Ti sei mai chiesto perché alcuni professionisti hanno sempre clienti in lista d’attesa mentre altri faticano a riempire l’agenda?
La differenza non è nel talento o nei prezzi.
È nell’approccio al marketing.
La maggior parte dei coach e consulenti usa ancora il marketing “push”: insegue clienti, manda messaggi a freddo, spinge le proprie offerte sperando che qualcuno risponda.
L’inbound marketing fa l’esatto opposto: crea un sistema che attira le persone giuste verso di te, trasformandole in clienti che arrivano già pre-qualificati e motivati.
E no, non è solo “postare contenuti sui social”. È una strategia precisa che, quando fatta bene, trasforma il tuo marketing da caccia affannosa a calamita per clienti ideali.
Come strategist specializzata nel lavorare con professionisti che vendono servizi, vedo ogni giorno la differenza tra chi applica l’inbound marketing nel modo giusto e chi continua a sprecare tempo ed energie nell’outbound tradizionale, spesso commettendo gli stessi errori che spiego nel mio articolo su come gestire l’obiezione “è troppo caro”.
Perché l’outbound marketing non funziona più per i professionisti
Prima di spiegare cos’è l’inbound marketing, capiamo perché l’approccio tradizionale sta fallendo.
L’outbound marketing è quello che la maggior parte dei professionisti considera “normale”:
Esempi tipici di outbound:
Chiamate a freddo a potenziali clienti
Email di presentazione a liste acquistate
Messaggi privati non richiesti sui social
Pubblicità invadente che interrompe
Networking aggressivo agli eventi
Perché non funziona più
Sia chiaro, questo tipo di tecniche funzionava qualche anno fa.
Ma ora, che siamo nel 2025, sono diventate obsolete.
Il che significa che, se ti metti a seguire una di queste tecniche (o più di una), oltre a investirci una vagonata di tempo, con tutta probabilità ne uscirai con un livello di frustrazione ai massimi storici. Perché, credimi, difficilmente ne tirerai fuori un ragno dal buco.
Ma ecco che ti spiego il perché:
Le persone sono sovraccariche di messaggi. Ogni giorno riceviamo centinaia di stimoli commerciali. Il cervello ha sviluppato filtri automatici che ignorano tutto ciò che sembra vendita.
La fiducia si costruisce nel tempo. I servizi professionali richiedono fiducia. Nessuno affida la propria crescita personale o business a uno sconosciuto che lo ha contattato a freddo.
I costi sono sempre più alti. Le piattaforme pubblicitarie sono sature. I costi per acquisire attenzione sono aumentati del 300% negli ultimi 5 anni.
I risultati sono imprevedibili. L’outbound dipende dal volume. Se smetti di spingere, smetti di ottenere risultati.
Ma esiste un’alternativa che ribalta completamente questa logica.
Che cos’è l’inbound marketing?
L’inbound marketing è una metodologia che attira clienti creando contenuti di valore e esperienze personalizzate per loro.
La filosofia di base: Invece di interrompere le persone con messaggi che non vogliono sentire, crei contenuti che cercano attivamente quando hanno un problema da risolvere.
La differenza fondamentale:
Outbound: Tu vai dalle persone
Inbound: Le persone vengono da te
Outbound: Interrompi per vendere
Inbound: Aiuti per costruire fiducia
Outbound: Parli di te e dei tuoi servizi
Inbound: Parli dei loro problemi e delle soluzioni
Come funziona nella pratica
Immagina questo scenario:
Outbound tradizionale: Vedi un post LinkedIn di un imprenditore che si lamenta dello stress. Gli scrivi: “Ciao, sono coach specializzato in gestione dello stress. Posso aiutarti?”
Inbound marketing: Crei un articolo “Come ridurre lo stress lavorativo in 7 giorni” che compare quando quella persona cerca soluzioni su Google. Legge, si iscrive alla tua newsletter per ricevere la guida gratuita, e dopo settimane di contenuti utili, ti contatta perché si fida di te.
Risultato: Nel primo caso sembri un venditore. Nel secondo, sembri la soluzione che stava cercando.
I vantaggi dell’inbound marketing per professionisti
E questo cosa ci porta nella pratica? (Che, poi, è quella che ci interessa davvero!)
Clienti pre-qualificati: Chi arriva da te ha già identificato il problema e sta cercando una soluzione. Non devi convincerlo che ha bisogno di aiuto.
Maggiore autorevolezza: Essere trovati online per la propria expertise costruisce credibilità molto più di presentarsi non richiesti.
Costi più bassi nel lungo termine: Un articolo di blog o un video possono portare clienti per anni, senza costi aggiuntivi.
Relazioni più solide: I clienti che arrivano tramite inbound marketing hanno già costruito fiducia attraverso i tuoi contenuti.
Vuoi smettere di inseguire clienti e iniziare a costruire un sistema che li attira naturalmente? Prenota una consulenza strategica e analizziamo come implementare l’inbound marketing nel tuo settore specifico.
Cosa sono le attività di inbound marketing?
L’inbound marketing non è una singola attività, ma un insieme coordinato di azioni che lavorano insieme per attrarre, coinvolgere e convertire i contatti che ti arrivano in clienti paganti.
Le attività principali
Content Marketing – La base di tutto Creazione di contenuti che risolvono problemi reali del tuo cliente ideale. Blog, video, podcast, guide, ebook. Ogni contenuto deve offrire valore genuino, non essere una velata promozione.
SEO (Search Engine Optimization) Ottimizzazione dei contenuti per essere trovati quando le persone cercano soluzioni ai loro problemi. Come strategist specializzata in copywriting SEO-friendly, vedo quanto sia importante bilanciare valore per l’utente e ottimizzazione per i motori di ricerca.
Social Media Marketing Non posting casuale, ma contenuti strategici che dirigono traffico verso il tuo ecosistema digitale. I social sono l’ingresso, non il luogo di vendita finale. Questo approccio è particolarmente importante con le recenti modifiche di Instagram, come spiego nel mio articolo sulle storie Instagram in anonimo.
Email Marketing Nutrire le relazioni con contenuti personalizzati che accompagnano il prospect nel suo percorso di consapevolezza. È qui che si costruisce la vera fiducia.
Lead Generation Offrire risorse di valore in cambio di contatti qualificati. Guide, webinar, audit gratuiti che attraggono persone genuinamente interessate. Se il tuo lead magnet non sta convertendo come dovrebbe, ti consiglio di leggere il mio articolo su perché il tuo lead magnet fa schifo.
Marketing Automation Sistemi che nurturano i lead automaticamente, fornendo il contenuto giusto al momento giusto del customer journey.
La differenza tra attività e strategia (con esempi)
Il problema della maggior parte dei professionisti, però, non è quella di non fare queste attività.
Ma è quella di farle completamente a caso.
Esempio sbagliato:
Lunedì: Post motivazionale su LinkedIn
Martedì: Articolo di blog su argomento casuale
Mercoledì: Email newsletter generica
Giovedì: Video su Instagram
Venerdì: Niente perché “non ho idee”
Esempio strategico:
Tema del mese: “Come superare la procrastinazione”
Lunedì: Articolo blog “5 cause nascoste della procrastinazione”
Martedì: Post LinkedIn che anticipa l’articolo con una statistica sorprendente
Mercoledì: Email che approfondisce una delle 5 cause
Giovedì: Video Instagram con un tip pratico dall’articolo
Risultato: Ogni pezzo rinforza gli altri, creando un messaggio coerente che posiziona come esperto e guida verso un’offerta specifica.
Quali sono le fasi dell’inbound marketing?
L’inbound marketing segue un percorso preciso che accompagna il contatto dalla completa inconsapevolezza fino alla vendita (e oltre).
Fase 1: ATTRACT (Attirare)
Obiettivo: Far scoprire la tua esistenza a persone che hanno il problema che risolvi, ma che non ti conoscono ancora.
Come si manifesta: Il tuo cliente ideale sta navigando online, fa ricerche su Google, scorre i social. In questa fase non sta ancora cercando un professionista specifico, ma informazioni per capire meglio la sua situazione.
Strumenti principali:
Contenuti SEO-ottimizzati: Articoli che rispondono alle domande che il tuo target fa a Google
Social media content: Post che catturano l’attenzione nel feed (e qui la scelta tra contenuti organici o sponsorizzati diventa cruciale)
Advertising strategico: Come ads strategist, creo campagne che intercettano le persone nel momento giusto del loro percorso, seguendo i principi che spiego nella mia guida su come promuovere post Instagram
Guest posting: Contenuti su piattaforme dove si trova il tuo pubblico
Esempio pratico: Una business coach crea l’articolo “Perché la tua azienda non cresce: 7 errori che tutti commettono”. Quando un imprenditore cerca “azienda non cresce motivi” su Google, trova questo contenuto, lo legge, e scopre che esiste qualcuno che capisce i suoi problemi.
Fase 2: CONVERT (Convertire)
Obiettivo: Trasformare i visitatori anonimi in contatti identificati offrendo valore in cambio dei loro dati.
Come si manifesta: La persona ha letto i tuoi contenuti, ha trovato valore, e ora è disposta a lasciare la sua email per ricevere qualcosa di ancora più utile.
Strumenti principali:
Lead magnets: Guide, checklist, template che risolvono un problema specifico
Pop-up strategici: Non invadenti, ma contestuali al contenuto
Webinar gratuiti: Sessioni live che dimostrano competenza
Esempio pratico: Alla fine dell’articolo sui 7 errori, la business coach offre una “Checklist per diagnosticare i problemi di crescita della tua azienda”. Chi è davvero interessato lascia l’email per riceverla.
Fase 3: CLOSE (Chiudere)
Obiettivo: Trasformare i lead qualificati in clienti paganti attraverso un processo di nurturing e vendita.
Come si manifesta: Il lead ha dimostrato interesse, ha consumato i tuoi contenuti, e ora è pronto per una conversazione più approfondita sui tuoi servizi.
Strumenti principali:
Email sequences: Serie di email che educano e costruiscono fiducia
Consulenze strategiche gratuite: Call one-to-one per qualificare e presentare servizi
Case studies: Storie di successo che dimostrano risultati concreti
Retargeting ads: Campagne mirate a chi ha già interagito con i tuoi contenuti
Esempio pratico: Chi ha scaricato la checklist riceve una serie di 5 email che approfondiscono ogni errore con soluzioni pratiche. La quinta email invita a prenotare una “Sessione strategia crescita” gratuita di 30 minuti.
Fase 4: DELIGHT (Deliziare)
Obiettivo: Trasformare i clienti in promotori che portano nuovi clienti attraverso referenze e testimonianze.
Come si manifesta: I clienti sono così soddisfatti dell’esperienza che diventano ambassador del tuo brand, condividendo spontaneamente la loro esperienza positiva.
Strumenti principali:
Onboarding eccellente: Prima impressione che supera le aspettative
Contenuti esclusivi: Risorse aggiuntive per chi è già cliente
Follow-up sistematico: Check-in regolari per assicurarsi che tutto proceda bene
Programmi referral: Incentivi strutturati per portare nuovi clienti
Esempio pratico: Dopo 90 giorni di coaching, la coach invia un report personalizzato con tutti i progressi ottenuti dal cliente, lo invita a condividere la sua esperienza, e offre uno sconto per ogni nuovo cliente che porta.
Il ciclo si auto-alimenta
La fase Delight riporta alla fase Attract perché:
Le testimonianze diventano contenuti per attrarre nuovi prospect
I referral portano lead già pre-qualificati
I case studies dimostrano risultati concreti
Il passaparola amplifica organicamente la tua reach
Stai gestendo queste fasi in modo casuale o hai un sistema strutturato? [Parliamone in una consulenza] e ti mostro come creare un funnel inbound che trasforma sconosciuti in clienti fedeli.
Perché l’ inbound marketing NON funziona?
Arriviamo al punto cruciale della situazione.
L’inbound marketing non è una moda passeggera o una tattica del momento.
È l’evoluzione naturale del marketing in un mondo dove le persone hanno preso il controllo di quando e come vogliono essere raggiunte.
Perché molti falliscono con l’inbound
Se hai già provato le tecniche di inbound marketing che ti ho scritto qui sopra ma ti è sembrato che non sia cambiato assolutamente nulla, ecco il motivo per cui, con tutta probabilità, è successo.
Aspettative sbagliate sui tempi: L’inbound marketing è un investimento a medio-lungo termine. Chi cerca risultati immediati è destinato alla delusione.
Mancanza di coerenza: Pubblicare contenuti sporadicamente è come andare in palestra una volta al mese. Non succede niente.
Focus sui vanity metrics: Likes, share e visualizzazioni non pagano le bollette. L’inbound si misura su lead qualificati e clienti acquisiti.
Contenuti autoreferenziali: “Guarda quanto sono bravo” invece di “Ecco come risolvo il tuo problema”.
La metodologia che uso per i professionisti
Se leggendo gli errori hai avuto la certezza di non aver fatto tutto correttamente, ecco come strutturo la strategia di inbound marketing per i professionisti che vendono servizi con cui lavoro:
Mese 1: Audit completo e definizione strategia
Mese 2-3: Creazione del contenuto pilastro e sistema di lead generation
Mese 4-6: Ottimizzazione e scale basata sui dati
Mese 7+: Automazione e sistematizzazione per crescita sostenibile
I risultati che puoi aspettarti
Primi 3 mesi: Aumento del traffico qualificato e primi lead
Mesi 4-6: Flusso costante di consultation call e primi clienti inbound
Mesi 7-12: Sistema che lavora autonomamente portando clienti qualificati
Ma attenzione: Questi risultati arrivano solo con strategia, coerenza e ottimizzazione continua. Non con la speranza o improvvisazione.
Stai ancora inseguendo clienti con approcci invasivi? Prenota una consulenza con una Strategist professionista e ti mostro come costruire un sistema di inbound marketing che trasforma il tuo expertise in una calamita per clienti ideali.
La differenza tra fare inbound marketing e avere una strategia inbound
L’inbound marketing per professionisti non è postare contenuti sui social sperando che qualcuno si interessi.
È costruire un sistema strategico che:
Attira le persone giuste al momento giusto
Converte visitatori in contatti qualificati
Nutre le relazioni fino alla vendita
Delizia i clienti trasformandoli in promotori
La differenza tra successo e fallimento sta nella strategia che coordina messaggio, mercato e media in un sistema coerente.
Prima di investire altro tempo in contenuti casuali, assicurati di avere:
Una strategia di contenuti coordinata su più canali
Sistemi per catturare e nutrire i lead generati (se il tuo lead magnet non funziona, ecco come sistemarlo)
Metriche che misurano risultati business, non vanity metrics
Solo allora l’inbound marketing diventa quello che dovrebbe essere: un sistema affidabile di acquisizione clienti che lavora per te 24/7.
E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di continuare a creare contenuti senza strategia, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come trasformare l’inbound marketing in una macchina di acquisizione clienti per i professionisti che vendono servizi come te.
Perché la verità è questa: non hai bisogno di più contenuti.
Hai bisogno di una strategia che trasforma i contenuti in clienti.
Le storie Instagram in anonimo stanno cambiando tutto.
E probabilmente stai ancora ragionando con le logiche di prima.
Ti spiego meglio: prima potevi vedere esattamente chi guardava le tue storie, analizzare i profili, capire se la tua strategia stava funzionando. Ora? Buona parte delle visualizzazioni sono anonime.
La prima reazione di molti professionisti è stata: “Come faccio a capire se quello che sto facendo funziona?”
Ed è proprio qui che la maggior parte sbaglia approccio.
Perché la domanda giusta non è “come faccio a sapere chi mi guarda”, ma “come costruisco una strategia che funziona anche se non so chi mi sta guardando”.
E la risposta è più semplice di quello che pensi.
Devi smettere di inseguire i singoli profili e iniziare a costruire una community che viene da te.
Perché le storie Instagram in anonimo non sono un problema (ma un’opportunità)
Prima di entrare nel dettaglio di come adattare la strategia, capiamo perché questo cambiamento può essere un vantaggio per chi lo sa sfruttare.
Il problema principale di molti professionisti che vendono servizi, proprio come te, era che si fissavano sui nomi nelle visualizzazioni delle storie invece di concentrarsi sui risultati concreti.
Cosa facevano prima:
Analizzavano ossessivamente chi guardava le storie
Mandavano messaggi a chi aveva visualizzato ma non interagito
Si concentravano sui singoli profili invece che sui numeri totali
Perdevano tempo in attività che non portavano clienti
Il risultato? Tanto tempo sprecato per pochi contatti, spesso poco qualificati.
Cosa cambia ora:
Sei costretto a focus sui risultati, non sui curiosi
Devi creare contenuti più coinvolgenti per ottenere interazioni
Ti concentri sulla qualità della strategia, non sulla quantità di views
Misuri il successo sui contatti reali, non sulle visualizzazioni
La verità: Le storie Instagram in anonimo ti obbligano a fare marketing nel modo giusto.
E questo, se hai la strategia corretta, può moltiplicare i tuoi risultati invece di ridurli.
Come visualizzare storie Instagram senza visualizzare
Prima di parlare di strategia, affrontiamo l’elefante nella stanza: molti si chiedono come vedere le storie senza essere visti.
La verità è che esistono metodi, ma non sono quello su cui dovresti concentrarti se vuoi vendere di più.
I metodi principali
Account secondari o fake: Creazione di profili alternativi per visualizzare contenuti in modo anonimo. Tuttavia, questo approccio richiede tempo e gestione multipla.
App di terze parti: Esistono applicazioni che promettono visualizzazioni anonime, ma spesso violano i termini di servizio di Instagram e possono compromettere la sicurezza dell’account.
Visualizzazione parziale: Tecnica che consiste nel guardare parzialmente la storia dal feed senza aprirla completamente, ma è limitata e non sempre funziona.
Ma ecco il punto:
Se sei un professionista che vuole usare Instagram per vendere i propri servizi, il tuo obiettivo non dovrebbe essere spiare i competitor o guardare contenuti di nascosto.
Il tuo obiettivo dovrebbe essere creare contenuti così coinvolgenti che le persone vogliano interagire con te, a prescindere da chi le sta guardando.
È qui che entra in gioco la vera strategia.
Come faccio a farmi notare su Instagram?
Questa è la domanda giusta. E la risposta è cambiata completamente con l’arrivo delle visualizzazioni anonime.
Prima potevi “investire” tempo a studiare chi ti guardava e cercare di convertire i curiosi. Ora devi concentrarti esclusivamente su chi è davvero interessato.
La nuova strategia per farsi notare:
1. Crea contenuti che generano azione immediata Non basta più essere interessanti. Devi essere actionable. Ogni storia deve spingere chi la guarda a fare qualcosa: commentare, mandare un messaggio, salvare il post, cliccare un link.
2. Usa le storie come teaser per contenuti più approfonditi Le storie diventano il “trailer” che spinge le persone verso contenuti più completi: post del feed, video, articoli del blog, newsletter. È lo stesso principio che uso quando spiego come costruire un sistema di acquisizione clienti sostenibile.
3. Implementa call to action specifiche e misurabili Invece di sperare che qualcuno ti contatti dopo aver visto la storia, guidalo verso azioni precise: “Commenta GUIDA per ricevere il PDF”, “Vai sul mio ultimo post e lascia un ❤️”, “Link in bio per prenotare”.
4. Crea urgenza e esclusività Le storie durano 24 ore. Sfrutta questa caratteristica per creare contenuti che perdono valore se non vengono consumati subito: offerte limitate, consigli esclusivi, Q&A in tempo reale.
Vuoi smettere di perdere tempo a spiare chi guarda le tue storie e iniziare a costruire un sistema che attira clienti qualificati? Prenota una consulenza strategica e ti mostro come trasformare Instagram in una macchina di acquisizione clienti.
Perché creare una community su Instagram
Ecco dove la maggior parte dei professionisti sbaglia completamente strategia.
Pensano che Instagram sia una piattaforma di vendita diretta. Non lo è. Instagram è una piattaforma di costruzione relazioni.
E con le storie anonime, questa distinzione diventa ancora più importante.
Cosa significa costruire una community:
Non è avere tanti follower
Puoi avere 100.000 follower e zero community. La community non è un numero, è un gruppo di persone che si fidano di te e interagiscono regolarmente con i tuoi contenuti.
Non è vendere continuamente
Se ogni tuo contenuto è una vendita, non stai costruendo una community. Stai facendo spam a un pubblico che presto ti ignorerà.
È creare valore costante
La community si forma quando le persone sanno che seguendoti otterranno sempre qualcosa di utile, interessante o ispirante.
I vantaggi di una community vera
Vendite più facili: Quando le persone si fidano di te, non devi convincerle. Si convincono da sole.
Passaparola naturale: Una community attiva condivide i tuoi contenuti e ti porta nuovi follower qualificati.
Feedback immediato: Puoi testare idee, servizi e contenuti direttamente con il tuo pubblico.
Stabilità nel tempo: I clienti arrivano costantemente, non solo quando fai promozioni aggressive.
La differenza tra audience e community
Audience: Ti segue passivamente
Community: Interagisce attivamente
Audience: Consuma i tuoi contenuti
Community: Partecipa e contribuisce
Audience: Ti conosce
Community: Si fida di te
E questa fiducia si costruisce nel tempo, con coerenza e valore.
Non con trucchetti per vedere chi guarda le tue storie.
Come si crea una community su Instagram?
Costruire una community non è questione di fortuna o di contenuti virali. È un processo strategico che richiede metodo e costanza.
Step 1: Definisci la tua mission
Una community si forma attorno a un’idea, un valore, una missione comune. Prima di pensare ai contenuti, devi essere chiaro su cosa rappresenti e perché le persone dovrebbero seguirti.
Domande da farti:
Quale trasformazione offri alle persone?
Qual è il nemico comune che combatti insieme ai tuoi follower?
Quali valori condividi con la tua audience?
Cosa rende unica la tua prospettiva?
Questo processo è strettamente collegato alla definizione del tuo cliente ideale, perché solo sapendo a chi parli puoi costruire messaggi che risuonano.
Step 2: Crea contenuti che invitano alla partecipazione
I contenuti che costruiscono community sono diversi da quelli che generano solo visualizzazioni. Devono invitare alla conversazione e all’interazione.
Formato che funzionano:
Domande dirette che richiedono una risposta nei commenti
Sondaggi e quiz interattivi nelle storie
Sfide e challenge che coinvolgono i follower
Q&A regolari dove rispondi alle domande della community
User-generated content che mette in evidenza i follower
Step 3: Rispondi sempre e crea conversazioni
Questo è il punto dove la maggior parte fallisce. Postano contenuti che invitano all’interazione e poi ignorano chi commenta.
Regole d’oro:
Rispondi a ogni commento entro 24 ore
Fai domande di follow-up per allungare la conversazione
Menziona i commenti più interessanti nelle storie
Crea contenuti basati sulle domande che ricevi
Ringrazia pubblicamente chi partecipa attivamente
Step 4: Porta le conversazioni private
Instagram è fantastico per iniziare relazioni, ma le conversazioni più profonde avvengono spesso in privato.
Strategie efficaci:
Invita a scriverti in DM per approfondimenti
Offri consulenze brevi gratuite a chi si dimostra interessato
Crea gruppi Telegram o WhatsApp per discussioni più approfondite
Organizza live Q&A per chi ha domande specifiche
Quindi no, se pensi di costruire una community in 7 giorni, sei proprio fuori strada.
Come creare funnel di vendita su Instagram
Ora entriamo nel tecnico.
Perché avere una community è fantastico, ma se non la trasformi in clienti, rimane solo un hobby costoso.
Un funnel di vendita su Instagram non è diverso da un funnel tradizionale: attiri l’attenzione, crei interesse, generi desiderio e porti all’azione.
La struttura del funnel Instagram:
Top of funnel (TOFU) – Awareness: Le storie e i post che attirano nuove persone. Contenuti educational, ispiranti, che risolvono problemi comuni.
Middle of funnel (MOFU) – Considerazione: Contenuti che approfondiscono, case study, testimoniali, behind the scenes che costruiscono fiducia.
Bottom of funnel (BOFU) – Conversione: Call to action dirette, offerte, inviti a prenotare consulenze, link a landing page.
Cosa serve per creare un funnel su Instagram
1. Bio ottimizzata. La tua bio deve dire chiaramente cosa fai, per chi lo fai e cosa devono fare per iniziare a lavorare con te.
2. Highlights strategiche. Organizza le tue highlights come sezioni di un sito web: Chi sono, Servizi, Testimonianze, FAQ, Contatti.
3. Link in bio intelligente. Usa strumenti come Linktree per portare le persone verso contenuti specifici: lead magnet, landing page, calendario prenotazioni.
4. Content strategy coordinata. Ogni contenuto deve avere un obiettivo nel funnel. Non postare a caso, ma segui una strategia che guida le persone verso la conversione.
Esempio pratico di funnel di vendita su Instagram
Settimana 1: Contenuti educational (TOFU)
Settimana 2: Case study e risultati (MOFU)
Settimana 3: Behind the scenes e valori (MOFU)
Settimana 4: Call to action e offerte (BOFU)
Questo ciclo si ripete continuamente, creando un flusso costante di nuovi prospect che entrano nel funnel e clienti che escono dall’altra parte.
Ma attenzione: il funnel Instagram è solo l’inizio. Il vero lavoro inizia quando porti le persone fuori dalla piattaforma.
Come vendere su Instagram
Arriviamo al dunque. Come trasformi follower in clienti paganti?
La risposta potrebbe sorprenderti.
Non vendendo su Instagram.
Instagram è perfetto per attrarre e qualificare prospect, ma le vendite vere avvengono altrove.
Perché non vendere direttamente su Instagram
Limitazioni della piattaforma: Instagram non è fatto per vendite complesse. I DM sono limitati, non puoi allegare documenti, non hai CRM integrato.
Distrazione continua: Su Instagram le persone sono in modalità “scroll”. Non sono concentrate abbastanza per prendere decisioni importanti.
Algoritmo imprevedibile: Se affidi tutto a Instagram, sei in balia dell’algoritmo. Cambiano le regole e perdi tutto.
Concorrenza costante: Su Instagram sei sempre a un tap di distanza dalla concorrenza. Portali nel tuo territorio.
La strategia giusta per vendere
Ora starai pensando “Ok, tutto bello! E, quindi, che si fa?”
Qualifica su Instagram Usa Instagram per capire chi è davvero interessato. Chi commenta, chi fa domande, chi interagisce costantemente.
Sposta la conversazione Porta le persone qualificate su email, Zoom, telefono. Dove puoi avere conversazioni approfondite senza distrazioni.
Nutri la relazione fuori da Instagram Usa newsletter, video YouTube, articoli del blog per approfondire la relazione e costruire autorevolezza. Esattamente come faccio io con gli articoli di questo blog.
Vendi con metodo Usa email sequence, webinar, consulenze telefoniche per presentare la tua offerta nel modo giusto.
Il processo completo
Instagram → Email/Contatto → Nurturing → Vendita
Non: Instagram → Vendita diretta (che non funziona)
Esempio pratico
Storia Instagram: “Hai mai avuto questo problema con i tuoi clienti?”
Call to action: “Scrivimi PROBLEMA nei DM”
Risposta automatica: “Ti mando un video che spiega la soluzione”
Video via email: Contenuto di valore + invito a prenotare consulenza
Consulenza: Vendita del servizio
Questo processo trasforma Instagram da “piattaforma di vanità” a “macchina di acquisizione clienti”.
Stai ancora cercando di vendere direttamente nei DM di Instagram? Parliamone in una consulenza e ti mostro come costruire un sistema che porta i clienti da Instagram alla vendita in modo naturale e profittevole.
La strategia definitiva per le storie Instagram in anonimo
Ora mettiamo insieme tutti i pezzi.
Ecco come costruire una strategia che funziona anche quando non sai chi ti sta guardando.
Come costruire una strategia su Instagram che funziona
1. Accetta la nuova realtà Smetti di cercare trucchi per vedere chi guarda le tue storie. Concentrati su chi interagisce.
2. Crea contenuti che generano azione Ogni storia deve avere un obiettivo: far commentare, far scrivere in DM, far cliccare un link.
3. Costruisci il tuo ecosistema digitale Instagram è solo l’ingresso. Crea newsletter, blog, YouTube, TikTok. Diversifica le piattaforme.
4. Porta le persone nel tuo mondo L’obiettivo di Instagram è portare le persone fuori da Instagram. Nel tuo sito, nella tua mailing list, nelle tue consulenze.
5. Misura quello che conta Non le visualizzazioni delle storie, ma i contatti qualificati, le email raccolte, le consulenze prenotate.
La sequenza tipo per le storie
Storia 1: Hook + problema (genera curiosità)
Storia 2: Agitazione del problema (crea urgenza)
Storia 3: Accenno alla soluzione (genera interesse)
Storia 4: Call to action verso contenuto approfondito (porta fuori da Instagram)
Obiettivo: Non vendere nella storia, ma portare verso il tuo ecosistema dove puoi nutrire la relazione.
Errori da evitare assolutamente
Continuare a ragionare come prima: Le storie anonime hanno cambiato le regole. Chi non si adatta perde.
Focalizzarsi sui numeri sbagliati: Views e reach non pagano le bollette. I clienti sì.
Vendere troppo presto: Instagram serve per costruire fiducia, non per vendere direttamente.
Non diversificare: Se tutto il tuo business dipende da Instagram, sei in pericolo.
Non misurare i risultati reali: Traccia contatti, consulenze, vendite. Non like e visualizzazioni.
Il nuovo Instagram è migliore di quello vecchio (se sai come usarlo)
Le storie Instagram in anonimo non sono un problema da risolvere. Sono un’evoluzione da abbracciare.
Perché ti obbligano a fare quello che avresti dovuto fare da sempre: concentrarti sulla qualità, non sulla quantità. Sui risultati, non sui numeri di vanità.
I professionisti che capiscono questo cambieranno marcia. Gli altri continueranno a lamentarsi di un social che “non funziona più come prima”.
La verità è che Instagram funziona ancora benissimo. Ma funziona solo per chi ha una strategia che va oltre Instagram.
Prima di investire altro tempo nelle storie, assicurati di avere:
Un sistema per portare le persone fuori da Instagram
Contenuti di valore su altre piattaforme per nutrire la relazione
Un processo di vendita che non dipende dai DM di Instagram
Solo allora le storie Instagram diventano quello che dovrebbero essere: il primo passo di un sistema di acquisizione clienti che funziona.
E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di continuare a cercare trucchi per spiare le visualizzazioni anonime, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come trasformare Instagram in una macchina di acquisizione clienti per i professionisti che vendono servizi come te.
Perché la verità è questa: non hai bisogno di sapere chi guarda le tue storie.
Venerdì pomeriggio, ore 15:00. Lancio una campagna per un centro estetico. Abbiamo testato sia post che reels con messaggi diversi ma strategia integrata.
Risultato dopo 5 giorni: 11 contatti.
4 hanno prenotato subito la sessione di prova
3 erano interessati a servizi più costosi di quello promosso
1 fuori zona (ma comunque interessato)
2 non hanno risposto (mannaggia! ma ehi, dobbiamo pure dire le cose quando non vanno bene!)
Il segreto? Non abbiamo puntato tutto su un formato. Abbiamo testato entrambi, applicando quella strategia integrata che funziona sempre meglio dell’approccio “tutto o niente”.
Perché tutti sbagliano quando scelgono tra post e reels
Prima di entrare nel dettaglio di cosa funziona meglio, parliamo di perché la maggior parte dei professionisti ottiene risultati deludenti.
Il problema principale? Pensare che esista UN formato magico che risolve tutto.
La verità è che non esiste il formato perfetto. Esistono formati che funzionano meglio per obiettivi specifici, in momenti specifici, per audience specifiche. E questo è strettamente collegato a come definisci il tuo identikit del cliente ideale.
Ecco gli errori più comuni:
La maggior parte dei professionisti prende decisioni sui formati pubblicitari basandosi su convinzioni sbagliate o consigli generici. Questi errori costano tempo, budget e soprattutto opportunità di business. Riconoscerli è il primo passo per evitarli, esattamente come abbiamo visto quando parliamo di come definire correttamente il cliente ideale.
Scegliere il formato basandosi su mode del momento
Copiare quello che fanno i competitor senza testare
Puntare tutto su un solo formato invece di diversificare
Non considerare che pubblici diversi preferiscono formati diversi (e questo si ricollega direttamente alla definizione delle buyer personas)
Focalizzarsi sul formato invece che sul messaggio
Ma quando inizi a testare con metodo, i risultati cambiano completamente.
Qual è il migliore tra reel e post da sponsorizzare?
Ora entriamo nel pratico.
La risposta è: dipende dai tuoi obiettivi e dal tuo pubblico.
I post sponsorizzati eccellono quando devi costruire credibilità e fiducia. Sono ideali per contenuti che richiedono approfondimento e riflessione, dove il pubblico ha bisogno di tempo per elaborare il messaggio.
Messaggi educativi complessi
Testimonianze dettagliate
Spiegazioni approfondite
Contenuti che richiedono riflessione
Per lead generation:
Quando l’obiettivo è raccogliere contatti qualificati per servizi ad alto valore, i post permettono di presentare informazioni dettagliate e costruire la fiducia necessaria per convincere qualcuno a lasciare i propri dati. Questo processo funziona meglio quando hai chiaro il tuo identikit del cliente ideale e sai esattamente a chi stai parlando.
Pubblici più maturi (35+ anni)
Servizi ad alto valore
Decisioni ponderate
B2B e consulenze
Vantaggi dei post sponsorizzati:
I post offrono maggiore controllo sulla comunicazione e spesso performance più stabili nel tempo. Sono particolarmente efficaci quando devi spiegare concetti complessi o costruire autorevolezza.
Più spazio per il testo
Migliore per spiegazioni dettagliate
Costi spesso più bassi
Audience più profilata
Quando i REELS funzionano meglio
Per engagement e viralità:
I reels sfruttano la natura immediata e visiva del contenuto per catturare l’attenzione rapidamente. Sono perfetti quando vuoi mostrare trasformazioni, dimostrazioni pratiche o creare un collegamento emotivo istantaneo.
Contenuti emozionali
Dimostrazioni pratiche
Behind the scenes
Trasformazioni visibili
Per conversioni rapide:
Quando il tuo servizio o prodotto può essere compreso e desiderato velocemente, i reels eccellono nel creare quel senso di urgenza e desiderio che porta all’azione immediata.
Pubblici più giovani (18-35 anni)
Prodotti/servizi immediati
Decisioni impulsive
E-commerce e servizi beauty
Vantaggi dei reels sponsorizzati:
I reels beneficiano del supporto algoritmo di Instagram per i contenuti video e della maggiore propensione degli utenti a interagire con contenuti dinamici e visualmente accattivanti.
Maggiore copertura organica
Più coinvolgimento
Ideali per dimostrazioni
Formato nativo del feed
Il caso del centro estetico: secondo te è stato meglio promuovere post o reel?
Nel caso che ti ho raccontato all’inizio, non abbiamo scelto.
Abbiamo testato.
La strategia:
Invece di scegliere un formato e sperare che funzioni, abbiamo creato una strategia integrata che sfruttasse i punti di forza di entrambi per raggiungere lo stesso obiettivo con approcci complementari.
Reel: Trasformazione prima/dopo di un trattamento
Post: Spiegazione dettagliata dei benefici del trattamento
Messaggio coerente: Stessa offerta, approcci diversi
Target diversificato: Audience leggermente diverse per formato
Risultati per formato:
Analizzando le performance separatamente, abbiamo scoperto che ogni formato ha attirato tipologie diverse di clienti, confermando che la diversificazione era la scelta giusta.
Reel: Più reach, pubblico più giovane, decisioni più rapide
Post: Conversazioni più approfondite, clienti più qualificati
Il bello? Alcuni contatti arrivavano dai reels, altri dai post. Se avessimo scelto solo un formato, avremmo perso metà delle opportunità. Questo conferma ancora una volta l’importanza di non fossilizzarsi su un approccio unico, come spiego anche nel mio articolo sull’importanza di definire correttamente il cliente ideale.
Stai puntando tutto su un solo formato e perdendo clienti potenziali? [Prenota una consulenza strategica] e ti mostro come creare campagne multi-formato che massimizzano i risultati.
Come sponsorizzare al meglio un reel su Instagram
I reels hanno regole diverse dai post. Di conseguenza, se li tratti allo stesso modo, il risultato sarà un disastro.
Le regole d’oro per reels sponsorizzati efficaci
I reels seguono logiche completamente diverse dai post statici. La velocità di fruizione, l’attenzione ridotta e la natura immersiva del formato richiedono un approccio specifico per massimizzare l’efficacia pubblicitaria.
1. Hook nei primi 3 secondi Non hai tempo per introduzioni. Devi catturare l’attenzione immediatamente.
Esempio che non funziona: “Ciao a tutti, oggi vi parlo di…”
Esempio efficace: “Ho perso 5 kg in 30 giorni senza dieta”
2. Ritmo veloce Cambi di scena ogni 2-3 secondi. L’attenzione su Instagram dura pochissimo.
3. Audio strategico Usa trend audio popolari o voce originale chiara. L’audio fa il 50% del successo.
4. Call to action integrata Non aspettare la fine del video per dire cosa fare. Integrala nel contenuto.
5. Sottotitoli sempre Il 70% delle persone guarda i video senza audio.
La struttura che funziona
Questa struttura è il risultato di centinaia di test su reels sponsorizzati. Ogni fase ha un obiettivo specifico e una durata ottimale per mantenere l’attenzione e guidare verso l’azione.
0-3 secondi: Hook irresistibile
3-10 secondi: Problema/risultato
10-20 secondi: Soluzione/dimostrazione
20-30 secondi: Call to action + benefit
Quando conviene sponsorizzare su Instagram
Timing is everything.
Soprattutto con i budget pubblicitari.
I momenti migliori per lanciare campagne:
Il timing delle campagne non è casuale.
Ogni settore ha i suoi picchi di attenzione e disponibilità di budget.
Scegliere il momento giusto può triplicare l’efficacia della stessa identica campagna.
Quelli che ti ho messo di seguito sono delle indicazioni di massima.
La programmazione settimanale delle campagne segue i ritmi comportamentali del tuo pubblico. Intercettare i momenti di maggiore attenzione e disponibilità mentale fa la differenza tra una campagna che converte e una che viene ignorata.
Questo timing, ovviamente, deve essere allineato con le caratteristiche del tuo cliente ideale.
Giorni migliori per lanciare:
Martedì-Giovedì: Audience più attenta e disponibile
Venerdì pomeriggio: Funziona per servizi leisure (come nel nostro caso studio)
Giorni da evitare:
Questi momenti sono caratterizzati da bassa attenzione, stress elevato o focus su altre priorità. Lanciare campagne in questi slot significa sprecare budget su un pubblico distratto.
Lunedì mattina: Troppo stress lavorativo
Domenica sera: Preparazione settimana lavorativa
Quali sono i giorni migliori per sponsorizzare su Instagram
La programmazione delle campagne può fare la differenza tra successo e spreco di budget.
Per pubblici B2C (consumatori finali)
I consumatori hanno ritmi diversi dai professionisti. La loro attenzione segue i momenti di pausa, relax e disponibilità emotiva piuttosto che gli orari lavorativi strutturati.
Migliori performance:
Martedì 14:00-17:00: Pausa pomeriggio, alta attenzione
Mercoledì 11:00-13:00: Pre-pranzo, momento di pausa
Giovedì 15:00-18:00: Fine settimana lavorativa in vista
Venerdì 13:00-16:00: Mood più rilassato (come nel nostro caso studio)
Da evitare:
Questi slot coincidono con momenti di stress, transizione o scarsa disponibilità mentale per i consumatori. L’attenzione è focalizzata su altre priorità e la predisposizione all’acquisto è minima.
I professionisti si disconnettono dal lavoro nei weekend e nei periodi di pausa. Raggiungere qualcuno con un’offerta business quando è in modalità relax è controproducente.
Weekend (bassa attenzione professionale)
Agosto e periodo natalizio
Il caso del centro estetico: perché il venerdì ha funzionato
Nel nostro caso studio, abbiamo lanciato venerdì alle 15:00.
Perché questa scelta strategica:
Il timing non è stato casuale ma frutto di un’analisi precisa del target e del momento psicologico ottimale per proporre un servizio di bellezza e benessere.
Target femminile 35-50 anni
Servizio beauty/benessere
Fine settimana = momento di cura personale
Budget disponibile per “coccole”
Meno competitor attivi il venerdì pomeriggio
Risultato: 11 contatti in 5 giorni con budget contenuto.
E per contenuto stiamo parlando di massimo 10 euro al giorno.
Quanto deve essere lungo un reel per essere sponsorizzato
La durata del reel può determinare il successo della campagna.
Durate ottimali per obiettivi diversi:
La durata del reel deve essere calibrata sull’obiettivo della campagna e sulla complessità del messaggio.
Ogni secondo in più deve essere giustificato da un valore aggiunto concreto per chi guarda.
15-20 secondi: Per awareness e branding
Messaggio semplice e diretto
Una sola idea chiave
Massima attenzione garantita
20-30 secondi: Per lead generation
Spazio per problema + soluzione
Call to action chiara
Ancora gestibile l’attenzione
30-45 secondi: Per conversioni complesse
Servizi che richiedono spiegazioni
Testimonianze complete
Solo se il contenuto è avvincente
Oltre 45 secondi: Solo per contenuti eccezionali
Rischio alto di abbandono
Solo con hook incredibile
Meglio dividere in più reel
La regola del 3-10-20
Questi sono i momenti critici dell’attenzione di un utente durante la visione di un reel.
Superarli significa aver creato un contenuto davvero coinvolgente, fallire significa perdere l’opportunità.
3 secondi: Se non catturi qui, hai perso
10 secondi: Momento critico di abbandono
20 secondi: Durata ideale per la maggior parte dei contenuti
Perché conviene sponsorizzare
Molti professionisti sono ancora scettici sulla pubblicità a pagamento.
Capiamoci: se non sai cosa stai facendo, è meglio che non la fai.
Ma quando la fai bene, i risultati sono questi:
Vantaggi della sponsorizzazione
Molti professionisti che vendono servizi sottovalutano il potere della pubblicità a pagamento, ma quando è fatta strategicamente, trasforma completamente le dinamiche di acquisizione clienti rispetto al solo organico.
1. Controllo del pubblico Puoi decidere esattamente chi vede i tuoi contenuti, invece di sperare nell’algoritmo.
2. Risultati misurabili Sai esattamente quanto spendi per ogni contatto, ogni consultazione, ogni cliente.
3. Scalabilità Quando trovi la formula che funziona, puoi moltiplicare i risultati aumentando il budget.
4. Velocità L’organico richiede mesi per costruire audience. Le ads portano risultati in giorni.
5. Targeting preciso Puoi raggiungere persone che non ti seguono ma sono perfette per i tuoi servizi.
Il ROI del caso studio:
Questi numeri dimostrano come una campagna ben strutturata possa generare ritorni immediati e creare opportunità future che moltiplicano l’investimento iniziale nel tempo.
Investimentoin Ads: 50€ in 5 giorni
Risultati diretti: 4 prenotazioni immediate sul servizio promosso in campagna che fa parte di un percoso di trattamenti = 276€ di fatturato (+ potenziali
Ma attenzione: Questi risultati arrivano solo con strategia, messaggio e targeting giusti. Non basta premere “promuovi” e sperare, come spiego anche nel mio articolo su come far funzionare davvero le promozioni Instagram.
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Cosa succede se promuovi un post su Instagram
Promuovere un post non è solo “pagare per più visibilità”. È aprire la porta a una serie di dinamiche che devi conoscere.
Gli effetti immediati:
Appena attivi la promozione, il tuo contenuto entra in una dinamica completamente diversa dall’organico. I cambiamenti sono visibili già nelle prime ore e influenzano tutta la strategia futura.
Aumento della copertura:
Il tuo contenuto raggiunge molte più persone
Puoi superare i limiti dell’algoritmo organico
Arrivi anche a chi non ti segue
Targeting controllato:
Scegli esattamente chi vede il contenuto
Puoi escludere pubblici non pertinenti
Risparmi budget su impression inutili
Feedback accelerato:
Raccogli dati su cosa funziona più velocemente
Puoi testare messaggi diversi contemporaneamente
Ottimizzi basandoti su risultati reali
Gli effetti a medio termine:
Questi benefici si manifestano nelle settimane successive e rappresentano il vero valore della sponsorizzazione: non solo risultati immediati, ma miglioramento dell’ecosistema digitale complessivo.
È lo stesso principio che applico quando spiego come costruire una strategia di acquisizione clienti sostenibile.
Crescita dell’audience:
Nuove persone scoprono il tuo profilo
Aumentano follower qualificati
Migliora l’engagement organico futuro
Miglioramento dell’algoritmo:
Instagram “impara” chi è interessato ai tuoi contenuti
Migliora la distribuzione organica
Crea audience simili più precise
Gli effetti negativi (se sbagli):
La sponsorizzazione amplifica tutto: se il contenuto è buono, amplifica i risultati positivi.
Se è sbagliato, amplifica anche gli errori con conseguenze che vanno oltre il budget sprecato.
Spreco di budget:
Targeting sbagliato = soldi buttati
Contenuti non coinvolgenti = bassa performance
Obiettivi confusi = risultati deludenti
Danneggiamento del brand:
Messaggi sbagliati al pubblico sbagliato
Contenuti di bassa qualità associati al tuo nome
Perception negativa difficile da recuperare
Il caso studio: cosa è successo realmente
Nel caso del centro estetico, ecco cosa è successo step by step:
Giorno 1 (Venerdì):
Lancio alle 15:00
Prime impression su pubblico lookalike
2 commenti e 1 messaggio privato
Weekend (Sabato-Domenica):
Ottimizzazione automatica di Instagram
6 nuovi contatti tra commenti e messaggi
Budget che si sposta sui post più performanti
Lunedì-Martedì:
Picco di conversazioni
3 prenotazioni confermate
2 richieste per servizi premium
La lezione: Una campagna ben strutturata crea un effetto domino che va oltre i numeri immediati.
La strategia vincente: testa, misura, scala
Dopo anni di gestione campagne per professionisti, ecco la verità:
Non esiste il formato perfetto. Esiste il formato che funziona meglio per TE.
Il framework che uso per i miei clienti:
Questo approccio strutturato elimina l’improvvisazione e sostituisce le “speranze” con dati concreti.
Ogni fase ha obiettivi specifici e metriche chiare per decidere come procedere.
Settimana 1-2: Test Phase
3-4 creatività diverse (mix post/reels)
Budget basso ma distribuito
Raccolta dati su performance
Settimana 3-4: Optimization Phase
Focus sui formati che convertono meglio
Aumento budget sui vincitori
Refinement del targeting
Settimana 5+: Scale Phase
Moltiplicazione delle creatività vincenti
Budget significativo sui formati provati
Diversificazione dell’audience
Errori da evitare assolutamente
Questi errori sono frutto dell’analisi di centinaia di campagne fallite. Riconoscerli e evitarli può fare la differenza tra una campagna che porta clienti e una che brucia solo budget.
Puntare tutto su un formato senza testare
Cambiare strategia dopo 2 giorni di test
Copiare i format altrui senza adattarli
Non tracciare le conversioni reali
Fermarsi ai primi risultati senza scalare
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La verità che nessuno ti dice sui formati sponsorizzati
E, quindi, ricapitolando, meglio promuovere post o reel?
Ecco, sappi che se te lo stai chiedendo, non stai combattendo la battaglia giusta.
La battaglia giusta è: strategia vs improvvisazione.
Il centro estetico del caso studio non ha avuto successo perché ha scelto il formato giusto. Ha avuto successo perché:
Prima di chiederti quale formato sponsorizzare, assicurati di avere:
Un messaggio che converte organicamente
Un’offerta che le persone vogliono
Un sistema per gestire i contatti che arrivano
Un modo per misurare i risultati reali
Solo allora post e reels sponsorizzati funzionano davvero.
E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di continuare a sperimentare a caso con i formati, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come far funzionare davvero le campagne per i professionisti che vendono servizi come te.
Perché la verità è questa: non hai bisogno del formato perfetto.
Se la tua risposta è “meglio l’organico, è gratis”, preparati a una bella sveglia.
Ma, soprattutto, ecco il colpo di scena che ti farà cadere dalla sedia.
Niente di quello che pensavi fino ad ora è come sembra.
E la pura verità è che la domanda stessa è sbagliata.
Non si tratta di scegliere tra organico e sponsorizzato.
Si tratta di capire quando, come e perché usare ciascuno.
E se anche tu stai buttando tempo (e soldi) nell’approccio sbagliato, è ora di cambiare strategia.
Fare contenuti organici è davvero gratuito?
Prima di entrare nel vivo della strategia, sfatiamo il mito più grande del marketing online.
L’organico non è gratis.
È carissimo.
Quanto costano i contenuti organici?
Tutti dicono “l’organico è gratis” ma nessuno fa mai i conti in tasca.
Quando ho calcolato le ore reali che dedicavo ai contenuti organici, sono quasi caduta dalla sedia.
Quello che credevo fosse “gratuito” mi stava costando più di uno stipendio medio italiano.
Eccoti la realtà dei numeri:
2-3 ore al giorno per creare contenuti
1 ora per rispondere a commenti e messaggi
30 minuti per programmare e pubblicare
1 ora per analizzare risultati e correggere la strategia in corso d’opera
Totale: 4,5 ore al giorno. In un mese: 135 ore.
Ora, facciamo un breve calcolo con la calcolatrice alla mano.
Se valorizzassi il tuo tempo a 50€/ora, l’organico ti costa 6.750€ al mese.
In pratica, ti costa di meno assumere un social media manager professionista. Siamo d’accordo?
Il costo in termini di opportunità
Ma il tempo è solo la punta dell’iceberg.
Il vero dramma è quello che NON stai facendo mentre sei incollato a Instagram.
Ogni ora passata a creare il reel perfetto è un’ora che non dedichi a far crescere davvero il tuo lavoro.
Come, ad esempio:
Seguire 2 clienti in più al giorno
Sviluppare nuovi servizi
Fare networking reale
Migliorare le tue competenze
Il costo della lentezza
E poi c’è il fattore tempo.
In questo caso mi riferisco alle settimane/mesi che ci vuole per vedere i risultati
L’organico è come aspettare l’autobus senza sapere quando arriva.
Nel frattempo, i tuoi concorrenti che usano le ads ti stanno soffiando clienti sotto il naso ogni singolo giorno.
Mentre le bollette e le tasse da pagare continuano ad arrivare.
E la tua motivazione cala. Perché sì, siamo onesti, se investi tutto quel tempo a creare un reel che raggiunge le 50 visualizzazioni iniziano a girarti le eliche ai mille all’ora.
Quindi no, l’organico non è gratis.
È un investimento di tempo che spesso ripaga sì, ma non nel breve periodo.
Ma allora la soluzione è sponsorizzare tutto? Anche no.
Cosa si intende per “contenuti organici”?
I contenuti organici sono tutti quei post, storie, reel che pubblichi senza pagare per la promozione.
Instagram li mostra gratuitamente ai tuoi follower e, se funzionano bene, anche a persone che non ti seguono ancora.
Quali sono le caratteristiche dei contenuti organici
Ti spiego cosa succede veramente quando pubblichi “gratis”.
Spoiler: gratis è solo un’illusione. Perchè, soprattutto quando sei all’inizio e il tuo account Instagram è piccolo, l’algoritmo decide tutto e tu puoi solo sperare che qualcuno, per una strana e fortuita congiunzione astrale, ti noti.
Ecco la realtà dei fatti:
Reach limitata:
Raggiungono il 5-15% dei tuoi follower
La visibilità dipende dall’algoritmo
Difficile prevedere chi li vedrà
Costo zero (apparente):
Non paghi Instagram
Ma investi tempo per crearli
Risultati incerti e lenti
Autenticità percepita:
Sembrano più genuine
Creano connessione con chi ti segue
Costruiscono fiducia nel tempo
Controllo limitato:
Non puoi decidere chi li vede
Dipendi completamente dall’algoritmo
Difficile replicare i successi
Cosa sono i post organici?
I post organici sono quei contenuti che pubblichi sul tuo profilo Instagram senza pagare per farli vedere a più persone.
Parliamo di post nel feed, reel, storie o video che escono “naturalmente”, mostrati ai tuoi follower (e se sei fortunatə, anche a qualche nuovo utente). Non attivi nessuna campagna, non investi un euro.
Ma attenzione: questo non significa che siano gratuiti.
Perché ogni post organico richiede tempo, energia mentale e coerenza strategica.
Devi pensarlo, scriverlo, montarlo, pubblicarlo e seguirne l’andamento.
E questo lavoro, anche se non lo paghi direttamente a Instagram, ha comunque un costo. Il tuo.
In più, i post organici sono il tuo biglietto da visita online.
Il che, in parole spicce, vuol dire che sono quelli che chi ti scopre attraverso una sponsorizzata andrà a spulciare per capire se sei affidabile, competente, umano.
Ecco perché anche se non convertono subito, i contenuti organici sono come dei piccoli mattoncini che, uno a fianco l’altro, creano le basi della tua strategia di marketing per vendere servizi online.
Quali sono i tipi di post organici
Ma vediamo ora che tipo di contenuti funzionano nell’organico.
Attenzione: funzionare significa avere engagement, non necessariamente portare clienti.
Sono due cose completamente diverse:
Post educational:
Consigli utili del tuo settore
How-to e tutorial
Risposte a domande frequenti
Post personali:
Dietro le quinte della tua attività
La tua storia personale
Momenti di vita quotidiana
Post di social proof:
Testimonianze clienti
Risultati ottenuti
Recensioni e feedback
Post di valore:
Riflessioni del settore
Trend e novità
Insight e approfondimenti
Quando funzionano bene
Hai già una community consolidata
Il tuo target è molto attivo sui social
Non hai fretta di ottenere risultati
Vuoi costruire un brand nel lungo termine
Cosa sono i contenuti sponsorizzati?
I contenuti sponsorizzati sono post, storie o reel per cui paghi Instagram con l’obiettivo di raggiungere più persone in modo mirato e ottenere un risultato specifico: visibilità, interazioni, contatti o vendite.
In pratica, invece di sperare che l’algoritmo mostri il tuo contenuto a qualcuno (come succede con l’organico), sei tu a decidere chi lo vede, quando lo vede e con quale frequenza. Questo ti dà un potere enorme: trasformi Instagram da una vetrina passiva a uno strumento attivo per vendere servizi online.
Attenzione però: pagare non basta. Non è che premi “Metti in evidenza” e magicamente piovono clienti. I contenuti sponsorizzati funzionano solo se c’è una strategia solida dietro, con obiettivi chiari, un target ben definito e un messaggio che parla alle emozioni (non solo alle informazioni).
Sono ideali quando vuoi accelerare i risultati, testare velocemente messaggi diversi, portare traffico qualificato su una landing o far partire un funnel.
Sì, costano. Ma se sono fatti bene, rientrano dell’investimento e ti fanno aumentare le vendite più in fretta di qualsiasi contenuto organico.
Caratteristiche dei contenuti sponsorizzati
Qui cambia tutto.
Finalmente TU hai il controllo, non l’algoritmo.
Decidi chi vede i tuoi contenuti, quando li vede e quanto spendi.
È la differenza tra sperare e pianificare:
Reach controllabile:
Decidi esattamente a chi mostrarli
Puoi raggiungere migliaia di non-follower
Risultati prevedibili e scalabili
Costo trasparente:
Paghi in base ai risultati
Budget controllabile al centesimo
ROI misurabile con precisione
Targeting preciso:
Età, sesso, interessi, comportamenti
Lookalike audiences
Retargeting di chi ha già interagito
Velocità di risultati:
Risultati in ore/giorni
Ottimizzazione in tempo reale
Scalabilità immediata
Quali sono i tipi di contenuti sponsorizzati
Non tutti i contenuti sponsorizzati sono uguali.
C’è una gerarchia precisa di efficacia e la maggior parte delle persone inizia dal livello sbagliato.
Ecco come funziona davvero:
Sponsorizzazione semplice:
Prendi un post organico e ci metti budget
Ideale per testare cosa funziona
Ads create da zero:
Contenuti pensati specificamente per la pubblicità
Copy e creatività ottimizzate per convertire
Campagne complesse:
Funnel multi-step
Retargeting e lookalike
Automazioni avanzate
Che differenza c’è tra post organico e post sponsorizzato?
La differenza principale non è nel contenuto, ma nella distribuzione e nei risultati.
Post organico
Chi lo vede: I tuoi follower + algoritmo decide
Quando lo vedono: Quando l’algoritmo lo sceglie
Quanti lo vedono: 5-15% dei follower se va bene
Costo: Il tuo tempo
Risultati: Lenti e imprevedibili
Controllo: Minimo
Post sponsorizzato
Chi lo vede: Tu decidi il target preciso
Quando lo vedono: Quando attivi la campagna
Quanti lo vedono: Dipende dal budget
Costo: Budget pubblicitario
Risultati: Rapidi e misurabili
Controllo: Totale
Esempio pratico
Post organico: “Come scegliere il coach giusto – 5 consigli”
Reach: 200 persone (sui tuoi 2000 follower)
Engagement: 15 like, 2 commenti
Lead: 0
Clienti: 0
Stesso post sponsorizzato (50€ budget):
Reach: 3.500 persone (target: donne 30-45 interessate al coaching)
Vuoi scoprire quanto potresti guadagnare trasformando i tuoi contenuti organici in sponsorizzati? Prenota una consulenza strategica e calcoliamo insieme il tuo potenziale ritono sull’investimento.
Quali sono le differenze tra sponsorizzazione e pubblicità?
Questa distinzione è fondamentale ma spesso viene ignorata.
Sponsorizzare un post e fare pubblicità su Instagram, infatti, non sono la stessa cosa. La differenza non è solo tecnica, ma strategica. E, credimi, impatta direttamente su come investi tempo e budget per vendere servizi online.
Se li confondi, rischi di usare lo strumento giusto nel modo sbagliato (e di non vedere mai risultati). Ecco cosa cambia davvero tra sponsorizzazione e pubblicità:
Sponsorizzazione
Cosa fai: Prendi un contenuto organico e ci aggiungi budget
Obiettivo: Aumentare reach e engagement di contenuti esistenti
Controllo: Limitato (usi contenuti già creati)
Costo: Generalmente più basso
Risultati: Buoni per awareness, limitati per vendite
Pubblicità (Ads)
Cosa fai: Crei contenuti specificamente per convertire
Controllo: Totale (copy, creative, funnel personalizzati)
Costo: Più alto ma ROI migliore
Risultati: Ottimizzati per conversioni
Quando sponsorizzare e quando fare pubblicità?
Qui sta il segreto che separa chi brucia budget da chi lo moltiplica. La scelta tra sponsorizzazione e pubblicità non è casuale, segue regole precise che pochissimi conoscono:
Sponsorizzazione se:
Vuoi testare cosa funziona con budget basso
Hai contenuti organici che già performano
L’obiettivo è aumentare la visibilità del brand
Sei all’inizio e vuoi sperimentare
Pubblicità se:
Vuoi risultati specifici (lead, vendite)
Hai budget dedicato al marketing
Conosci bene il tuo target
Hai un funnel strutturato
Come crescere organicamente su Instagram?
Nonostante tutto quello che ho detto, l’organico ha ancora il suo posto in una strategia completa.
La strategia organica che funziona:
Attenzione, non sto dicendo che l’organico è inutile. Ma va fatto nel modo giusto, con una strategia precisa, non “postando a caso e sperando”. Ecco il framework che salva tempo e sanità mentale:
1. Content pillars chiari (3-4 temi ricorrenti):
Educational (60%): Insegni qualcosa di utile
Personal (20%): Mostri chi sei dietro il business
Social proof (15%): Risultati e testimonianze
Promotional (5%): Offerte e servizi
2. Costanza nella pubblicazione:
1 post al giorno (o almeno 4-5 a settimana)
2-3 storie al giorno
1-2 reel a settimana
3. Engagement autentico:
Rispondi a TUTTI i commenti entro 2 ore
Commenta attivamente sui profili del tuo target
Partecipa a conversazioni del tuo settore
4. Collaborazioni e menzioni:
Guest post su profili del settore
Takeover e dirette congiunte
Mention reciproche con colleghi
Tempi realistici per la crescita organica
Parliamo di numeri veri, non delle promesse dei guru.
Questi sono i tempi reali per vedere risultati concreti se fai tutto perfettamente e parti già con un account che ha almeno 2000 follower (spoiler: pochi ci riescono):
1-3 mesi: 0-200 follower di qualità
3-6 mesi: 200-1000 follower
6-12 mesi: 1000-3000 follower
12+ mesi: Crescita più rapida se hai fatto bene le basi
Ma ricorda: Follower ≠ Clienti
Ho visto profili con 50K follower che fatturano meno di profili con 1K follower molto targettizzati.
Come aumentare clienti in poco tempo?
Se hai bisogno di risultati rapidi (e chi non li ha?), ecco la strategia che funziona.
Dopo aver testato centinaia di approcci diversi, questa è la verità che ho visto fare la differenza:
La strategia vincente combina organico e sponsorizzato in modo strategico.
La tecnica del 20/80 sui contenuti Instagram
Dopo aver testato ogni possibile combinazione, ho trovato il mix che mi sta portando grandi soddisfazioni.
Questa proporzione, infatti, sta massimizzando sia i risultati che la sostenibilità nel tempo:
Organico (80%):
Costruisce relazioni e fiducia
Mantiene caldo il tuo pubblico
Fornisce contenuti da sponsorizzare
Costa tempo ma crea autenticità
Sponsorizzato (20%):
Accelera i risultati
Porta nuovi clienti rapidamente
Permette controllo e ottimizzazione
Costa denaro ma ti porta a un ritorno sull’investimento (se fatto bene)
Questa è la proporzione che cambia tutto. Se capisci questo rapporto, rivoluzioni completamente il tuo approccio al marketing:
80% dei tuoi clienti arriveranno dalle sponsorizzazioni
20% dall’organico
Ma l’organico è fondamentale per convertire chi arriva dalle ads.
Questi sono gli sbagli che vedo fare al 90% dei professionisti.
Se ne riconosci anche solo uno, stai perdendo soldi e una marea di opportunità ogni giorno:
Scegliere solo uno dei due approcci
Sponsorizzare contenuti organici che non funzionano
Aspettarsi risultati immediati dall’organico
Abbandonare l’organico una volta che le ads funzionano
Non tracciare i risultati di entrambi
Ti ci rivedi in uno di questi errori? Scopri come creare la strategia ibrida perfetta per la TUA business. Prenota la tua consulenza strategica e costruiamo insieme il piano perfetto per farti ottenere l’approccio che ti porta risultati concreti in tempi rapidi.
Meglio fare contenuti organici o a pagamento?
E, quindi, dopo tutto questo spiegone, meglio contenuti organici o sponsorizzare?
La domanda sbagliata genera sempre la risposta sbagliata.
La domanda giusta è: “Come posso combinare organico e sponsorizzato per ottenere più clienti nel minor tempo possibile?”
Prima di decidere la tua strategia, assicurati di avere:
Obiettivi chiari e scadenze realistiche
Budget dedicato (anche piccolo) per testare le sponsorizzazioni
Un sistema per misurare i risultati di entrambi gli approcci
La pazienza per l’organico E l’urgenza per i risultati
Solo allora il tuo marketing su Instagram funziona davvero. (In questo caso ho parlato di Instagram ma, ehi, pure se usi altri canali va bene lo stesso!)
E se hai bisogno di aiuto per costruire questa strategia ibrida, invece di continuare a perdere tempo e opportunità con un approccio monodimensionale, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come far funzionare davvero il marketing per i professionisti che vendono servizi come te.
Perché la verità è questa: non hai bisogno di scegliere tra organico e sponsorizzato.
Perché quello che sto per dirti potrebbe mandare in frantumi tutto quello che pensavi di sapere sull’identikit del cliente ideale.
Il cliente ideale non esiste.
Lo so che se sei qui è perché, con tutta probabilità, nel corso degli ultimi mesi di sei sentito propinare dai consulenti la favola del cliente ideale in ogni salsa.
E mi sento di dirti questa cosa perché li ho visti raccontare questa favoletta in tutte le salse possibili e immaginabili su Instagram e TikTok, ma onestamente mi sono stancata di sentire questa narrazione piuttosto fuorviante.
Quindi sì, è vero! Non esiste il cliente ideale.
Ma esistono persone reali, con paure, desideri e decisioni spesso imprevedibili.
Ed è quelle che devi imparare a conoscere se vuoi vendere i tuoi servizi online.
E te lo dico perché, dai, lo so che se anche tu sei qui è perché vuoi capire come definire il tuo cliente ideale per fatturare di più.
E non per avere più cuoricini sotto le tue foto al mare.
Perché tutti sbagliano quando definiscono il cliente ideale
Prima di entrare nel vivo di come creare un identikit che funziona davvero, parliamo di perché la maggior parte dei coach e consulenti si ritrova con le mani vuote.
Il problema principale? Confondere la teoria con la realtà.
Per anni ci hanno detto che trovare “il cliente ideale” fosse la chiave del successo. Una persona perfetta, pronta a comprare, sempre felice, sempre allineata.
Eppure, correggimi se sbaglio, ogni volta che cerchi questa figura ti pare di ritrovarti a caccia di unicorni.
Ecco cosa succede quando segui i consigli sbagliati
Queste sono le dinamiche che trovo più spesso quando faccio le consulenze ai miei clienti. E che, sia chiaro, facevo pure io:
Ti fissi su caratteristiche demografiche che non significano niente
Crei profili così specifici che escludi il 99% delle persone
Ti concentri su quello che TU pensi sia importante, non su quello che importa a LORO
Sprechi tempo e energia inseguendo persone che non esistono
Perdi di vista quelli che potrebbero davvero aver bisogno di te
Ma la buona notizia è che esiste un altro modo.
Decisamente più utile ed efficace.
Che, nella mia lingua, si traduce in “lavorare meno ma meglio e ottenendo più risultati“.
Il giorno in cui ho smesso di inseguire “il cliente ideale” e ho iniziato ad ascoltare davvero chi mi stava davanti, è cambiato tutto.
Ho scoperto che la flessibilità e la curiosità portano molto più lontano dei filtri perfetti.
Perché sì, definire il cliente ideale serve eccome, ma solo se lo fai con metodo e con la giusta mentalità.
Non si tratta di creare il profilo della persona perfetta. Si tratta di capire chi sono le persone che potrebbero davvero beneficiare del tuo aiuto.
Step 1: Parti da chi hai già aiutato
Prima di fantasticare su chi vorresti come cliente, guarda chi c’è già.
Fai questa analisi:
Quali sono stati i tuoi clienti più soddisfatti?
Cosa avevano in comune (non demograficamente, ma emotivamente)?
Quali problemi li tenevano svegli la notte?
Cosa li ha spinti a cercare una soluzione?
Come hanno scoperto di aver bisogno di aiuto?
Step 2: Ascolta le loro parole esatte
Questo è il punto che fa la differenza tra chi vende e chi non vende.
Non inventarti i problemi del tuo cliente ideale. Usa le loro parole esatte.
Come descrivono il loro problema?
Che linguaggio usano quando ne parlano?
Quali emozioni esprimono?
Cosa vorrebbero che cambiasse nella loro vita?
Step 3: Identifica i trigger emotivi
Il tuo identikit del cliente ideale deve includere:
Le frustrazioni ricorrenti: Cosa li fa arrabbiare davvero?
I desideri profondi: Cosa sognano di ottenere?
Le paure nascoste: Di cosa hanno paura che non dicono mai?
I momenti di svolta: Quando si rendono conto che hanno bisogno di aiuto?
Step 4: Definisci il “quando”, non solo il “chi”
Un identikit efficace non si concentra solo su CHI è la persona, ma su QUANDO è pronta per il tuo aiuto.
In che momento della loro vita si rivolgono a te?
Cosa è successo che li ha spinti a cercare una soluzione?
Che fase stanno attraversando?
Quali tentativi hanno già fatto da soli?
Vuoi smettere di perdere tempo con persone che non sono pronte e iniziare ad attrarre chi ha davvero bisogno di te? [Prenota una consulenza strategica] e analizziamo insieme il tuo cliente ideale reale, non quello teorico.
Qual è la differenza tra target e buyer personas
Questa è una delle confusioni più grandi che vedo fare.
Il linea di massima il ragionamento da fare è questo: il target è generico, la buyer persona è specifica.
Ma andiamo di esempi che, altrimenti, rischiamo di fare confusione.
Il target è questo:
Donne, 35-45 anni
Imprenditrici
Reddito medio-alto
Vivono in città
La buyer persona è questo:
Marta, 38 anni, ha fondato la sua azienda 5 anni fa
Lavora 12 ore al giorno ma sente di non avere controllo
Ha paura di delegare perché “nessuno lo fa come me”
Si sveglia alle 3 di notte pensando ai problemi dell’ufficio
Vorrebbe più tempo per la famiglia ma non sa come ottenerlo
Ha già provato corsi di time management senza successo
Cerca qualcuno che capisca davvero la pressione dell’imprenditoria
Chiara la differenza?
Il target ti dice a chi mandare la pubblicità. La buyer persona ti dice cosa scrivere in quella pubblicità.
Come individuare un buyer persona
Partiamo dal presupposto che non puoi inventarti la buyer persona seduto alla scrivania.
Devi andarla a cercare.
E soprattutto, cosa importantissima, devi ascoltare.
Metodo 1: Intervista i tuoi clienti attuali
Fai domande specifiche:
“Come descriveresti il problema che avevi prima di lavorare con me?”
“Cosa ti ha convinto che era il momento di cercare aiuto?”
“Quali altre soluzioni avevi considerato?”
“Cosa ti preoccupava di più riguardo alla tua situazione?”
Metodo 2: Analizza i commenti e i messaggi
Vai a rileggere:
I commenti sotto i tuoi post
I messaggi privati che ricevi
Le email dei potenziali clienti
Le recensioni che hai ricevuto
Metodo 3: Osserva i gruppi e le community
Entra nei gruppi dove si trova il tuo cliente ideale:
Di cosa si lamentano?
Che domande fanno?
Come si esprimono?
Quali sono i loro problemi ricorrenti?
Metodo 4: Studia i competitor
Guarda chi segue i tuoi concorrenti:
Che tipo di contenuti commentano?
Che problemi esprimono?
Come interagiscono?
Come creare buyer personas che funzionano davvero
Ora che hai raccolto tutte queste informazioni, è il momento di creare le tue buyer personas.
Ma attenzione: non serve crearne 20 diverse. 2-3 personas ben definite sono molto meglio di 10 generiche.
I punti su cui mi focalizzo quando creo le buyer personas per i miei clienti:
profilo base (nome, età, situazione lavorativa, situazione familiare);
situazione attuale;
stato emotivo;
comportamenti;
obiezioni e dubbi;
trigger di acquisto (ergo = cosa le spinge ad agire?)
Sembra complicato? Lo è, se provi a farlo da solo. Prenota la tua consulenza e ti mostro come creare buyer personas che trasformano sconosciuti in clienti paganti.
Gli errori più comuni nella definizione del cliente ideale
Te li metto qui perché, onestamente, c’è da farci attenzione.
Altrimenti rischi di vedere i tuoi obiettivi allontanarsi sempre più da te.
Ma anche di creare delle campagne sponsorizzate (e, quindi, investire soldi in pubblicità), per non vedere tornare indietro un centesimo.
1: Focalizzarsi solo sui dati demografici
Età, sesso, lavoro, città. Tutto inutile se non capisci le motivazioni.
2: Creare profili troppo ristretti
“Donne dai 32 ai 34 anni, laureate in economia, che vivono a Milano Nord.” Complimenti, hai appena escluso il 99,9% della popolazione.
3: Copiare le buyer personas di altri
La buyer persona del tuo competitor non è la tua buyer persona. Punto.
4: Non aggiornarle mai
Le persone cambiano, i problemi evolvono, le situazioni si trasformano. Le tue buyer personas devono fare lo stesso.
5: Cercare solo persone “facili”
Molti professionisti che vendono servizi vogliono solo clienti senza obiezioni, senza dubbi, con budget illimitato. Auguri a trovarli.
Stai commettendo uno di questi errori? Scopri come evitarli e costruire buyer personas che funzionano davvero per TE (non preconfezionate per tutti). Prenota una consulenza strategica e analizziamo insieme la tua situazione.
La strategia vincente: NO al cliente ideale, SÌ alla diversificazione
Ricapitoliamo, che altrimenti rischiamo di perderci in voli pindarici.
Il tuo approccio deve essere:
Diversificare la comunicazione
Cogliere nuove opportunità
Fidelizzare i tuoi clienti già attivi
Acquisirne di nuovi senza bruciare tutti i soldi in pubblicità
Non si tratta di rinunciare alla selezione o ai confini.
Ma di capire che ogni cliente è un’occasione per imparare, adattarsi e migliorare.
È una danza continua, non un casting.
(E, spoiler, se porti risultati, ti darà maggiore soddisfazione un cliente che non avresti inserito nella categoria di quelli “ideali”).
L’identikit del cliente ideale è uno strumento, non una prigione
L’identikit del cliente ideale funziona, ma solo se lo inquadri nella giusta prospettiva.
Le buyer personas sono come una bussola: ti indicano la direzione, ma devi essere pronto a cambiare rotta quando incontri nuove opportunità.
Prima di fissarti su profili rigidi, assicurati di avere:
Un messaggio flessibile che parla a persone diverse
Un sistema per riconoscere opportunità inaspettate
Una strategia per nutrire relazioni con clienti “non standard”
Un’offerta che si adatta a bisogni diversi
Solo allora l’identikit del cliente ideale funziona davvero.
E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di continuare a inseguire clienti che non esistono, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come far funzionare davvero il marketing per i professionisti che vendono servizi come te.
Perché la verità è questa: non hai bisogno del cliente perfetto.
Hai bisogno di più clienti reali.
Che poi sono quelli che ti pagano le fatture in tempo (non dopo 1 mese di ritardo. E devi pure rincorrerli!)
Ti sei mai chiestə se promuovere post Instagram funziona davvero?
La risposta è: dipende.
E dipende soprattutto da quello che fai prima di premere quel pulsante blu “Promuovi”.
Perché se pensi che basti scegliere il tuo post più bello, aggiungere qualche euro di budget e aspettare che arrivino i clienti… beh, preparati a una bella delusione.
La verità è che promuovere post Instagram funziona eccome, ma solo se hai una strategia chiara e obiettivi ben definiti. Altrimenti rischi di buttare soldi e di convincerti che “la pubblicità non funziona per il mio settore”.
Perché la maggior parte delle promozioni Instagram fallisce
Prima di entrare nel dettaglio di come far funzionare le promozioni, parliamo di perché la maggior parte delle persone ottiene risultati deludenti.
Il problema principale? Confondere la promozione con la strategia di marketing.
Molti coach e consulenti vedono un post che ha fatto tanti like organici e pensano: “Fantastico, questo post funziona! Lo promuovo e ottengo più clienti.” Sbagliato.
Un post che funziona bene organicamente non è automaticamente un post che funziona bene a pagamento.
E soprattutto, non è detto che porti clienti.
Gli errori comuni che ho visto fare più spesso
Letteralmente dal mio taccuino appunti.
Quando si prova a promuovere su Instagram per vendere servizi online, spesso ci si perde. Metto qui nero su bianco ciò che capita più spesso nella pratica, senza troppi giri di parole.
Promuovere post generici che parlano a tutti (e quindi a nessuno)
Non avere un sistema per trasformare i visitatori in clienti
Focalizzarsi sui like invece che sui risultati concreti
Non definire chiaramente chi è il pubblico target
Sprecare budget su obiettivi sbagliati
Ma la buona notizia è che quando fai le cose nel modo giusto, promuovere post Instagram funziona alla grande.
Come promuovere al meglio un post su Instagram
Ok, preparati, che qui entriamo nel vivo della strategia.
Perché sì, promuovere post Instagram funziona solo se lo fai con metodo.
Ecco le fasi step-by-step che ti permettono di ottenere risultati in pochissimo tempo.
Step 1: Definisci l’obiettivo (e no, non è “ottenere più like”)
Prima di premere il tasto “promuovi”, fermati un attimo e chiediti—cosa vuoi davvero ottenere? Metti parola su uno scopo preciso, non basta “più like” se stai cercando di vendere servizi online.
E parlo di un obiettivo concreto che ti guida passo dopo passo, non di cifre vuote.
Awareness: Far conoscere il tuo brand a nuove persone
Engagement: Stimolare interazioni e conversazioni
Lead generation: Raccogliere contatti interessati ai tuoi servizi
Conversioni: Portare le persone a prenotare una consulenza o comprare un servizio
Ogni obiettivo richiede una strategia diversa. E no, non puoi ottenere tutto con un singolo post.
Step 2: Crea contenuti che convertono
Non basta premere “promuovi” su un post qualsiasi. Ti servono dei contenuti che spingano davvero chi li vede/legge a compiere un’azione. Che tu voglia vendere consulenze o percorsi di affiancamento, ogni parola e immagine deve parlare chiaro e portarti verso un obiettivo specifico.
Qui sotto trovi i tipi di post da promuovere (quelli che funzionano sul serio)…
Post educational: Che insegnano qualcosa di concreto e utile
Case study: Che mostrano risultati reali dei tuoi clienti
Behind the scenes: Che umanizzano il tuo brand
Call to action specifiche: Che guidano l’utente verso un’azione precisa
…e poi i buchi neri da evitare. Ossia quei contenuti che ti servono solo per buttare i soldi al vento.
Post troppo autoreferenziali (evita il “sono più bravə/bellə/buonə di tutti”)
Contenuti troppo generici (che se parli a tutti non parli a nessuno)
Citazioni motivazionali senza contesto (a meno che tu non sia Gandhi)
Post che non hanno una chiamata all’azione (la famosa CTA che avrai già sentito in tutte le salse possibili e immaginabili)
Step 3: Targettizza il pubblico giusto
Qui sta la vera differenza tra una promozione che funziona e una che butta via soldi.
Non promuovere “a tutti gli interessati al coaching”.
Inizia ad utilizzare una comunicazione più specifica e mirata, che sennò i clienti non li trovi nemmeno se vengono loro a suonarti il campanello di casa.
Focalizzati su:
Età e geografia: Dove sono i tuoi clienti ideali?
Interessi: Cosa li appassiona oltre al tuo servizio?
Comportamenti: Quali azioni compiono online?
Lookalike audiences: Basate sui tuoi clienti attuali
Ecco il punto che ti deve essere chiaro fin dall’inizio.
Che altrimenti rischi di vedere centinaia di euro volatilizzarsi in pochi giorni e rimanere con un pugno di mosche in mano.
Promuovere post Instagram funziona se il post è integrato in un sistema più ampio.
Non puoi aspettarti che qualcuno veda il tuo post promosso e immediatamente prenoti una consulenza da 1000 euro.
Devi nutrire la relazione.
Il percorso ideale:
Post promosso → attira l’attenzione
CTA con link → porta su una landing page
Optin Page → raccoglie il contatto
Email sequence → costruisce fiducia
Call to action → porta alla vendita
Sembra complicato? Lo è, se provi a farlo da solo. Prenota una consulenzastrategica e ti mostro come creare un sistema che trasforma le promozioni Instagram in clienti paganti.
Quanto conviene sponsorizzare su Instagram?
Appunti di quelli da tenere sempre nel cassetto, prima ancora di decidere budget e obiettivi. Perché sì, vendere servizi online con Instagram può funzionare alla grande, ma solo se hai i numeri dalla tua parte. E per numeri intendo margini, valore dei clienti e capacità di chiudere una vendita.
Che nella pratica (come piace a noi) si traduce in: prima di sponsorizzare, rispondi bene a queste tre domande.
1. Il tuo Customer Lifetime Value (CLV)
Quanto vale per te un cliente nel tempo? Se una persona ti acquista oggi una consulenza da 300€, ma poi resta con te per un percorso di affiancamento da 2000€, puoi permetterti un investimento iniziale più alto in advertising. Chi invece vende un singolo servizio da 50€, dovrà essere molto più attento a ogni euro speso. Il CLV ti aiuta a capire qual è il tuo margine d’azione.
2. La tua capacità di conversione
Hai un sistema che trasforma i contatti in clienti? Se dopo la sponsorizzazione le persone atterrano su una pagina ben costruita, ricevono una mail efficace o entrano in un funnel ben congegnato… allora anche un costo per lead più alto può essere sostenibile. Il problema non è quanto paghi per ottenere un contatto, ma quanto ti rende quel contatto nel tempo.
3. I tuoi margini
Ergo: quanto ti rimane in tasca dopo che hai venduto? Se il tuo servizio ha margini alti, puoi investire con maggiore tranquillità e scalare nel tempo. Se invece i tuoi costi fissi sono alti e hai poco margine di guadagno, devi essere super strategicə con ogni singola promozione. Altrimenti il rischio è investire tanto per guadagnare zero.
Quanto costa un post sponsorizzato su Instagram?
Questa è la domanda che tutti si fanno, ma la risposta è: dipende.
Fattori che influenzano il costo:
Settore: Alcuni settori sono più competitivi di altri. È così, fattene una ragione, non ci puoi fare niente.
Pubblico target: Alcune audience costano di più.
Qualità del contenuto: Post con engagement alto costano meno
Obiettivo della campagna: Awareness costa meno delle conversioni
Momento dell’anno: Periodi di alta competizione (Black Friday, Natale) costano di più
Consiglio pratico: Inizia con un budget di 10-20€ al giorno per testare. È sufficiente per raccogliere dati utili senza rischiare troppo.
Quanti follower bisogna avere per sponsorizzare su Instagram?
Ecco una delle domande più frequenti, e la risposta ti sorprenderà: non c’è un numero minimo di follower per sponsorizzare su Instagram.
Puoi iniziare a promuovere post anche con 100 follower. Anzi, spesso è proprio quello che dovresti fare per crescere più velocemente.
Se hai pochi follower:
Concentrati sull’awareness e la crescita
Usa obiettivi come “copertura” o “traffico”
Investi di più nel contenuto di qualità
Se hai molti follower:
Puoi puntare su obiettivi più avanzati come le conversioni
Usa le lookalike audiences basate sui tuoi follower
Testa strategie di retargeting
Cosa conta davvero quando fai pubblicità su Instagram
Cose da tenere sempre sott’occhio, soprattutto quando inizi a sponsorizzare per vendere servizi online.
Perché no, non è il numero dei follower che fa la differenza, ma tutto quello che succede dietro le quinte. È lì che si vede se stai costruendo una strategia solida… o solo inseguendo i numeri.
Ecco cosa osservare con attenzione prima di parlare di risultati:
Quanto è coinvolta la tua audience
Quanto è targettizzata la tua nicchia
Quanto sono allineati i tuoi contenuti con i tuoi obiettivi business
Ho visto con i miei occhi account di professionisti con 1000 follower super-engaged e super-profilati fatturare decine di migliaia di euro al mese rispetto ad account con 50.000 follower (ma tutti generici).
E te lo dico perché, dai, lo so che se anche tu sei qui è perché vuoi capire come promuovere i tuoi post di instagram per fatturare di più.
E non per avere più cuoricini sotto le tue foto al mare.
La strategia vincente da tenere a mente
Ricapitoliamo, quindi, che altrimenti rischiamo di perderci in voli pindarici.
Promuovere post Instagram funziona se:
Hai obiettivi chiari (non “ottenere più visibilità”)
Crei contenuti strategici (non promuovi a caso)
Targettizzi il pubblico giusto (non “tutti quelli interessati al coaching”)
Integri la promozione in un funnel (non ti aspetti vendite immediate)
Monitori e ottimizzi (non lanci e dimentichi)
Il framework che uso per i miei clienti
Questa è la procedura che ho seguito per i clienti a cui ho gestito la pubblicità su Instagram per servizi e consulenza:
Settimana 1-2: Test di diverse audience e creatività con budget basso
Settimana 3-4: Identificare le combinazioni che funzionano meglio
Settimana 5+: Ottimizzare per massimizzare il ROI
Se esegui questi passaggi correttamente (e la strategia alla base è buona), i primi contatti buoni arrivano già nellle prime settimane di avvio.
Errori da evitare assolutamente
Te li metto qui perchè, onestamente, c’è da farci attenzione.
Altrimenti rischi di vedere i tuoi obiettivi allontanarsi sempre più da te.
Promuovere post senza una strategia dietro
Focalizzarsi solo sui vanity metrics (like, follower)
Non tracciare le conversioni reali
Abbandonare dopo i primi test negativi
Copiare le strategie di altri senza adattarle
Stai commettendo uno di questi errori? Scopri come evitarli e costruire una strategia che funziona davvero per TE (Non preconfezionata per tutti). Prenota una consulenza strategica e analizziamo insieme la tua situazione.
La promozione Instagram è uno strumento, non una strategia
Promuovere post Instagram funziona, ma solo se lo inquadri nella giusta prospettiva.
La promozione è come un amplificatore: se la tua strategia di base è solida, l’amplificatore la rende più potente. Ma se la strategia è debole, l’amplificatore non risolverà i tuoi problemi.
Prima di investire in promozioni, assicurati di avere:
Un messaggio chiaro che parla ai tuoi clienti ideali
Un sistema per trasformare i visitatori in contatti
Una strategia di follow-up per nutrire i lead
Un’offerta che le persone vogliono comprare
Solo allora promuovere post Instagram funziona davvero.
E se hai bisogno di aiuto per costruire questo sistema, invece di buttare altri soldi in promozioni che non portano risultati, forse è il momento di parlare con qualcuno che sa come far funzionare davvero il marketing per i professionisti che vendono servizi come te.
Perché la verità è questa: non hai bisogno di più follower o più like.
Hai bisogno di più clienti.
E quella è tutta un’altra storia.
Ciao, sono Giulia Ceschi!
Sono Strategic Copywriter e Meta Ads Specialist e ogni giorno mi occupo di traformare il marketing di coach, consulenti e creator di corsi in un sistema che attrae clienti paganti. Analizzo messaggi, funnel e campagne per scoprire cosa non funziona e aiutarti a vendere i tuoi servizi senza inseguire clienti.