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Se hai mai pensato “Che tipo di contenuto devo pubblicare per avere risultati su Instagram?” — sappi che non sei solo.
La risposta secca che trovi online di solito è: “Dipende dall’algoritmo”.
La risposta reale, quella che ti serve per trasformare Instagram in una fonte di richieste, clienti e vendite, è: dipende dal tuo obiettivo, dal pubblico, dal percorso cliente e dal punto in cui si trova la tua strategia.

Oggi Instagram non è più solo la piattaforma delle foto “belle”: è una vera “cassetta degli attrezzi”, dove ogni formato — foto, video, reel, storie — ha una funzione specifica.
E chi ottiene risultati veri (anche senza essere influencer) è chi sa usarli in modo complementare, non chi si fossilizza su uno solo.

In questa guida ti spiego:

  • Quando e perché scegliere un formato rispetto all’altro
  • Come integrare tutto in un piano che funziona
  • Gli errori da evitare (che fanno tutti)
  • Esempi pratici, casi studio, consigli concreti (no teoria)

Prima domanda da porsi: qual è il tuo obiettivo?

Prima di chiederti “devo pubblicare un reel, una foto o una storia?”, la vera domanda è:
Cosa vuoi ottenere da questo contenuto?

  • Vuoi farti scoprire da nuovi potenziali clienti? (awareness)
  • Vuoi ricevere DM, richieste o prenotazioni? (conversione)
  • Vuoi fidelizzare chi già ti segue e costruire relazione? (nurturing)
  • Vuoi mostrare risultati/clienti/testimonianze? (social proof)

Ogni formato ha una funzione diversa nel percorso cliente.
La chiave del successo sta nel creare un “mix” ragionato, e non pubblicare “a caso” solo perché va di moda.

Se vuoi un esempio pratico di percorso cliente e mix di contenuti, leggi anche Funnel marketing: come trasformare sconosciuti in clienti paganti.

Foto: la base di tutto (ma non sono più quelle di una volta)

Quando funzionano ancora

Le foto restano la base visiva del tuo profilo, soprattutto per:

  • Creare branding coerente: Il feed è la tua vetrina.
  • Rafforzare l’identità: Uno stile riconoscibile, palette colori, visual storytelling.
  • Mostrare risultati concreti: Prima/dopo, screenshot testimonianze, momenti chiave del lavoro.

Ma oggi le foto statiche hanno una reach organica molto più bassa rispetto al passato, specialmente se non hanno un copy che spacca, o se non sono integrate con reel/storie/caroselli.

Quando usarle:

  • Per contenuti “portfolio” (case study, risultati clienti, mini-recensioni)
  • Per raccontare il “dietro le quinte” in modo autentico
  • Quando vuoi mostrare professionalità senza sembrare “guru da reel”

Best practice:

  • Scegli foto originali, NON stock (le persone le riconoscono subito e scrollano via)
  • Usa il copy per generare engagement (“Cosa ne pensi di questo risultato?”, “Ti è mai successo?”)
  • Inserisci call-to-action che spingano a commentare o inviare DM

Se ti interessa il tema dell’engagement, ne ho parlato qui Quali contenuti danno i migliori risultati in termini di engagement su Instagram

Reel: il re dell’algoritmo (ma non basta ballare!)

I reel sono il formato che nel 2025 “spinge” di più a livello di visibilità.
Instagram li usa per far scoprire nuovi profili (anche a chi non ti segue).
Ma non basta seguire il trend del momento per vendere.

Quando e perché funzionano

  • Portano il tuo profilo davanti a nuovi occhi: Perfetti per farti scoprire da chi non ti conosce.
  • Funzionano bene per lanciare provocazioni, miti da sfatare, mini-tutorial, hack rapidi.
  • Ideali per i primi step del funnel (awareness, interesse, lead magnet).

Esempi pratici:

  • Reel “hook” con un errore che il tuo target fa sempre (“Perché il 95% dei freelance non trova clienti con Instagram”)
  • Mini-tutorial “Come rispondere a chi ti chiede lo sconto (senza sembrare antipatico)”
  • Reel challenge (“Tagga un collega che…”, “Scrivi DM con la parola SÌ se vuoi la checklist”)

Attenzione:
I reel che vendono davvero sono quelli che generano conversazioni, DM, salvataggi e condivisioni, non solo quelli che fanno milioni di view e zero clienti (leggi Promuovere post Instagram funziona? per vedere perché la vanity metric ti frega).

Best practice:

  • Punta su brevi (7-20 secondi), con hook fortissimo nei primi 2-3 secondi
  • Sottotitoli SEMPRE (il 70% degli utenti guarda senza audio)
  • CTA finale sempre (“Scrivi DM”, “Salva il reel”, “Vuoi la guida? Link in bio”)
  • Non temere di mostrare il tuo volto: l’umano converte più della grafica

Video lunghi: quando usarli (e quando no)

Instagram IGTV non esiste più, ma i video “lunghi” (tra 1 e 3 minuti) hanno ancora senso se hai qualcosa di davvero interessante da raccontare (case study, demo, interviste, spiegazioni approfondite).

Quando sono efficaci

  • Lancio di prodotti/servizi complessi
  • Demo di strumenti, tutorial approfonditi
  • Interviste/Live con ospiti

Ma attenzione: richiedono più tempo di attenzione.
Funzionano meglio se la tua community è già calda, o se usi snippet brevi per portarli poi su YouTube/blog/email per il contenuto completo.

Best practice:

  • Sfrutta il formato “verticale” (full screen, per mobile)
  • Inserisci sottotitoli e timestamp (“Al minuto 1 ti spiego come…”)
  • Dividi in serie o “mini-pillole” se vuoi trattare argomenti complessi

Storie: la tua arma per costruire relazione (e vendere ogni giorno)

Le storie sono il formato più “umano”, immediato, e sono quello che crea familiarità e fiducia nel tempo.
Il 75% delle conversazioni che portano a clienti partono da una storia, non da un post.

Perché sono fondamentali

  • Costruiscono abitudine: Chi ti segue e guarda le storie ogni giorno ti considera parte della sua routine.
  • Fanno partire i DM: Sondaggi, quiz, box domande = pretesto perfetto per iniziare una conversazione privata.
  • Mostrano l’autenticità: Le stories possono essere più “grezze” (meno editate), ma sono proprio quelle che avvicinano davvero chi ti segue.

Come usarle per promuovere servizi:

  • Micro-lezioni “a puntate” (“Sai come evitare i clienti che ti chiedono lo sconto? Ecco il tip #1”)
  • FAQ e risposte rapide ai dubbi del pubblico
  • Sondaggi “Qual è il tuo problema più grande?”
  • “Dietro le quinte” di un progetto o di una giornata lavorativa
  • Testimonianze clienti: screen, audio, video brevi

Vuoi idee per storie che vendono? Leggi Come sponsorizzare una storia su Instagram.

Caroselli: il formato “didattico” che fidelizza

I caroselli sono il formato più “lento” ma anche quello che crea i fan veri:

  • Spieghi processi, mini-guide, errori, checklist
  • Ottieni salvataggi e condivisioni (se dai valore vero)

Quando usarli:

  • Per spiegare step-by-step (come costruire una strategia, come scrivere una bio, ecc.)
  • Per casi studio e “problema/soluzione”
  • Per contenuti che vuoi far girare più a lungo nel tempo

Best practice:

  • 5-7 slide, ciascuna con una sola idea forte
  • Visual chiari, titoli evidenti, CTA all’ultima slide (“Salva”, “Condividi”, “Scrivi DM”)
  • Sempre copy in descrizione che integra il carosello (non solo slide “mute”)

Come costruire il tuo “mix” di formati (senza impazzire)

Non serve essere “ovunque”, serve essere strategici.
Ecco un esempio di piano settimanale per freelance/coach che vogliono aumentare richieste e DM:

  • 1 reel breve per scopribilità (problema/errore tipico + CTA a commentare/DM)
  • 1 carosello per educare/fidelizzare (checklist, mini-guida, FAQ)
  • 3-4 storie al giorno (quiz, box domande, behind the scenes, promozioni soft)
  • 1 post foto (testimonial, portfolio, risultato ottenuto, dietro le quinte)
  • 1 video di 60-90 secondi (risposta a una domanda frequente, demo pratica, opinion piece)

Questo mix ti permette di:

  • Raggiungere nuovi follower (reel/video)
  • Coltivare la relazione con chi ti segue già (storie/carosello)
  • Spingere all’azione (DM, prenotazione, iscrizione lista)

Vuoi una checklist per non sbagliare mai? Scarica Adscheck 7.

Errori comuni (e come evitarli)

  1. Usare sempre e solo lo stesso formato: Instagram “premia” chi alterna, non chi fa sempre solo reel o solo foto.
  2. Copiare quello che fanno gli altri (senza sapere perché): ogni pubblico reagisce in modo diverso; testa, analizza e adatta.
  3. Pensare che “basta pubblicare”: senza CTA chiara, anche il miglior reel è inutile (nessuno saprà cosa vuoi che facciano).
  4. Non integrare organico e adv: il contenuto che performa meglio organico, provalo anche come ads.
  5. Ignorare i dati: ogni settimana, guarda insight di ogni formato e cambia in base a cosa funziona di più per te.

Per imparare a leggere i dati dei vari formati e capire cosa ripetere, ti consiglio Come leggere i dati di Instagram Ads: la guida semplice.

FAQ rapide

Quanti formati devo usare ogni settimana?

Meglio alternare almeno 3 tipi diversi (reel, carosello, storie o video), ma la costanza vale più della quantità.

Devo sempre mostrare il volto?

Non serve sempre, ma i contenuti “umani” convertono più di quelli solo grafici.

Vale la pena ripubblicare lo stesso contenuto in formati diversi?

Sì! Un reel può diventare carosello, un carosello può diventare video, una storia può diventare post.

Vuoi costruire un piano di contenuti che trasforma ogni follower in cliente (e non solo in spettatore)?
Scarica Adscheck 7 (la checklist che ti mostra subito dove stai perdendo tempo sui formati) oppure prenota una consulenza strategica: analizziamo insieme la tua comunicazione e creiamo il mix perfetto per il tuo business.

Ricorda:
Se vuoi risultati veri su Instagram, non ti basta scegliere il formato che va di moda.

Serve capire il percorso, il pubblico e il messaggio.

E quella, credimi, è tutta un’altra storia.