma attorno a un’idea, un valore, una missione comune. Prima di pensare ai contenuti, devi essere chiaro su cosa rappresenti e perché le persone dovrebbero seguirti.

Domande da farti:

  • Quale trasformazione offri alle persone?
  • Qual è il nemico comune che combatti insieme ai tuoi follower?
  • Quali valori condividi con la tua audience?
  • Cosa rende unica la tua prospettiva?

Questo processo è strettamente collegato alla definizione del tuo cliente ideale, perché solo sapendo a chi parli puoi costruire messaggi che risuonano.

Step 2: Crea contenuti che invitano alla partecipazione

I contenuti che costruiscono community sono diversi da quelli che generano solo visualizzazioni. Devono invitare alla conversazione e all’interazione.

Formato che funzionano:

  • Domande dirette che richiedono una risposta nei commenti
  • Sondaggi e quiz interattivi nelle storie
  • Sfide e challenge che coinvolgono i follower
  • Q&A regolari dove rispondi alle domande della community
  • User-generated content che mette in evidenza i follower

Step 3: Rispondi sempre e crea conversazioni

Questo è il punto dove la maggior parte fallisce. Postano contenuti che invitano all’interazione e poi ignorano chi commenta.

Regole d’oro:

  • Rispondi a ogni commento entro 24 ore
  • Fai domande di follow-up per allungare la conversazione
  • Menziona i commenti più interessanti nelle storie
  • Crea contenuti basati sulle domande che ricevi
  • Ringrazia pubblicamente chi partecipa attivamente

Step 4: Porta le conversazioni private

Instagram è fantastico per iniziare relazioni, ma le conversazioni più profonde avvengono spesso in privato.

Strategie efficaci:

  • Invita a scriverti in DM per approfondimenti
  • Offri consulenze brevi gratuite a chi si dimostra interessato
  • Crea gruppi Telegram o WhatsApp per discussioni più approfondite
  • Organizza live Q&A per chi ha domande specifiche

Quindi no, se pensi di costruire una community in 7 giorni, sei proprio fuori strada.

Come creare funnel di vendita su Instagram

Ora entriamo nel tecnico.

Perché avere una community è fantastico, ma se non la trasformi in clienti, rimane solo un hobby costoso.

Un funnel di vendita su Instagram non è diverso da un funnel tradizionale: attiri l’attenzione, crei interesse, generi desiderio e porti all’azione.

La struttura del funnel Instagram:

Top of funnel (TOFU) – Awareness: Le storie e i post che attirano nuove persone. Contenuti educational, ispiranti, che risolvono problemi comuni.

Middle of funnel (MOFU) – Considerazione: Contenuti che approfondiscono, case study, testimoniali, behind the scenes che costruiscono fiducia.

Bottom of funnel (BOFU) – Conversione: Call to action dirette, offerte, inviti a prenotare consulenze, link a landing page.

Cosa serve per creare un funnel su Instagram

1. Bio ottimizzata. La tua bio deve dire chiaramente cosa fai, per chi lo fai e cosa devono fare per iniziare a lavorare con te.

2. Highlights strategiche. Organizza le tue highlights come sezioni di un sito web: Chi sono, Servizi, Testimonianze, FAQ, Contatti.

3. Link in bio intelligente. Usa strumenti come Linktree per portare le persone verso contenuti specifici: lead magnet, landing page, calendario prenotazioni.

4. Content strategy coordinata. Ogni contenuto deve avere un obiettivo nel funnel. Non postare a caso, ma segui una strategia che guida le persone verso la conversione.

Esempio pratico di funnel di vendita su Instagram

Settimana 1: Contenuti educational (TOFU) 

Settimana 2: Case study e risultati (MOFU)

Settimana 3: Behind the scenes e valori (MOFU) 

Settimana 4: Call to action e offerte (BOFU)

Questo ciclo si ripete continuamente, creando un flusso costante di nuovi prospect che entrano nel funnel e clienti che escono dall’altra parte.

Ma attenzione: il funnel Instagram è solo l’inizio. Il vero lavoro inizia quando porti le persone fuori dalla piattaforma.

Come vendere su Instagram

Arriviamo al dunque. Come trasformi follower in clienti paganti?

La risposta potrebbe sorprenderti. 

Non vendendo su Instagram.

Instagram è perfetto per attrarre e qualificare prospect, ma le vendite vere avvengono altrove.

Perché non vendere direttamente su Instagram

Limitazioni della piattaforma: Instagram non è fatto per vendite complesse. I DM sono limitati, non puoi allegare documenti, non hai CRM integrato.

Distrazione continua: Su Instagram le persone sono in modalità “scroll”. Non sono concentrate abbastanza per prendere decisioni importanti.

Algoritmo imprevedibile: Se affidi tutto a Instagram, sei in balia dell’algoritmo. Cambiano le regole e perdi tutto.

Concorrenza costante: Su Instagram sei sempre a un tap di distanza dalla concorrenza. Portali nel tuo territorio.

La strategia giusta per vendere

Ora starai pensando “Ok, tutto bello! E, quindi, che si fa?”

  1. Qualifica su Instagram Usa Instagram per capire chi è davvero interessato. Chi commenta, chi fa domande, chi interagisce costantemente.
  2. Sposta la conversazione Porta le persone qualificate su email, Zoom, telefono. Dove puoi avere conversazioni approfondite senza distrazioni.
  3. Nutri la relazione fuori da Instagram Usa newsletter, video YouTube, articoli del blog per approfondire la relazione e costruire autorevolezza. Esattamente come faccio io con gli articoli di questo blog.
  4. Vendi con metodo Usa email sequence, webinar, consulenze telefoniche per presentare la tua offerta nel modo giusto.

Il processo completo

Instagram → Email/Contatto → Nurturing → Vendita

Non: Instagram → Vendita diretta (che non funziona)

Esempio pratico

  • Storia Instagram: “Hai mai avuto questo problema con i tuoi clienti?”
  • Call to action: “Scrivimi PROBLEMA nei DM”
  • Risposta automatica: “Ti mando un video che spiega la soluzione”
  • Video via email: Contenuto di valore + invito a prenotare consulenza
  • Consulenza: Vendita del servizio

Questo processo trasforma Instagram da “piattaforma di vanità” a “macchina di acquisizione clienti”.

Stai ancora cercando di vendere direttamente nei DM di Instagram? Parliamone in una consulenza e ti mostro come costruire un sistema che porta i clienti da Instagram alla vendita in modo naturale e profittevole.

La strategia definitiva per le storie Instagram in anonimo

Ora mettiamo insieme tutti i pezzi.

Ecco come costruire una strategia che funziona anche quando non sai chi ti sta guardando.

Come costruire una strategia su Instagram che funziona

1. Accetta la nuova realtà Smetti di cercare trucchi per vedere chi guarda le tue storie. Concentrati su chi interagisce.

2. Crea contenuti che generano azione Ogni storia deve avere un obiettivo: far commentare, far scrivere in DM, far cliccare un link.

3. Costruisci il tuo ecosistema digitale Instagram è solo l’ingresso. Crea newsletter, blog, YouTube, TikTok. Diversifica le piattaforme.

4. Porta le persone nel tuo mondo L’obiettivo di Instagram è portare le persone fuori da Instagram. Nel tuo sito, nella tua mailing list, nelle tue consulenze.

5. Misura quello che conta Non le visualizzazioni delle storie, ma i contatti qualificati, le email raccolte, le consulenze prenotate.

La sequenza tipo per le storie

Storia 1: Hook + problema (genera curiosità) 

Storia 2: Agitazione del problema (crea urgenza)

Storia 3: Accenno alla soluzione (genera interesse) 

Storia 4: Call to action verso contenuto approfondito (porta fuori da Instagram)

Obiettivo: Non vendere nella storia, ma portare verso il tuo ecosistema dove puoi nutrire la relazione.

Errori da evitare assolutamente

Continuare a ragionare come prima: Le storie anonime hanno cambiato le regole. Chi non si adatta perde.

Focalizzarsi sui numeri sbagliati: Views e reach non pagano le bollette. I clienti sì.

Vendere troppo presto: Instagram serve per costruire fiducia, non per vendere direttamente.

Non diversificare: Se tutto il tuo business dipende da Instagram, sei in pericolo.

Non misurare i risultati reali: Traccia contatti, consulenze, vendite. Non like e visualizzazioni.

Il nuovo Instagram è migliore di quello vecchio (se sai come usarlo)

Le storie Instagram in anonimo non sono un problema da risolvere. Sono un’evoluzione da abbracciare.

Perché ti obbligano a fare quello che avresti dovuto fare da sempre: concentrarti sulla qualità, non sulla quantità. Sui risultati, non sui numeri di vanità.

I professionisti che capiscono questo cambieranno marcia. Gli altri continueranno a lamentarsi di un social che “non funziona più come prima”.

La verità è che Instagram funziona ancora benissimo. Ma funziona solo per chi ha una strategia che va oltre Instagram.

Prima di investire altro tempo nelle storie, assicurati di avere:

  • Un messaggio chiaro che attrae il tuo cliente ideale
  • Un sistema per portare le persone fuori da Instagram
  • Contenuti di valore su altre piattaforme per nutrire la relazione
  • Un processo di vendita che non dipende dai DM di Instagram

Solo allora le storie Instagram diventano quello che dovrebbero essere: il primo passo di un sistema di acquisizione clienti che funziona.

E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di continuare a cercare trucchi per spiare le visualizzazioni anonime, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come trasformare Instagram in una macchina di acquisizione clienti per i professionisti che vendono servizi come te.

Perché la verità è questa: non hai bisogno di sapere chi guarda le tue storie.

Hai bisogno che chi le guarda diventi un cliente.

E quella è tutta un’altra storia.

Meglio promuovere post o reel?

Meglio promuovere post o reel?

Meglio promuovere post o reel?

Se stai ancora facendo questa domanda, probabilmente stai sbagliando approccio fin dall’inizio.

Perché la vera domanda non è “quale formato scegliere”, ma “come testare tutti i formati per capire cosa funziona meglio per ME”.

E te lo dimostro subito con un caso pratico che conferma quello che ho già spiegato nella mia guida completa su come promuovere post Instagram funziona.

Venerdì pomeriggio, ore 15:00. Lancio una campagna per un centro estetico. Abbiamo testato sia post che reels con messaggi diversi ma strategia integrata.

Risultato dopo 5 giorni: 11 contatti.

  • 4 hanno prenotato subito la sessione di prova
  • 3 erano interessati a servizi più costosi di quello promosso
  • 1 fuori zona (ma comunque interessato)
  • 2 non hanno risposto (mannaggia! ma ehi, dobbiamo pure dire le cose quando non vanno bene!)

Il segreto? Non abbiamo puntato tutto su un formato. Abbiamo testato entrambi, applicando quella strategia integrata che funziona sempre meglio dell’approccio “tutto o niente”.

Perché tutti sbagliano quando scelgono tra post e reels

Prima di entrare nel dettaglio di cosa funziona meglio, parliamo di perché la maggior parte dei professionisti ottiene risultati deludenti.

Il problema principale? Pensare che esista UN formato magico che risolve tutto.

La verità è che non esiste il formato perfetto. Esistono formati che funzionano meglio per obiettivi specifici, in momenti specifici, per audience specifiche. E questo è strettamente collegato a come definisci il tuo identikit del cliente ideale.

Ecco gli errori più comuni:

La maggior parte dei professionisti prende decisioni sui formati pubblicitari basandosi su convinzioni sbagliate o consigli generici. Questi errori costano tempo, budget e soprattutto opportunità di business. Riconoscerli è il primo passo per evitarli, esattamente come abbiamo visto quando parliamo di come definire correttamente il cliente ideale.

  • Scegliere il formato basandosi su mode del momento
  • Copiare quello che fanno i competitor senza testare
  • Puntare tutto su un solo formato invece di diversificare
  • Non considerare che pubblici diversi preferiscono formati diversi (e questo si ricollega direttamente alla definizione delle buyer personas)
  • Focalizzarsi sul formato invece che sul messaggio

Ma quando inizi a testare con metodo, i risultati cambiano completamente.

Qual è il migliore tra reel e post da sponsorizzare?

Ora entriamo nel pratico.

La risposta è: dipende dai tuoi obiettivi e dal tuo pubblico. 

Proprio come ho spiegato nel dettaglio nel mio articolo su quando e come promuovere post Instagram funziona.

Quando i POST funzionano meglio

Per awareness e branding:

I post sponsorizzati eccellono quando devi costruire credibilità e fiducia. Sono ideali per contenuti che richiedono approfondimento e riflessione, dove il pubblico ha bisogno di tempo per elaborare il messaggio.

  • Messaggi educativi complessi
  • Testimonianze dettagliate
  • Spiegazioni approfondite
  • Contenuti che richiedono riflessione

Per lead generation:

Quando l’obiettivo è raccogliere contatti qualificati per servizi ad alto valore, i post permettono di presentare informazioni dettagliate e costruire la fiducia necessaria per convincere qualcuno a lasciare i propri dati. Questo processo funziona meglio quando hai chiaro il tuo identikit del cliente ideale e sai esattamente a chi stai parlando.

  • Pubblici più maturi (35+ anni)
  • Servizi ad alto valore
  • Decisioni ponderate
  • B2B e consulenze

Vantaggi dei post sponsorizzati:

I post offrono maggiore controllo sulla comunicazione e spesso performance più stabili nel tempo. Sono particolarmente efficaci quando devi spiegare concetti complessi o costruire autorevolezza.

  • Più spazio per il testo
  • Migliore per spiegazioni dettagliate
  • Costi spesso più bassi
  • Audience più profilata

Quando i REELS funzionano meglio

Per engagement e viralità:

I reels sfruttano la natura immediata e visiva del contenuto per catturare l’attenzione rapidamente. Sono perfetti quando vuoi mostrare trasformazioni, dimostrazioni pratiche o creare un collegamento emotivo istantaneo.

  • Contenuti emozionali
  • Dimostrazioni pratiche
  • Behind the scenes
  • Trasformazioni visibili

Per conversioni rapide:

Quando il tuo servizio o prodotto può essere compreso e desiderato velocemente, i reels eccellono nel creare quel senso di urgenza e desiderio che porta all’azione immediata.

  • Pubblici più giovani (18-35 anni)
  • Prodotti/servizi immediati
  • Decisioni impulsive
  • E-commerce e servizi beauty

Vantaggi dei reels sponsorizzati:

I reels beneficiano del supporto algoritmo di Instagram per i contenuti video e della maggiore propensione degli utenti a interagire con contenuti dinamici e visualmente accattivanti.

  • Maggiore copertura organica
  • Più coinvolgimento
  • Ideali per dimostrazioni
  • Formato nativo del feed

Il caso del centro estetico: secondo te è stato meglio promuovere post o reel?

Nel caso che ti ho raccontato all’inizio, non abbiamo scelto.

Abbiamo testato.

La strategia:

Invece di scegliere un formato e sperare che funzioni, abbiamo creato una strategia integrata che sfruttasse i punti di forza di entrambi per raggiungere lo stesso obiettivo con approcci complementari.

  • Reel: Trasformazione prima/dopo di un trattamento
  • Post: Spiegazione dettagliata dei benefici del trattamento
  • Messaggio coerente: Stessa offerta, approcci diversi
  • Target diversificato: Audience leggermente diverse per formato

Risultati per formato:

Analizzando le performance separatamente, abbiamo scoperto che ogni formato ha attirato tipologie diverse di clienti, confermando che la diversificazione era la scelta giusta.

  • Reel: Più reach, pubblico più giovane, decisioni più rapide
  • Post: Conversazioni più approfondite, clienti più qualificati

Il bello? Alcuni contatti arrivavano dai reels, altri dai post. Se avessimo scelto solo un formato, avremmo perso metà delle opportunità. Questo conferma ancora una volta l’importanza di non fossilizzarsi su un approccio unico, come spiego anche nel mio articolo sull’importanza di definire correttamente il cliente ideale.

Stai puntando tutto su un solo formato e perdendo clienti potenziali? [Prenota una consulenza strategica] e ti mostro come creare campagne multi-formato che massimizzano i risultati.

Come sponsorizzare al meglio un reel su Instagram

I reels hanno regole diverse dai post. Di conseguenza, se li tratti allo stesso modo, il risultato sarà un disastro.

Le regole d’oro per reels sponsorizzati efficaci

I reels seguono logiche completamente diverse dai post statici. La velocità di fruizione, l’attenzione ridotta e la natura immersiva del formato richiedono un approccio specifico per massimizzare l’efficacia pubblicitaria.

1. Hook nei primi 3 secondi Non hai tempo per introduzioni. Devi catturare l’attenzione immediatamente.

Esempio che non funziona: “Ciao a tutti, oggi vi parlo di…”

Esempio efficace: “Ho perso 5 kg in 30 giorni senza dieta” 

2. Ritmo veloce Cambi di scena ogni 2-3 secondi. L’attenzione su Instagram dura pochissimo.

3. Audio strategico Usa trend audio popolari o voce originale chiara. L’audio fa il 50% del successo.

4. Call to action integrata Non aspettare la fine del video per dire cosa fare. Integrala nel contenuto.

5. Sottotitoli sempre Il 70% delle persone guarda i video senza audio.

La struttura che funziona

Questa struttura è il risultato di centinaia di test su reels sponsorizzati. Ogni fase ha un obiettivo specifico e una durata ottimale per mantenere l’attenzione e guidare verso l’azione.

  • 0-3 secondi: Hook irresistibile
  • 3-10 secondi: Problema/risultato
  • 10-20 secondi: Soluzione/dimostrazione
  • 20-30 secondi: Call to action + benefit

Quando conviene sponsorizzare su Instagram

Timing is everything.

Soprattutto con i budget pubblicitari.

I momenti migliori per lanciare campagne:

Il timing delle campagne non è casuale.

Ogni settore ha i suoi picchi di attenzione e disponibilità di budget.

Scegliere il momento giusto può triplicare l’efficacia della stessa identica campagna.

Quelli che ti ho messo di seguito sono delle indicazioni di massima.

Per servizi professionali e consulenze:

  • Settembre (rientro dalle ferie, nuovi progetti)
  • Gennaio (buoni propositi, budget freschi)
  • Marzo-Aprile (preparazione estate/progetti primavera)

Per servizi beauty ed estetici:

  • Marzo-Maggio (preparazione estate)
  • Settembre-Ottobre (cura post-estate)
  • Prima delle feste (Natale, matrimoni, eventi)

Per servizi business:

  • Evita Agosto e prima settimana di Gennaio
  • Ottimi Settembre, Ottobre, Febbraio, Marzo

Il timing settimanale che funziona

La programmazione settimanale delle campagne segue i ritmi comportamentali del tuo pubblico. Intercettare i momenti di maggiore attenzione e disponibilità mentale fa la differenza tra una campagna che converte e una che viene ignorata.

Questo timing, ovviamente, deve essere allineato con le caratteristiche del tuo cliente ideale.

Giorni migliori per lanciare:

  • Martedì-Giovedì: Audience più attenta e disponibile
  • Venerdì pomeriggio: Funziona per servizi leisure (come nel nostro caso studio)

Giorni da evitare:

Questi momenti sono caratterizzati da bassa attenzione, stress elevato o focus su altre priorità. Lanciare campagne in questi slot significa sprecare budget su un pubblico distratto.

  • Lunedì mattina: Troppo stress lavorativo
  • Domenica sera: Preparazione settimana lavorativa

Quali sono i giorni migliori per sponsorizzare su Instagram

La programmazione delle campagne può fare la differenza tra successo e spreco di budget.

Per pubblici B2C (consumatori finali)

I consumatori hanno ritmi diversi dai professionisti. La loro attenzione segue i momenti di pausa, relax e disponibilità emotiva piuttosto che gli orari lavorativi strutturati.

Migliori performance:

  • Martedì 14:00-17:00: Pausa pomeriggio, alta attenzione
  • Mercoledì 11:00-13:00: Pre-pranzo, momento di pausa
  • Giovedì 15:00-18:00: Fine settimana lavorativa in vista
  • Venerdì 13:00-16:00: Mood più rilassato (come nel nostro caso studio)

Da evitare:

Questi slot coincidono con momenti di stress, transizione o scarsa disponibilità mentale per i consumatori. L’attenzione è focalizzata su altre priorità e la predisposizione all’acquisto è minima.

  • Lunedì 8:00-10:00 (troppo stress)
  • Domenica sera dopo le 20:00

Per pubblici B2B (professionisti)

Migliori performance:

  • Martedì-Giovedì 9:00-11:00: Orario lavorativo, focus alto
  • Mercoledì 14:00-16:00: Pausa post-pranzo

Da evitare:

I professionisti si disconnettono dal lavoro nei weekend e nei periodi di pausa. Raggiungere qualcuno con un’offerta business quando è in modalità relax è controproducente.

  • Weekend (bassa attenzione professionale)
  • Agosto e periodo natalizio

Il caso del centro estetico: perché il venerdì ha funzionato

Nel nostro caso studio, abbiamo lanciato venerdì alle 15:00.

Perché questa scelta strategica:

Il timing non è stato casuale ma frutto di un’analisi precisa del target e del momento psicologico ottimale per proporre un servizio di bellezza e benessere.

  • Target femminile 35-50 anni
  • Servizio beauty/benessere
  • Fine settimana = momento di cura personale
  • Budget disponibile per “coccole”
  • Meno competitor attivi il venerdì pomeriggio

Risultato: 11 contatti in 5 giorni con budget contenuto.

E per contenuto stiamo parlando di massimo 10 euro al giorno.

Quanto deve essere lungo un reel per essere sponsorizzato

La durata del reel può determinare il successo della campagna.

Durate ottimali per obiettivi diversi:

La durata del reel deve essere calibrata sull’obiettivo della campagna e sulla complessità del messaggio.

Ogni secondo in più deve essere giustificato da un valore aggiunto concreto per chi guarda.

15-20 secondi: Per awareness e branding

  • Messaggio semplice e diretto
  • Una sola idea chiave
  • Massima attenzione garantita

20-30 secondi: Per lead generation

  • Spazio per problema + soluzione
  • Call to action chiara
  • Ancora gestibile l’attenzione

30-45 secondi: Per conversioni complesse

  • Servizi che richiedono spiegazioni
  • Testimonianze complete
  • Solo se il contenuto è avvincente

Oltre 45 secondi: Solo per contenuti eccezionali

  • Rischio alto di abbandono
  • Solo con hook incredibile
  • Meglio dividere in più reel

La regola del 3-10-20

Questi sono i momenti critici dell’attenzione di un utente durante la visione di un reel.

Superarli significa aver creato un contenuto davvero coinvolgente, fallire significa perdere l’opportunità.

  • 3 secondi: Se non catturi qui, hai perso
  • 10 secondi: Momento critico di abbandono
  • 20 secondi: Durata ideale per la maggior parte dei contenuti

Perché conviene sponsorizzare

Molti professionisti sono ancora scettici sulla pubblicità a pagamento.

Capiamoci: se non sai cosa stai facendo, è meglio che non la fai.

Ma quando la fai bene, i risultati sono questi:

Vantaggi della sponsorizzazione

Molti professionisti che vendono servizi sottovalutano il potere della pubblicità a pagamento, ma quando è fatta strategicamente, trasforma completamente le dinamiche di acquisizione clienti rispetto al solo organico.

1. Controllo del pubblico Puoi decidere esattamente chi vede i tuoi contenuti, invece di sperare nell’algoritmo.

2. Risultati misurabili Sai esattamente quanto spendi per ogni contatto, ogni consultazione, ogni cliente.

3. Scalabilità Quando trovi la formula che funziona, puoi moltiplicare i risultati aumentando il budget.

4. Velocità L’organico richiede mesi per costruire audience. Le ads portano risultati in giorni.

5. Targeting preciso Puoi raggiungere persone che non ti seguono ma sono perfette per i tuoi servizi.

Il ROI del caso studio:

Questi numeri dimostrano come una campagna ben strutturata possa generare ritorni immediati e creare opportunità future che moltiplicano l’investimento iniziale nel tempo.

  • Investimento in Ads: 50€ in 5 giorni
  • Risultati diretti: 4 prenotazioni immediate sul servizio promosso in campagna che fa parte di un percoso di trattamenti = 276€ di fatturato (+ potenziali
  • Risultati indiretti: 3 interessati a servizi premium = potenziali 210 €
  • ROI immediato: in 5 giorni

Ma attenzione: Questi risultati arrivano solo con strategia, messaggio e targeting giusti. Non basta premere “promuovi” e sperare, come spiego anche nel mio articolo su come far funzionare davvero le promozioni Instagram.

Vuoi replicare risultati simili per il tuo business? Clicca qui per fissare la tua consulenza e analizziamo come strutturare campagne che portano clienti reali, non solo like.

Cosa succede se promuovi un post su Instagram

Promuovere un post non è solo “pagare per più visibilità”. È aprire la porta a una serie di dinamiche che devi conoscere.

Gli effetti immediati:

Appena attivi la promozione, il tuo contenuto entra in una dinamica completamente diversa dall’organico. I cambiamenti sono visibili già nelle prime ore e influenzano tutta la strategia futura.

Aumento della copertura:

  • Il tuo contenuto raggiunge molte più persone
  • Puoi superare i limiti dell’algoritmo organico
  • Arrivi anche a chi non ti segue

Targeting controllato:

  • Scegli esattamente chi vede il contenuto
  • Puoi escludere pubblici non pertinenti
  • Risparmi budget su impression inutili

Feedback accelerato:

  • Raccogli dati su cosa funziona più velocemente
  • Puoi testare messaggi diversi contemporaneamente
  • Ottimizzi basandoti su risultati reali

Gli effetti a medio termine:

Questi benefici si manifestano nelle settimane successive e rappresentano il vero valore della sponsorizzazione: non solo risultati immediati, ma miglioramento dell’ecosistema digitale complessivo.

È lo stesso principio che applico quando spiego come costruire una strategia di acquisizione clienti sostenibile.

Crescita dell’audience:

  • Nuove persone scoprono il tuo profilo
  • Aumentano follower qualificati
  • Migliora l’engagement organico futuro

Miglioramento dell’algoritmo:

  • Instagram “impara” chi è interessato ai tuoi contenuti
  • Migliora la distribuzione organica
  • Crea audience simili più precise

Gli effetti negativi (se sbagli):

La sponsorizzazione amplifica tutto: se il contenuto è buono, amplifica i risultati positivi.

Se è sbagliato, amplifica anche gli errori con conseguenze che vanno oltre il budget sprecato.

Spreco di budget:

  • Targeting sbagliato = soldi buttati
  • Contenuti non coinvolgenti = bassa performance
  • Obiettivi confusi = risultati deludenti

Danneggiamento del brand:

  • Messaggi sbagliati al pubblico sbagliato
  • Contenuti di bassa qualità associati al tuo nome
  • Perception negativa difficile da recuperare

Il caso studio: cosa è successo realmente

Nel caso del centro estetico, ecco cosa è successo step by step:

Giorno 1 (Venerdì):

  • Lancio alle 15:00
  • Prime impression su pubblico lookalike
  • 2 commenti e 1 messaggio privato

Weekend (Sabato-Domenica):

  • Ottimizzazione automatica di Instagram
  • 6 nuovi contatti tra commenti e messaggi
  • Budget che si sposta sui post più performanti

Lunedì-Martedì:

  • Picco di conversazioni
  • 3 prenotazioni confermate
  • 2 richieste per servizi premium

La lezione: Una campagna ben strutturata crea un effetto domino che va oltre i numeri immediati.

La strategia vincente: testa, misura, scala

Dopo anni di gestione campagne per professionisti, ecco la verità:

Non esiste il formato perfetto. Esiste il formato che funziona meglio per TE.

Il framework che uso per i miei clienti:

Questo approccio strutturato elimina l’improvvisazione e sostituisce le “speranze” con dati concreti.

Ogni fase ha obiettivi specifici e metriche chiare per decidere come procedere.

Settimana 1-2: Test Phase

  • 3-4 creatività diverse (mix post/reels)
  • Budget basso ma distribuito
  • Raccolta dati su performance

Settimana 3-4: Optimization Phase

  • Focus sui formati che convertono meglio
  • Aumento budget sui vincitori
  • Refinement del targeting

Settimana 5+: Scale Phase

  • Moltiplicazione delle creatività vincenti
  • Budget significativo sui formati provati
  • Diversificazione dell’audience

Errori da evitare assolutamente

Questi errori sono frutto dell’analisi di centinaia di campagne fallite. Riconoscerli e evitarli può fare la differenza tra una campagna che porta clienti e una che brucia solo budget.

  • Puntare tutto su un formato senza testare
  • Cambiare strategia dopo 2 giorni di test
  • Copiare i format altrui senza adattarli
  • Non tracciare le conversioni reali
  • Fermarsi ai primi risultati senza scalare

Stai ancora chiedendoti se promuovere post o reels? Smetti di perdere tempo con domande sbagliate. [Prenota una consulenza strategica] e costruiamo insieme una strategia multi-formato che porta risultati concreti.

La verità che nessuno ti dice sui formati sponsorizzati

E, quindi, ricapitolando, meglio promuovere post o reel?

Ecco, sappi che se te lo stai chiedendo, non stai combattendo la battaglia giusta.

La battaglia giusta è: strategia vs improvvisazione.

Il centro estetico del caso studio non ha avuto successo perché ha scelto il formato giusto. Ha avuto successo perché:

  • Ha testato più formati contemporaneamente
  • Ha creato messaggi coerenti ma adattati (seguendo principi simili a quelli che uso per definire buyer personas efficaci)
  • Ha targetizzato con precisione
  • Ha misurato tutto
  • Ha ottimizzato in base ai dati

Prima di chiederti quale formato sponsorizzare, assicurati di avere:

  • Un messaggio che converte organicamente
  • Un’offerta che le persone vogliono
  • Un sistema per gestire i contatti che arrivano
  • Un modo per misurare i risultati reali

Solo allora post e reels sponsorizzati funzionano davvero.

E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di continuare a sperimentare a caso con i formati, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come far funzionare davvero le campagne per i professionisti che vendono servizi come te.

Perché la verità è questa: non hai bisogno del formato perfetto.

Hai bisogno di una strategia che funziona.

E quella è tutta un’altra storia.