Perché quello che sto per dirti potrebbe mandare in frantumi tutto quello che pensavi di sapere sull’identikit del cliente ideale.
Il cliente ideale non esiste.
Lo so che se sei qui è perché, con tutta probabilità, nel corso degli ultimi mesi di sei sentito propinare dai consulenti la favola del cliente ideale in ogni salsa.
E mi sento di dirti questa cosa perché li ho visti raccontare questa favoletta in tutte le salse possibili e immaginabili su Instagram e TikTok, ma onestamente mi sono stancata di sentire questa narrazione piuttosto fuorviante.
Quindi sì, è vero! Non esiste il cliente ideale.
Ma esistono persone reali, con paure, desideri e decisioni spesso imprevedibili.
Ed è quelle che devi imparare a conoscere se vuoi vendere i tuoi servizi online.
E te lo dico perché, dai, lo so che se anche tu sei qui è perché vuoi capire come definire il tuo cliente ideale per fatturare di più.
E non per avere più cuoricini sotto le tue foto al mare.
Perché tutti sbagliano quando definiscono il cliente ideale
Prima di entrare nel vivo di come creare un identikit che funziona davvero, parliamo di perché la maggior parte dei coach e consulenti si ritrova con le mani vuote.
Il problema principale? Confondere la teoria con la realtà.
Per anni ci hanno detto che trovare “il cliente ideale” fosse la chiave del successo. Una persona perfetta, pronta a comprare, sempre felice, sempre allineata.
Eppure, correggimi se sbaglio, ogni volta che cerchi questa figura ti pare di ritrovarti a caccia di unicorni.
Ecco cosa succede quando segui i consigli sbagliati
Queste sono le dinamiche che trovo più spesso quando faccio le consulenze ai miei clienti. E che, sia chiaro, facevo pure io:
Ti fissi su caratteristiche demografiche che non significano niente
Crei profili così specifici che escludi il 99% delle persone
Ti concentri su quello che TU pensi sia importante, non su quello che importa a LORO
Sprechi tempo e energia inseguendo persone che non esistono
Perdi di vista quelli che potrebbero davvero aver bisogno di te
Ma la buona notizia è che esiste un altro modo.
Decisamente più utile ed efficace.
Che, nella mia lingua, si traduce in “lavorare meno ma meglio e ottenendo più risultati“.
Il giorno in cui ho smesso di inseguire “il cliente ideale” e ho iniziato ad ascoltare davvero chi mi stava davanti, è cambiato tutto.
Ho scoperto che la flessibilità e la curiosità portano molto più lontano dei filtri perfetti.
Perché sì, definire il cliente ideale serve eccome, ma solo se lo fai con metodo e con la giusta mentalità.
Non si tratta di creare il profilo della persona perfetta. Si tratta di capire chi sono le persone che potrebbero davvero beneficiare del tuo aiuto.
Step 1: Parti da chi hai già aiutato
Prima di fantasticare su chi vorresti come cliente, guarda chi c’è già.
Fai questa analisi:
Quali sono stati i tuoi clienti più soddisfatti?
Cosa avevano in comune (non demograficamente, ma emotivamente)?
Quali problemi li tenevano svegli la notte?
Cosa li ha spinti a cercare una soluzione?
Come hanno scoperto di aver bisogno di aiuto?
Step 2: Ascolta le loro parole esatte
Questo è il punto che fa la differenza tra chi vende e chi non vende.
Non inventarti i problemi del tuo cliente ideale. Usa le loro parole esatte.
Come descrivono il loro problema?
Che linguaggio usano quando ne parlano?
Quali emozioni esprimono?
Cosa vorrebbero che cambiasse nella loro vita?
Step 3: Identifica i trigger emotivi
Il tuo identikit del cliente ideale deve includere:
Le frustrazioni ricorrenti: Cosa li fa arrabbiare davvero?
I desideri profondi: Cosa sognano di ottenere?
Le paure nascoste: Di cosa hanno paura che non dicono mai?
I momenti di svolta: Quando si rendono conto che hanno bisogno di aiuto?
Step 4: Definisci il “quando”, non solo il “chi”
Un identikit efficace non si concentra solo su CHI è la persona, ma su QUANDO è pronta per il tuo aiuto.
In che momento della loro vita si rivolgono a te?
Cosa è successo che li ha spinti a cercare una soluzione?
Che fase stanno attraversando?
Quali tentativi hanno già fatto da soli?
Vuoi smettere di perdere tempo con persone che non sono pronte e iniziare ad attrarre chi ha davvero bisogno di te? [Prenota una consulenza strategica] e analizziamo insieme il tuo cliente ideale reale, non quello teorico.
Qual è la differenza tra target e buyer personas
Questa è una delle confusioni più grandi che vedo fare.
Il linea di massima il ragionamento da fare è questo: il target è generico, la buyer persona è specifica.
Ma andiamo di esempi che, altrimenti, rischiamo di fare confusione.
Il target è questo:
Donne, 35-45 anni
Imprenditrici
Reddito medio-alto
Vivono in città
La buyer persona è questo:
Marta, 38 anni, ha fondato la sua azienda 5 anni fa
Lavora 12 ore al giorno ma sente di non avere controllo
Ha paura di delegare perché “nessuno lo fa come me”
Si sveglia alle 3 di notte pensando ai problemi dell’ufficio
Vorrebbe più tempo per la famiglia ma non sa come ottenerlo
Ha già provato corsi di time management senza successo
Cerca qualcuno che capisca davvero la pressione dell’imprenditoria
Chiara la differenza?
Il target ti dice a chi mandare la pubblicità. La buyer persona ti dice cosa scrivere in quella pubblicità.
Come individuare un buyer persona
Partiamo dal presupposto che non puoi inventarti la buyer persona seduto alla scrivania.
Devi andarla a cercare.
E soprattutto, cosa importantissima, devi ascoltare.
Metodo 1: Intervista i tuoi clienti attuali
Fai domande specifiche:
“Come descriveresti il problema che avevi prima di lavorare con me?”
“Cosa ti ha convinto che era il momento di cercare aiuto?”
“Quali altre soluzioni avevi considerato?”
“Cosa ti preoccupava di più riguardo alla tua situazione?”
Metodo 2: Analizza i commenti e i messaggi
Vai a rileggere:
I commenti sotto i tuoi post
I messaggi privati che ricevi
Le email dei potenziali clienti
Le recensioni che hai ricevuto
Metodo 3: Osserva i gruppi e le community
Entra nei gruppi dove si trova il tuo cliente ideale:
Di cosa si lamentano?
Che domande fanno?
Come si esprimono?
Quali sono i loro problemi ricorrenti?
Metodo 4: Studia i competitor
Guarda chi segue i tuoi concorrenti:
Che tipo di contenuti commentano?
Che problemi esprimono?
Come interagiscono?
Come creare buyer personas che funzionano davvero
Ora che hai raccolto tutte queste informazioni, è il momento di creare le tue buyer personas.
Ma attenzione: non serve crearne 20 diverse. 2-3 personas ben definite sono molto meglio di 10 generiche.
I punti su cui mi focalizzo quando creo le buyer personas per i miei clienti:
profilo base (nome, età, situazione lavorativa, situazione familiare);
situazione attuale;
stato emotivo;
comportamenti;
obiezioni e dubbi;
trigger di acquisto (ergo = cosa le spinge ad agire?)
Sembra complicato? Lo è, se provi a farlo da solo. Prenota la tua consulenza e ti mostro come creare buyer personas che trasformano sconosciuti in clienti paganti.
Gli errori più comuni nella definizione del cliente ideale
Te li metto qui perché, onestamente, c’è da farci attenzione.
Altrimenti rischi di vedere i tuoi obiettivi allontanarsi sempre più da te.
Ma anche di creare delle campagne sponsorizzate (e, quindi, investire soldi in pubblicità), per non vedere tornare indietro un centesimo.
1: Focalizzarsi solo sui dati demografici
Età, sesso, lavoro, città. Tutto inutile se non capisci le motivazioni.
2: Creare profili troppo ristretti
“Donne dai 32 ai 34 anni, laureate in economia, che vivono a Milano Nord.” Complimenti, hai appena escluso il 99,9% della popolazione.
3: Copiare le buyer personas di altri
La buyer persona del tuo competitor non è la tua buyer persona. Punto.
4: Non aggiornarle mai
Le persone cambiano, i problemi evolvono, le situazioni si trasformano. Le tue buyer personas devono fare lo stesso.
5: Cercare solo persone “facili”
Molti professionisti che vendono servizi vogliono solo clienti senza obiezioni, senza dubbi, con budget illimitato. Auguri a trovarli.
Stai commettendo uno di questi errori? Scopri come evitarli e costruire buyer personas che funzionano davvero per TE (non preconfezionate per tutti). Prenota una consulenza strategica e analizziamo insieme la tua situazione.
La strategia vincente: NO al cliente ideale, SÌ alla diversificazione
Ricapitoliamo, che altrimenti rischiamo di perderci in voli pindarici.
Il tuo approccio deve essere:
Diversificare la comunicazione
Cogliere nuove opportunità
Fidelizzare i tuoi clienti già attivi
Acquisirne di nuovi senza bruciare tutti i soldi in pubblicità
Non si tratta di rinunciare alla selezione o ai confini.
Ma di capire che ogni cliente è un’occasione per imparare, adattarsi e migliorare.
È una danza continua, non un casting.
(E, spoiler, se porti risultati, ti darà maggiore soddisfazione un cliente che non avresti inserito nella categoria di quelli “ideali”).
L’identikit del cliente ideale è uno strumento, non una prigione
L’identikit del cliente ideale funziona, ma solo se lo inquadri nella giusta prospettiva.
Le buyer personas sono come una bussola: ti indicano la direzione, ma devi essere pronto a cambiare rotta quando incontri nuove opportunità.
Prima di fissarti su profili rigidi, assicurati di avere:
Un messaggio flessibile che parla a persone diverse
Un sistema per riconoscere opportunità inaspettate
Una strategia per nutrire relazioni con clienti “non standard”
Un’offerta che si adatta a bisogni diversi
Solo allora l’identikit del cliente ideale funziona davvero.
E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di continuare a inseguire clienti che non esistono, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come far funzionare davvero il marketing per i professionisti che vendono servizi come te.
Perché la verità è questa: non hai bisogno del cliente perfetto.
Hai bisogno di più clienti reali.
Che poi sono quelli che ti pagano le fatture in tempo (non dopo 1 mese di ritardo. E devi pure rincorrerli!)
Ti sei mai chiestə se promuovere post Instagram funziona davvero?
La risposta è: dipende.
E dipende soprattutto da quello che fai prima di premere quel pulsante blu “Promuovi”.
Perché se pensi che basti scegliere il tuo post più bello, aggiungere qualche euro di budget e aspettare che arrivino i clienti… beh, preparati a una bella delusione.
La verità è che promuovere post Instagram funziona eccome, ma solo se hai una strategia chiara e obiettivi ben definiti. Altrimenti rischi di buttare soldi e di convincerti che “la pubblicità non funziona per il mio settore”.
Perché la maggior parte delle promozioni Instagram fallisce
Prima di entrare nel dettaglio di come far funzionare le promozioni, parliamo di perché la maggior parte delle persone ottiene risultati deludenti.
Il problema principale? Confondere la promozione con la strategia di marketing.
Molti coach e consulenti vedono un post che ha fatto tanti like organici e pensano: “Fantastico, questo post funziona! Lo promuovo e ottengo più clienti.” Sbagliato.
Un post che funziona bene organicamente non è automaticamente un post che funziona bene a pagamento.
E soprattutto, non è detto che porti clienti.
Gli errori comuni che ho visto fare più spesso
Letteralmente dal mio taccuino appunti.
Quando si prova a promuovere su Instagram per vendere servizi online, spesso ci si perde. Metto qui nero su bianco ciò che capita più spesso nella pratica, senza troppi giri di parole.
Promuovere post generici che parlano a tutti (e quindi a nessuno)
Non avere un sistema per trasformare i visitatori in clienti
Focalizzarsi sui like invece che sui risultati concreti
Non definire chiaramente chi è il pubblico target
Sprecare budget su obiettivi sbagliati
Ma la buona notizia è che quando fai le cose nel modo giusto, promuovere post Instagram funziona alla grande.
Come promuovere al meglio un post su Instagram
Ok, preparati, che qui entriamo nel vivo della strategia.
Perché sì, promuovere post Instagram funziona solo se lo fai con metodo.
Ecco le fasi step-by-step che ti permettono di ottenere risultati in pochissimo tempo.
Step 1: Definisci l’obiettivo (e no, non è “ottenere più like”)
Prima di premere il tasto “promuovi”, fermati un attimo e chiediti—cosa vuoi davvero ottenere? Metti parola su uno scopo preciso, non basta “più like” se stai cercando di vendere servizi online.
E parlo di un obiettivo concreto che ti guida passo dopo passo, non di cifre vuote.
Awareness: Far conoscere il tuo brand a nuove persone
Engagement: Stimolare interazioni e conversazioni
Lead generation: Raccogliere contatti interessati ai tuoi servizi
Conversioni: Portare le persone a prenotare una consulenza o comprare un servizio
Ogni obiettivo richiede una strategia diversa. E no, non puoi ottenere tutto con un singolo post.
Step 2: Crea contenuti che convertono
Non basta premere “promuovi” su un post qualsiasi. Ti servono dei contenuti che spingano davvero chi li vede/legge a compiere un’azione. Che tu voglia vendere consulenze o percorsi di affiancamento, ogni parola e immagine deve parlare chiaro e portarti verso un obiettivo specifico.
Qui sotto trovi i tipi di post da promuovere (quelli che funzionano sul serio)…
Post educational: Che insegnano qualcosa di concreto e utile
Case study: Che mostrano risultati reali dei tuoi clienti
Behind the scenes: Che umanizzano il tuo brand
Call to action specifiche: Che guidano l’utente verso un’azione precisa
…e poi i buchi neri da evitare. Ossia quei contenuti che ti servono solo per buttare i soldi al vento.
Post troppo autoreferenziali (evita il “sono più bravə/bellə/buonə di tutti”)
Contenuti troppo generici (che se parli a tutti non parli a nessuno)
Citazioni motivazionali senza contesto (a meno che tu non sia Gandhi)
Post che non hanno una chiamata all’azione (la famosa CTA che avrai già sentito in tutte le salse possibili e immaginabili)
Step 3: Targettizza il pubblico giusto
Qui sta la vera differenza tra una promozione che funziona e una che butta via soldi.
Non promuovere “a tutti gli interessati al coaching”.
Inizia ad utilizzare una comunicazione più specifica e mirata, che sennò i clienti non li trovi nemmeno se vengono loro a suonarti il campanello di casa.
Focalizzati su:
Età e geografia: Dove sono i tuoi clienti ideali?
Interessi: Cosa li appassiona oltre al tuo servizio?
Comportamenti: Quali azioni compiono online?
Lookalike audiences: Basate sui tuoi clienti attuali
Ecco il punto che ti deve essere chiaro fin dall’inizio.
Che altrimenti rischi di vedere centinaia di euro volatilizzarsi in pochi giorni e rimanere con un pugno di mosche in mano.
Promuovere post Instagram funziona se il post è integrato in un sistema più ampio.
Non puoi aspettarti che qualcuno veda il tuo post promosso e immediatamente prenoti una consulenza da 1000 euro.
Devi nutrire la relazione.
Il percorso ideale:
Post promosso → attira l’attenzione
CTA con link → porta su una landing page
Optin Page → raccoglie il contatto
Email sequence → costruisce fiducia
Call to action → porta alla vendita
Sembra complicato? Lo è, se provi a farlo da solo. Prenota una consulenzastrategica e ti mostro come creare un sistema che trasforma le promozioni Instagram in clienti paganti.
Quanto conviene sponsorizzare su Instagram?
Appunti di quelli da tenere sempre nel cassetto, prima ancora di decidere budget e obiettivi. Perché sì, vendere servizi online con Instagram può funzionare alla grande, ma solo se hai i numeri dalla tua parte. E per numeri intendo margini, valore dei clienti e capacità di chiudere una vendita.
Che nella pratica (come piace a noi) si traduce in: prima di sponsorizzare, rispondi bene a queste tre domande.
1. Il tuo Customer Lifetime Value (CLV)
Quanto vale per te un cliente nel tempo? Se una persona ti acquista oggi una consulenza da 300€, ma poi resta con te per un percorso di affiancamento da 2000€, puoi permetterti un investimento iniziale più alto in advertising. Chi invece vende un singolo servizio da 50€, dovrà essere molto più attento a ogni euro speso. Il CLV ti aiuta a capire qual è il tuo margine d’azione.
2. La tua capacità di conversione
Hai un sistema che trasforma i contatti in clienti? Se dopo la sponsorizzazione le persone atterrano su una pagina ben costruita, ricevono una mail efficace o entrano in un funnel ben congegnato… allora anche un costo per lead più alto può essere sostenibile. Il problema non è quanto paghi per ottenere un contatto, ma quanto ti rende quel contatto nel tempo.
3. I tuoi margini
Ergo: quanto ti rimane in tasca dopo che hai venduto? Se il tuo servizio ha margini alti, puoi investire con maggiore tranquillità e scalare nel tempo. Se invece i tuoi costi fissi sono alti e hai poco margine di guadagno, devi essere super strategicə con ogni singola promozione. Altrimenti il rischio è investire tanto per guadagnare zero.
Quanto costa un post sponsorizzato su Instagram?
Questa è la domanda che tutti si fanno, ma la risposta è: dipende.
Fattori che influenzano il costo:
Settore: Alcuni settori sono più competitivi di altri. È così, fattene una ragione, non ci puoi fare niente.
Pubblico target: Alcune audience costano di più.
Qualità del contenuto: Post con engagement alto costano meno
Obiettivo della campagna: Awareness costa meno delle conversioni
Momento dell’anno: Periodi di alta competizione (Black Friday, Natale) costano di più
Consiglio pratico: Inizia con un budget di 10-20€ al giorno per testare. È sufficiente per raccogliere dati utili senza rischiare troppo.
Quanti follower bisogna avere per sponsorizzare su Instagram?
Ecco una delle domande più frequenti, e la risposta ti sorprenderà: non c’è un numero minimo di follower per sponsorizzare su Instagram.
Puoi iniziare a promuovere post anche con 100 follower. Anzi, spesso è proprio quello che dovresti fare per crescere più velocemente.
Se hai pochi follower:
Concentrati sull’awareness e la crescita
Usa obiettivi come “copertura” o “traffico”
Investi di più nel contenuto di qualità
Se hai molti follower:
Puoi puntare su obiettivi più avanzati come le conversioni
Usa le lookalike audiences basate sui tuoi follower
Testa strategie di retargeting
Cosa conta davvero quando fai pubblicità su Instagram
Cose da tenere sempre sott’occhio, soprattutto quando inizi a sponsorizzare per vendere servizi online.
Perché no, non è il numero dei follower che fa la differenza, ma tutto quello che succede dietro le quinte. È lì che si vede se stai costruendo una strategia solida… o solo inseguendo i numeri.
Ecco cosa osservare con attenzione prima di parlare di risultati:
Quanto è coinvolta la tua audience
Quanto è targettizzata la tua nicchia
Quanto sono allineati i tuoi contenuti con i tuoi obiettivi business
Ho visto con i miei occhi account di professionisti con 1000 follower super-engaged e super-profilati fatturare decine di migliaia di euro al mese rispetto ad account con 50.000 follower (ma tutti generici).
E te lo dico perché, dai, lo so che se anche tu sei qui è perché vuoi capire come promuovere i tuoi post di instagram per fatturare di più.
E non per avere più cuoricini sotto le tue foto al mare.
La strategia vincente da tenere a mente
Ricapitoliamo, quindi, che altrimenti rischiamo di perderci in voli pindarici.
Promuovere post Instagram funziona se:
Hai obiettivi chiari (non “ottenere più visibilità”)
Crei contenuti strategici (non promuovi a caso)
Targettizzi il pubblico giusto (non “tutti quelli interessati al coaching”)
Integri la promozione in un funnel (non ti aspetti vendite immediate)
Monitori e ottimizzi (non lanci e dimentichi)
Il framework che uso per i miei clienti
Questa è la procedura che ho seguito per i clienti a cui ho gestito la pubblicità su Instagram per servizi e consulenza:
Settimana 1-2: Test di diverse audience e creatività con budget basso
Settimana 3-4: Identificare le combinazioni che funzionano meglio
Settimana 5+: Ottimizzare per massimizzare il ROI
Se esegui questi passaggi correttamente (e la strategia alla base è buona), i primi contatti buoni arrivano già nellle prime settimane di avvio.
Errori da evitare assolutamente
Te li metto qui perchè, onestamente, c’è da farci attenzione.
Altrimenti rischi di vedere i tuoi obiettivi allontanarsi sempre più da te.
Promuovere post senza una strategia dietro
Focalizzarsi solo sui vanity metrics (like, follower)
Non tracciare le conversioni reali
Abbandonare dopo i primi test negativi
Copiare le strategie di altri senza adattarle
Stai commettendo uno di questi errori? Scopri come evitarli e costruire una strategia che funziona davvero per TE (Non preconfezionata per tutti). Prenota una consulenza strategica e analizziamo insieme la tua situazione.
La promozione Instagram è uno strumento, non una strategia
Promuovere post Instagram funziona, ma solo se lo inquadri nella giusta prospettiva.
La promozione è come un amplificatore: se la tua strategia di base è solida, l’amplificatore la rende più potente. Ma se la strategia è debole, l’amplificatore non risolverà i tuoi problemi.
Prima di investire in promozioni, assicurati di avere:
Un messaggio chiaro che parla ai tuoi clienti ideali
Un sistema per trasformare i visitatori in contatti
Una strategia di follow-up per nutrire i lead
Un’offerta che le persone vogliono comprare
Solo allora promuovere post Instagram funziona davvero.
E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di buttare altri soldi in promozioni che non portano risultati, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come far funzionare davvero il marketing per i professionisti che vendono servizi come te.
Perché la verità è questa: non hai bisogno di più follower o più like.
Sono Strategic Copywriter e Meta Ads Specialist e ogni giorno mi occupo di traformare il marketing di coach, consulenti e creator di corsi in un sistema che attrae clienti paganti. Analizzo messaggi, funnel e campagne per scoprire cosa non funziona e aiutarti a vendere i tuoi servizi senza inseguire clienti.